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  • 14/03/2024 14:51

Condannato Generalissimo Palmeri degli ex Bulldog

Lo scriverò per prima io precedendo qualche servo di giornalista. La mia condanna per essere venuto in Donbass e da oggi definitiva. Lo stato italiano mi accusa di mercenariato e reclutamento. Non ho commesso nessuno dei due reati, e dal dibattimento processuale è emerso in maniera limpida. Partiamo dal presupposto che in Italia non si fanno più i processi per contumacia(cioè in assenza dell' imputato), ma hanno trovato il modo di fare un eccezione.Per l'accusa di essere un mercenario è stato ampiamente dimostrato che che non lo ero, mentre l'accusa di essere un reclutatore era talmente surreale, che non volevo crederci. Ma si tratta di una sentenza politica, per questi servi la Russia è il nemico e io sono un nemico doppio e dovevo essere punito perché fosse da esempio. Non a caso per iniziare il caso è stato scelto un pubblico ministero vicino a magistratura democratica e io nel 2018 venni a conoscenza dell'inizio dell'indagine attraverso le pagine dell'espresso (gruppo Gedi) e questo spiega tante cose. Non solo nessuno che ha combattuto e combatte dalla parte ucraina, con stipendi migliaia di euro è stato condannato, ma la stessa procura di Genova ha dato il non luogo a procedere per un ragazzo militante di CPI che combatteva da parte ucraina. Come può chi dice di amare l'Italia combattere per i nostri aguzzini americani, ancora non riesco a comprenderlo, ma questa è un altra storia. Si è consumata un ingiustizia, perché la giustizia italiana è da sempre controllata da Washington. In questi hanno ho fatto una grande evoluzione politica e umana, non sono più l'Andrea di 10 anni fa, ma la mia battaglia seppur con una consapevolezza diversa rimane la stessa. Voglio cacciare l'immigrato che occupa la nostra Italia dal 1945. Seppure mi sento tradito dallo stato italiano continuerò ad amare l'Italia da esule. Forse è giusto così, visto che in passato ho commesso errori ed è giusto che venga punito, ma non per questa mia scelta, non perché sono un mercenario o un reclutatore, perché non lo sono. E soprattutto sono dalla parte giusta della storia. Qui in Russia continuerò a fare quello che faccio, aiutare la popolazione, organizzare eventi culturali, fare informazione libera e lavorare. Per me la porta dell'Italia è chiusa, ma proprio perché in Italia lascio parte del cuore invito tutti gli amici e conoscenti a venirmi a trovare, la Russia è grande e bellissima. E sebbene condannato ,chi mi viene a trovare non compie reato, perché certo non favorisce la mia " latitanza" io sono un uomo libero. https://www.facebook.com/andrea.palmeri.5 Altro su: https://www.toscanaindiretta.it/cronaca/2024/03/14/condanna-definitiva-per-andrea-palmeri-non-torno-chi-vuole-venirmi-a-trovare-in-russia-non-compie-un-reato/202922/

I commenti

Luhans'k si facebook viene scritto così da Lui

Dice - 15/03/2024 20:16

Ma dove vive? In Russia o nell'Ucraina occupata? A me piacerebbe se Azov riuscisse a tornar lì e li rimandasse tutti indietro. Peccato l'aiuto militare all'Ucraina sia blando.

anonimo - 15/03/2024 17:47

GIOVEDÌ 3 GIUGNO 2010
Il branco che insanguina Lucca
Da sei anni una banda di giovani ultras fascisti compie aggressioni in città: due settimane fa un ragazzo picchiato ha perso un occhio


Lucca è una città a doppio fondo. Una specie di distillato del provincialismo italiano. Dove avviene tutto e il contrario di tutto. Una città bigotta ma trasgressiva, per dire. Una città bianca in una regione rossa. Una città dove la tradizione mercantile è molto radicata e consolidata. Basta entrare in un negozio per sentirsi davvero circondati di attenzione e cortesia. Lucca è una città che conserva. I negozi di un tempo, i bar per il tè della buona borghesia, come se fosse immutabile. Anche il sindaco di Lucca è immutabile. Si chiama Mauro Favilla, è stato eletto nel 2007 ma era già stato primo cittadino nel 1972 e poi nel 1985 e ancora nel 1988. Oggi ha 76 anni.

Lucca è una città bellissima che a volte non riesce a nascondere le sue brutture, però. Accade anche in questi giorni ma la storia viene da lontano. Era il 2004 quando allo stadio di Porta Elisa debuttarono a suon di sprangate i “Bulldog 1998” un gruppo di supporter della squadra locale decisamente collocati a destra che, prima ancora di sostenere l’onore della Lucchese, iniziò a far pulizia della “marmaglia rossa” che infestava la loro stessa tifoseria, per ottenere il possesso completo della curva. Qualcuno racconta che già l’avere il comune concesso lo spazio per la presentazione di un libro sul gerarca Pavolini, il 25 aprile 2001, fu una prima occasione di aggregazione importante per il gruppo. Dopo anni di caccia ai “Fedayn” e ai “Tori Flesciati”, tifosi lucchesi di estrema sinistra, riuscirono nell’intento e iniziarono ad andare oltre, allargando le loro scorribande anche fuori dello stadio. Minacce e violenze commesse ai danni di giovani appartenenti all’area della sinistra antagonista, iniziati la notte di ferragosto del 2004 con l’aggressione a Edoardo Seghi, fino al pestaggio e all’accoltellamento di Emanuele Pardini, militante del centro sociale “Cantiere Resistente”, la notte del 23 febbraio 2007.

Dopo quell’episodio la polizia, che incomprensibilmente aveva tollerato per anni le loro prepotenze, decide di passare all’azione e, dopo ulteriori sette mesi di “lunghe e articolate indagini”, a settembre di quell’anno l’Ucigos di Lucca arresta una decina di Bulldog e altrettanti ne denuncia a piede libero per associazione a delinquere, percosse, lesioni personali gravi, violenza privata, minacce aggravate, porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere e danneggiamento. Nelle perquisizioni vengono trovati: una notevole collezione di armi improprie, pugnali, bandiere naziste e appunti e scritte che inneggiano alla superiorità razziale. I giovani, alcuni conosciuti con i nomi di battaglia di ‘Generalissimo’, ‘Toffolo’, ‘Brioche’, ‘Cicogna’, ‘Francuccio’, ‘Gigi la trottola’ (tutti dai 19 ai 36 anni con netta prevalenza di diciannovenni), inchiodati anche dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, si avvalgono della facoltà di non rispondere. Nuove denunce nascono dalle minacce e le aggressioni dei Bulldog nei confronti dei testimoni contro di loro.

Un paio d’anni dopo – siamo nel 2009 – altri episodi peggiorano questa storia. Stavolta addirittura siamo di fronte a un gruppetto di quattordicenni che per mesi si impossessa del centro della città e picchia chiunque gli capiti a tiro. Si fanno chiamare “Gabber”, sono di destra, ragazzi di buona famiglia, agiscono alla luce del sole, riprendono le loro imprese con il telefonino e sostengono di far questo per poter entrare a pieno titolo nei Bulldog. Dopo mesi di angherie, tre delle loro vittime – coetanei – decidono di rivolgersi alle forze dell’ordine. Venti vengono identificati e sette denunciati.

Alcune settimane dopo, il capo supremo dei Bulldog (disciolti per la legge ma non di fatto), il pluricondannato Andrea Palmeri (vanta anche un’impresa internazionale: nello stadio di Sofia – dove non avrebbe potuto essere perché colpito da Daspo – venne arrestato per aver incendiato la bandiera bulgara durante la partita con la nostra nazionale) presenta un suo libro sul tifo con il patrocinio del Comune di Lucca e un assessore cittadino. Il sindaco Favilla sostiene che forse c’è stato un equivoco, ma non ritira il patrocinio. Probabilmente si ricorda di come quei ragazzi, in varie e diverse forme, avevano contribuito alla sua elezione.

Nel frattempo Michele Quintino Miceli, presidente dei veterani sportivi lucchesi, smette di andare allo stadio e commenta: «Ci sono connivenze, che vanno spezzate, tra frange di tifosi e le società». In città, il primo atteggiamento della polizia e quello ancora attuale delle istituzioni fa circolare il sospetto di altre coperture. Allo stadio e fuori continuano le violenze, gli incendi e i furti d’auto. Particolarmente odiosa l’ennesima impresa di Palmeri, che è accusato da una donna di averle fratturato la mascella con un pugno. Persino Forza Nuova e Fiamma Tricolore prendono le distanze. Alcuni mesi fa il più attivo tra gli investigatori, il capo della Digos Gabriele Gargiulo, viene trasferito a Pisa.

Ma arriviamo all’ultimo tragico episodio di pochi giorni fa. In una birreria fuori città quattro Bulldog a cui era stato negato l’ingresso perché la settimana prima avevano lanciato petardi nel locale, sfondano la porta e irrompono. A farne le spese è un giovane avventore incolpevole, Sasha Lazzareschi: cento punti di sutura in faccia e la perdita di un occhio. Due Bulldog arrestati, due indagati. Lucca tace, però. Dalle istituzioni neppure una parola. C’è l’omertà del potere e la paura tra le persone. Difficilissimo ascoltare opinioni. Insofferenza all’argomento: “Sono dementi”, oppure, detto piano piano: “C’è una strana volontà di rimuovere”, è il massimo che riusciamo a raccogliere. Nel frattempo il processo del 2007 prevede una nuova udienza: è lunedì prossimo, 7 giugno.



Il POST

Listen - 15/03/2024 17:08

Purtroppo qui ci ricordiamo l'Andrea di 10 anni fa....e permettici di dire che non e' un bel ricordo, violenza gratuita che chi voleva vivere tranquillo, e non faceva politica, ha dovuto subire.
Se adesso hai trovato il tuo spazio ed un posto dove ricostruire la tua immagine siamo felici per te.

anonimo - 15/03/2024 06:34

La Russia è grande e bellissima. Sarebbe bene che la Russia riconsegnasse all'Ucraina quello che è dell'Ucraina e che i russi se ne tornassero a casa. La Russia resterebbe comunque molto grande (dimensionalmente intendo).

Redazione - 15/03/2024 04:34

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