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  • 30/10/2024 10:24

A Massa la vera Eccellenza in Cardiologia

È stato impiantato in questi giorni all’ospedale Apuane di Massa un pacemaker bicamerale senza fili. Si tratta del primo impianto eseguito in Toscana dopo l’approvazione europea e fra i primi in Italia. A eseguire l’intervento è stato il team di Cardiologia delle Apuane diretto dal dottor #GiuseppeArena, che è anche referente per l’Azienda USL Toscana nord ovest per l’aritmologia interventistica, insieme al professor #AntonioCurnis, arrivato appositamente a Massa dall’Università di Brescia. Il sistema di pacemaker bicamerale senza fili risponde alle esigenze delle persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Si tratta di un’innovazione rivoluzionaria, che consente a due pacemaker senza elettrocateteri di comunicare e sincronizzarsi tra di loro ad ogni singolo battito del cuore grazie alla tecnologia di comunicazione implant-to-implant. La cardiologia e l’elettrofisiologia italiane stanno vivendo una vera e propria rivoluzione grazie all’innovazione tecnologica, con procedure sempre meno invasive e dispositivi impiantabili sempre più sofisticati, miniaturizzati e connessi. Il centro di Massa si pone quindi, ancora una volta, come eccellenza regionale per le patologie cardiache. “Questo sistema - spiega il dottor Arena - amplia la possibilità di trattamento rispetto ai pacemaker monocamerali senza fili. Il dispositivo, denominato Aveir DR, è composto da due pacemaker, uno stimola l’atrio destro e uno stimola il ventricolo destro. Ogni dispositivo è circa 10 volte più piccolo di un pacemaker tradizionale. A differenza di quelli tradizionali, il pacemaker bicamerale senza fili viene impiantato direttamente nel cuore attraverso una procedura minimamente invasiva che non prevede l'uso di elettrocateteri, pertanto non comporta cicatrici e nemmeno la creazione di una tasca visibile a livello del torace, con una considerevole riduzione dei potenziali rischi di infezioni e un periodo di recupero post-impianto meno restrittivo e più breve. E' un device che consente di mantenere il sincronismo atrioventricolare quando ve ne sia la necessità clinica, in pazienti con difficoltà di accessi venosi (come i dializzati) o ad elevato rischio infettivo. Il progressivo incremento dell’aspettativa di vita, e con essa della prevalenza di malattie croniche, hanno favorito un progressivo aumento delle aritmie cardiache, che sono fra le cause più frequenti di mortalità, accessi al Pronto soccorso e ricoveri. Si parla di ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale (bradicardia) quando la frequenza cardiaca è inferiore a 60 battiti al minuto. L’impianto di un pacemaker si rende necessario quando, a causa del rallentamento del battito cardiaco, il cuore non riesce più a sopperire alle richieste dell’organismo generando seri problemi di salute”. “L'impianto – chiude il dottor Arena - è stato possibile grazie alla sollecita autorizzazione del dipartimento delle specialità mediche, diretto dal dottor Roberto Andreini, e della Direzione dell’Azienda USL Toscana nord ovest, che vorrei ringraziare pubblicamente insieme a tutta l'equipe della Cardiologia dell'ospedale Apuane che si è mostrata ancora una volta all'altezza delle nuove sfide e delle nuove opportunità di trattamento, anche di pazienti particolarmente fragili”. In foto il dottor Arena (direttore Cardiologia Apuane) e una parte della sua equipe. Da. https://www.facebook.com/uslnordovest

I commenti

Esemplare del non avere le strutture necessarie. Quando c'è stato un medico, il Castellacci, che aveva peso professionale e non solo, il reparto era un'eccellenza nazionale, finita la carriera di quel medico il reparto è stato distrutto. Se nell'Università c'e' una struttura di Medicina Sportiva e va in pensione un grande professore, può darsi che la struttura decada, ma difficilmente può essere distrutta; a un certo punto si ripresenta qualcuno di valido ed il discorso riprende. Negli ospedali non universitari, quando un medico importante va in pensione può anche finire tutto.

Anonimo - 02/11/2024 02:12

Sparito anche il reparto MEDICINA SPORTIVA andato in pensione il professore Castellacci.

Era un vero reparto che attraeva per interventi ortopedici anche calciatori, professionisti ciclisti etcetc

Sparito , ora solo un ambulatorio e' diventato.

Giulio - 01/11/2024 10:56

Il succo è che se ho bisogno di una professionalità migliore tengo alla mia salute più della mia auto non mi rivolgo a Lucca ma cerco altrove dove ci sono più probabilità di successo per patologie meno comuni

Tutto il resto sono chiacchere e comunicati auto celebrativi.Chi lavora meglio e con più successo in cardiologia o altro è risaputo dalle persone interessate.

Come il fatto che chi paga è seguito meglio .

Al San Luca ci sono casi di bravi medici che fanno il loro DOVERE ma nulla di eccezionale, il loro lavoro è aiutare, operare, etcetc non è una eccellenza ma un minimo che ti rende medico Molti se ne vanno a lavorare in privato e lasciano questo San Luca, che non da loro le possibilità di espandere la loro esperienza.

Il San Luca oltre al personale che non ha colpe della inadeguatezza di dove lavorano, non ha un eliporto oltretutto, con gli anni sono spariti reparti specialistici ove erano al Campo di Marte vedi dermatologia chirurgia plastica (reparti a se stanti e funzionali ) per un san Luca fatto di carton gesso, un labirinto dove solo l'entrata enorme puo' ingannare sovradimensionata dove esiste polo informazione, poi un labirinto di ambulatori piccoli tutti attaccati....

Se questo è un Ospedale .


Purtroppo ci è toccato e spesso non possiamo che sceglierlo per la vicinanza o urgenza.Ma se ci è possibilità meglio cercare altrove.

Gilda - 01/11/2024 10:34

Negli ospedali universitari si fa didattica, si fa ricerca, il personale è il migliore, il potere dei vari professori è notevole. Per cui negli ospedali universitari ci sono più soldi, macchinari innovativi e si fanno prima cose che poi si faranno anche altrove. Tutto questo è così da sempre, ben prima che esistesse il San Luca. Lucca, tanto per ricordare il lontano passato, un ospedale universitario ce l'ha avuto fino al 1849, poi, fino al 1868, ha ancora avuto l'insegnamento dell'anatomia e la scuola per farmacisti. La perdita della facoltà di medicina è una conseguenza dell'annessione di Lucca al Granducato di Toscana, evento storico non proprio positivo. Tornando al presente, i grandi ospedali universitari hanno un potere tale da tenere sotto tutela il resto delle strutture del loro bacino di utenza. Per cui, quello che si può o non si può fare a Lucca, dipende da quello che decidono a Pisa. Trent'anni fa, più o meno, il Prof. Masini si fece realizzare dalla Fondazione CRL una sala di emodinamica. All'epoca il servizio di emodinamica era una eccellenza. Peccato che i tre policlinici universitari (Pisa, Firenze e Siena) avessero fatto scrivere alla regione toscana (minuscole volute), che il servizio di emodinamica potevano erogarlo solo loro. Ebbene la sala di emodinamica di Lucca, pur essendo perfettamente funzionante e dotata di tutto il necessario, venne tenuta chiusa per anni rinunciando ad avere un quarto polo regionale che avrebbe fatto molto comodo agli utenti. Questo tanto per chiarire chi è che comanda. Gli esempi di tutela regionale e pisana sulla presenza a Lucca di servizi metropolitani di area vasta potrebbe essere lunga, dalla Camera di Commercio (che abbiamo perso), alle ferrovie, all'aeroporto, alla Corte d'Appello, al carcere. Evito tutte le storie perché il post diventerebbe chilometrico. Per la sanità dunque, nelle condizioni date, quel che fa la cardiologia di Lucca è ottimo e rimarchevole e chi la gestisce va ringraziato e tanto. Si potrebbe far di più? Certo che si potrebbe, ma muovendosi con attenzione e cercando di crescere negli ambiti possibili. Quasi miracolosamente, grazie a Marcello Pera (va scritto per dire la verità storica al di là delle posizioni politiche), riuscimmo ad ottenere l'IMT. IMT è stata un cambiamento di portata storica ed in prospettiva potrà essere anche una possibilità di fare alta qualità, se non sanitaria, almeno nel campo delle tecnologie applicate alla medicina, ma ogni passo deve esser fatto alla luce di quello che il potere "pisano" potrà permetterci o essere forzato a permetterci. Svegliamoci una buona volta!!! La strada è lunga e se la vogliamo percorrere sarà lastricata dalla continua frizione con il centro del potere sotto la cui tutela ci troviamo.

Anonimo - 01/11/2024 00:27

A Pisa sono anni che la lo
Impiantano

Anonimo - 31/10/2024 19:26

Purtroppo Lucca è un Pronto Soccorso sempre pieno con intorno il nulla

Francesca - 31/10/2024 16:59

spero che a Lucca facciano trapianti di cuore e organi, vi sia un eliporto e vi sia soprattutto la neurochirurgia ottima nei traumi da incidenti ad esempio invece che venire a Lucca e perdere tempo utile e dover poi essere trasferiti a pisa ad esempio.

A Lucca la cardiologia funziona,c come in altri ospedali similari , abbastanza bene per cose abbastanza semplici da curare ( specie a libera professione pagando, ma questa e' una anomalia presente in tutti gli ospedali purtoppo,) Curare non e' una cosa da eroi eccellenti i non e' che un cardiologo se salva un infarto etc ha fatto una impresa eroica ma il suo lavoro per cui e' remunerato ed ha studiato, insomma la norma come un chirurgo che toglie un rene , un ortopedico che aggiusta la frattura e via discorrendo ) .....
Chi lavora in ospedale dovrebbe lavorare solo in ospedale per tutti , ricchi e meno abbienti.

lina - 31/10/2024 10:14

In Toscana la regione ha stabilito che vi siano tre policlinici universitari (e Lucca non è fra questi) e due ospedalini di eccellenza (e Lucca non è neanche fra questi; per la cronaca uno dei due è il Pasquinucci di Massa). Per cui Lucca ha un piccolo ospedale e basta. Nelle condizioni date la cardiologia di Lucca è OTTIMA (O.T.T.I.M.A.)!!!! Lavoro ottimo quello fatto dal Prof. Bovenzi, come nel secolo passato fu quello fatto dal Prof. Masini. Speriamo che anche in futuro la cardiologia di Lucca resti tra le migliori in Italia tra quelle ospedaliere (ovvero non universitarie).

Anonimo - 31/10/2024 04:49

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