Gaza rialza lo sguardo: 20 ostaggi liberati, accordo “fase uno” raggiunto
Dopo mesi di trattative e un conflitto che ha devastato la regione, arriva un segnale di tregua. Hamas ha liberato tutti i 20 ostaggi ancora in vita, mentre i corpi delle 28 vittime saranno restituiti nel corso della giornata. L’intesa raggiunta con Israele segna l’avvio della cosiddetta “fase uno” del piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti.
L’accordo prevede un ritiro parziale delle truppe israeliane, che continueranno però a controllare circa il 53 % della Striscia di Gaza. In cambio, Israele libererà 1.968 detenuti palestinesi. Si tratta di un primo passo concreto verso una normalizzazione, anche se parziale, dei rapporti fra le due parti.
Il presidente statunitense Donald Trump, presente in Israele, ha definito l’operazione “un successo che potrebbe diventare il mio più grande risultato politico”. Benjamin Netanyahu, invece, ha annullato la sua partecipazione al vertice di pace in Egitto per motivi religiosi, pur lodando l’intervento americano e definendo Trump “il miglior amico di Israele”.
Secondo il premier israeliano, l’accordo “apre la porta alla pace con il mondo arabo” e rappresenta “un punto di svolta” nella lotta contro Hamas, che dovrà rinunciare al possesso di armi pesanti.
Non mancano le ombre: delle 28 vittime trattenute da Hamas, solo quattro salme verranno restituite subito. Alcuni ostaggi liberati sono stati trasferiti in elicottero negli ospedali israeliani per controlli medici, accompagnati dai familiari.
Hamas, da parte sua, chiede garanzie sul fatto che Israele non riprenda le operazioni militari nella Striscia e invita i mediatori internazionali a vigilare sul rispetto dell’accordo. Nel frattempo, tutte le detenute palestinesi previste dall’intesa sono state rilasciate e accolte da grandi manifestazioni nelle città della Cisgiordania e di Gaza.
L’accordo rappresenta un primo spiraglio di pace dopo anni di scontri, ma la strada resta lunga e incerta. Il rilascio degli ostaggi, la gestione dei territori e il disarmo di Hamas restano questioni cruciali.
Nei prossimi giorni l’attenzione sarà puntata su Sharm el-Sheikh, dove si attende la firma ufficiale del patto. Per ora, Gaza e Israele sembrano aver solo sospeso il respiro della guerra, in attesa di capire se questa tregua saprà davvero trasformarsi in pace.
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