FANTOZZI (FDI): “CON CORDONI, CONFCOMMERCIO
“CON CORDONI, CONFCOMMER ...
Bene i lavori di sgombero, ora si pensi alla memoria storica
Un nome che aveva dato già problemi alla seconda inaugurazione del parco, dato che fece scalpore l’episodio del 2017 che vedeva con il primo cartello installato nel parco il nome SAHARAWI scritto in modo errato.
Un nome che deriva da una scelta dell’amministrazione Tambellini, su suggerimento del consiglio comunale dei ragazzi (organo che all’interno vedeva una dottrina politica ben precisa), che non ha avuto l’effetto sperato, che rimane tutt’oggi lontano dalla cittadinanza e che soprattuto è andato a cancellare la promessa che l’amministrazione Favilla, l’amministrazione che ha realizzato il parco, aveva preso con i cittadini: Intitolare il parco come “parco del sambuco”, ad onorare la rimozione che avvenne per errore di una pianta di sambuco durante i lavori.
Tale gesto venne rafforzato dalle tre piantine di sambuco che vennero piantate ma che purtroppo sono andate perdute.
Questo secondo battesimo è avvenuto in seguito alla riqualificazione dei “progetti social”, che hanno visto la rimozione della maggior parte dei giochi per i bambini e la creazione degli “orti sociali”, orti nati per essere affidati in seguito ai privati che avessero voluto utilizzarli per coltivare, e di una discutibile pista da bocce.
Orti che in quest’anni non sono mai stati messi a disposizione ai cittadini dall’amministrazione Tambellini e che rendono l’intervento uno spreco di soldi, oltre al fatto che mi risulterebbe che siano nati su un’area urbanistica destinata a parcheggio, quindi senza prima attuare la variante del piano operativo come invece il “manuale” preverrebbe.
Bene quindi la decisione della giunta Pardini di rimuovere le piccole “baracche” per gli attrezzi presenti, che erano in malora e che venivano usate per scopi impropri, ora si pensi al ripristino della memoria storica e alla pacificazione con il quartiere, che prevede solo un patto categorico: “Basta cemento a San Concordio”.
questo ragazzo così giovane sta cercando di valorizzare l'identità storica di questo parco centrale del quartiere. negli anni 90 i comitati locali si sono battuti per non far diventare questo terreno una appendice di pertinenza dei palazzi in costruzione. li ci dovevano venire i campi da tennis a corredo degli appartamenti, quindi sarebbe stata una area privata. al contrario riuscirono a farlo diventare un parco pubblico cercando di valorizzare la presenza di un sambuco monumentale, che poi in seguito - purtroppo - è andato perduto. mantenedo questo nome "parco del sambuco" si ricorda la lotta dei residenti per la propria identità. Bravo !!
anonimo - 26/09/2023 17:53Un nome, quello di parco del sambuco, che renderebbe merito alla cittadinanza attiva di s.concordio che tanti fa ha fatto sì che quel terreno divenisse un parco. Con la Montagnola ha avuto meno fortuna.
Anonimof - 22/09/2023 13:56Comunque una cosa è certa, questo qui riesce ad essere antipatico e politicamente inutile come tutto il partito che rappresenta!
anonimo - 22/09/2023 12:28Il fatto è che lì il parco c'era, ottenuto dalla battaglia dei cittadini del lontano 1996 contro la cementificazione, perchè il Comune aveva approvato un piano di recupero secondo il quale ove ora c'è il parco ci sarebbero dovuti venire i campi da tennis a decoro e servizio del costruendo mega complesso di condomini. Fu grazie all'accogliemento delle osservazioni al piano di recupero fatte dal comitato di allora, ove allegammo la relazione che ci facemmo fare del direttore del Corpo Forestale dello Stato che attestava la presenza di un sambuco monumentale, su cui ottenemmo anche il vincolo della soprintendenza, che il Comune (c'era il sindaco Lazzarini)cambiò il piano di recupero e al posto dei campi da tennis ci si poté fare un parco pubblico. Quindi il nome "parco del sambuco" non è banale, ricorda l'impegno della cittadinanza attiva a difesa del verde. Il parco fu poi inaugurato, più di 10 anni dopo, dalla giunta Favilla, con l'assessore Bruni, col nome di "parco del sambuco". Il problema è un altro, è che con i 4 milioni dei fondi ministeriali cd "Quartieri Social" destinati alle aree verdi di S.Concordio, nell'agosto del 2016 la giunta Tambellini ha deciso di ristrutturare totalmente il parco cui aveva dato il nuovo nome di parco Saharawi, e lo fatto molto male, peggiorandolo nella dotazione di giochi e nella fruibilità. Per non dire che ha fatto carta straccia del progetto da lei stessa approvato nell'aprile 2016, predisposto dai ragazzi che gestivano sia la Biblioteca Popolare di via Urbiciani e gestivano anche il parco, con la consulenza di Ecoland, progetto che era molto meglio ben fatto, condiviso e costava incommensurabilmente di meno. Con la ristrutturazione fatta con i Quartieri Social il parco è diventato un luogo assolato e praticamente inutilizzabile dai bambini piccoli (prima c'erano 10 giochini per loro, ora due), è stato costruito un campo da bocce inutilizzabile ove in tre anni non è mai stata giocata una partita, è stato fatto un WC che (fortunatamente)non è mai stato aperto, fatti orti e relativi deposito atttezzi che in tre anni non sono mai stati assegnati e coltivati, panchine malposizionate che meno male la nuova amministrazione ha spostato. E non è tutto: millemetriquadri di quel parco, urbanisticamente, non sono parco. Sono standard urbanistico parcheggio pubblico, lo sono ancora oggi, nel regolamento urbanistico vigente. Tant'e che nel progetto preliminare viene mantenuto questo standard, ed eliminato solo nel progetto definitivo.
Saneranno l'irregolarita' col Piano Operativo, quando lo approveranno, ma il piano operativo è stato adottato nel 2021, il progetto del parco è stato definitivamente approvato dalla Giunta nel 2018. Poteva farlo senza una variante urbanistica che sancisse il cambio di destinazione? Uno degli oggetti del famoso esposto bene ha detto Carnini
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