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  • 29/08/2023 12:20

La parabola della Casa del Boia

C'è chi dice che l'opera del caudillo Vannacci andrebbe letta nelle scuole. Personalmente trovo molto più interessante la storia del luogo dove verrà presentato il libro del momento cioè la Casa del Boia. Quella sì che è una parabola da far conoscere a piccini e grandi. Nell'ambito di un progetto regionale sulla Via Francigena la Fondazione restaurò con fior di milioni la struttura e poi la consegnò al Comune con un'inaugurazione nella solita pompa magna. Era l'epoca della giunta Tambellini e Casa del Boia e Casermetta annessa avrebbero ospitato il Museo della Francigena e un punto ristoro-accoglienza per pellegrini e turisti. Dopo l'iniziale entusiasmo in poco tempo emersero problemi già visti in opere pensate in segrete stanze e calate dall'alto con poco o nullo confronto con il territorio. Ad esempio solitamente i camminatori frequentano molto poco le Mura dirigendosi dove vengono rilasciate le credenziali e trovano alloggio. Poco o nulla poi venne fatto per coinvolgere realtà locali e quindi sostenere nel tempo il progetto. In pochi anni così, nella disattenzione della politica locale, della Casa del Boia restarono delle sale vuote disponibili ogni tanto per incontri e la Casermetta divenne un chiosco, dalle alterne vicende e orari, affittabile per eventi e compleanni. Niente di nuovo sotto il sole: annunci di rivoluzionari interventi, cantieri, inaugurazioni in pompa magna con foto e dichiarazioni, 15 minuti di fama alla Andy Warhol poi disattenzione e oblio. Funziona sempre così e basti pensare al San Luca, capolavoro insuperato nel genere (chi si ricorda degli immaginifici ospedali per intensità di cura e dei mirabolanti nuovi modelli assistenziali?) cui neppure una pandemia ha portato attenzione, personale, risorse, o alla tettoia di San Concordio, piazza coperta che non copre nessuno di cui fra l'altro ancora è misterioso pure l'utilizzo. Passata l'epoca Tambellini venne l'era Pardini e giù proclami di cambiamento e rivitalizzazione in ogni dove e quindi anche per Casa del Boia e Casermetta. Così udite udite il programma: gestore sarà Toni Lazzaroni il cui primo evento di grido sarà la presentazione del libro del conducador Vannacci. Tanto rumore per nulla. Quanto a Medioevo sicuramente ci siamo: abbiamo uno dei sempiterni lucchesi ex di innumerevoli incarichi e gestioni fra cui il Don Chisciotte e il nuovo Cid Campeador de noartri. Peccato che il progetto iniziale trattava di Via Francigena e Cammini ma chi ci pensa più? Non certo la politica con le visioni e la programmazione che vanno da una campagna elettorale all'altra o da un post all'altro. Peccato che Lucca abbia bisogno di Lavoro e prospettive e perciò di ricerca non di finanziamenti qualunque siano o a spot o di gestori e trovate per i turisti ma di finanziamenti legati a programmi di sviluppo, investitori pubblici e privati, Ricerca vera. Come riportano notizie di questi giorni le botteghe artigiane stanno sparendo sostituite dal niente, da catene, da addetti al benessere e alle nuove tecnologie. Non è un bel panorama ma chi pensa a invertirlo? Chi pensa a creare un lavoro che sia un lavoro e non la consegna pacchi, il tirocinio non retribuito, il felpato ai Comics o sfornare panini nei giorni del Summer Festival? Ci penserà il generale Vannacci, ennesima arma di distrazione di massa? Lo troveranno le tettoie e i passaggi coperti del Tambellini? Le cittadinanze onorarie ai D'Alessandro? Le celebrazioni pucciniane? Lucca capitale della Cultura italiana? Con quali strutture? una caricatura di ospedale e zero sanità territoriale per migliaia di visitatori, raddoppio della ferrovia Firenze-Viareggio di là da venire, rapporti con l'aeroporto di Pisa inesistenti visto anche che a suo tempo furono dismesse le partecipazioni della Provincia di Lucca nella SAT Spa che gestiva il Galilei, principale porta d'accesso al territorio. L'intoccabile Fondazione non crea lavoro, l'IMT non crea niente per il territorio e si limita a occuparlo ma non c'è da preoccuparsi. I motti del Vannacci e i cocktail del Lazzaroni tireranno su il morale da una Notte Bianca all'altra e il Lavoro e l'artigianato potranno essere visti à la Monet sulle Mura con i visori virtuali.


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redazione: la foto è stata sostituita perché quella inviata era troppo piccola

I commenti

Ma scusate, è anche di moda...
usatela come casa del boia!
Lapalissiano!

... - 31/08/2023 17:46

Da condividere: "opere pensate in segrete stanze, non condivise e mal accettate dal territorio, soldi pubblici, rimaste vuote o inutilizzate o mal utilizzate". Accanto alla casa del boia (di positivo, almeno è che è stato un restauro, e non una nuova costruzione), leggo che spicca il San luca, il planetario, la piazza coperta di misterioso utilizzo, ecc. Meditate, amministratori, meditate. Prima di spendere.

Anonimo - 31/08/2023 14:12

Concordo su quanto detto nell'articolo. Tuttavia penso che lo sviluppo del progetto Via Francigena sia ancora interessante. Certo è che non può essere sviluppato dal singolo comune, ma in Italia si pensa ai campanili.

anonimo - 30/08/2023 10:39

A parte le discutibili digressioni sull'aeroporto di Pisa e su IMT, per quanto riguarda il sedicente "Museo della Francigena", il fallimento di una tale cosa era scritto nella sua stessa origine. Infatti l'idea era una boiata del menga e se l'idea è una boiata del menga non può che fallire.

I musei vengono visitati se contengono cose interessanti da vedere. I musei funzionano sul territorio se hanno sezioni didattiche che valorizzano gli oggetti contenuti nel museo stesso.

Per cui bisogna smetterla di fare a Lucca musei del cazzo che contengono un cazzo di nulla!!!

A Lucca abbiamo alcune cose che meriterebbero di essere musealizzate in modo serio, per cui o si fanno i musei che sarebbero logicamente realizzabili, oppure meglio lasciar perdere.

1. Museo scientifico. Non stanza psichiatria a Maggiano, stanza Barsanti e Matteucci, stanza Lunardi (meno male non l'hanno fatta!!) ecc. Museo scientifico con materiali oggi dispersi e in parte (in parte ho scritto, nessuno alzi il culo offendendosi!!) anche mal conservati che si trovano tra Orto Botanico, Massarosa (cui li abbiamo sbolognati, capolavoro di Tambellini), scuole medie superiori, Maggiano, ecc.

2. Museo numismatico con le monete che sono nei magazzini, a villa Guinigi, nelle casseforti, ecc.

3. Museo del costume e del tessuto (con roba in magazzino e solo in piccola parte esposta)

4. Museo arte moderna e contemporanea (con opere del Comune, della Fondazione CRL e Ragghianti)

Se si fanno i musei sopra è ottima cosa se si continua con i musei del nulla, allora lo spreco di soldi continuerà come negli ultimi 40 anni di schifo.

Evidentemente ai lucchesi fa comodo così.



anonimo - 30/08/2023 03:47

Rappresenta bene la nullaggine di una città che si candida a "capitale della cultura" con i vaneggiamenti di Feltri, Paragone e ora pure Vannacci...
Vannacci sua ...!!!
Lo dissi già in un altro commento, ormai è la "Casa del boia chi molla".

JD - 29/08/2023 19:19

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