C'è chi dice che l'opera del caudillo Vannacci andrebbe letta nelle scuole. Personalmente trovo molto più interessante la storia del luogo dove verrà presentato il libro del momento cioè la Casa del Boia. Quella sì che è una parabola da far conoscere a piccini e grandi.
Nell'ambito di un progetto regionale sulla Via Francigena la Fondazione restaurò con fior di milioni la struttura e poi la consegnò al Comune con un'inaugurazione nella solita pompa magna.
Era l'epoca della giunta Tambellini e Casa del Boia e Casermetta annessa avrebbero ospitato il Museo della Francigena e un punto ristoro-accoglienza per pellegrini e turisti.
Dopo l'iniziale entusiasmo in poco tempo emersero problemi già visti in opere pensate in segrete stanze e calate dall'alto con poco o nullo confronto con il territorio.
Ad esempio solitamente i camminatori frequentano molto poco le Mura dirigendosi dove vengono rilasciate le credenziali e trovano alloggio. Poco o nulla poi venne fatto per coinvolgere realtà locali e quindi sostenere nel tempo il progetto.
In pochi anni così, nella disattenzione della politica locale, della Casa del Boia restarono delle sale vuote disponibili ogni tanto per incontri e la Casermetta divenne un chiosco, dalle alterne vicende e orari, affittabile per eventi e compleanni.
Niente di nuovo sotto il sole: annunci di rivoluzionari interventi, cantieri, inaugurazioni in pompa magna con foto e dichiarazioni, 15 minuti di fama alla Andy Warhol poi disattenzione e oblio.
Funziona sempre così e basti pensare al San Luca, capolavoro insuperato nel genere (chi si ricorda degli immaginifici ospedali per intensità di cura e dei mirabolanti nuovi modelli assistenziali?) cui neppure una pandemia ha portato attenzione, personale, risorse, o alla tettoia di San Concordio, piazza coperta che non copre nessuno di cui fra l'altro ancora è misterioso pure l'utilizzo.
Passata l'epoca Tambellini venne l'era Pardini e giù proclami di cambiamento e rivitalizzazione in ogni dove e quindi anche per Casa del Boia e Casermetta.
Così udite udite il programma: gestore sarà Toni Lazzaroni il cui primo evento di grido sarà la presentazione del libro del conducador Vannacci.
Tanto rumore per nulla. Quanto a Medioevo sicuramente ci siamo: abbiamo uno dei sempiterni lucchesi ex di innumerevoli incarichi e gestioni fra cui il Don Chisciotte e il nuovo Cid Campeador de noartri.
Peccato che il progetto iniziale trattava di Via Francigena e Cammini ma chi ci pensa più? Non certo la politica con le visioni e la programmazione che vanno da una campagna elettorale all'altra o da un post all'altro.
Peccato che Lucca abbia bisogno di Lavoro e prospettive e perciò di ricerca non di finanziamenti qualunque siano o a spot o di gestori e trovate per i turisti ma di finanziamenti legati a programmi di sviluppo, investitori pubblici e privati, Ricerca vera.
Come riportano notizie di questi giorni le botteghe artigiane stanno sparendo sostituite dal niente, da catene, da addetti al benessere e alle nuove tecnologie. Non è un bel panorama ma chi pensa a invertirlo? Chi pensa a creare un lavoro che sia un lavoro e non la consegna pacchi, il tirocinio non retribuito, il felpato ai Comics o sfornare panini nei giorni del Summer Festival?
Ci penserà il generale Vannacci, ennesima arma di distrazione di massa? Lo troveranno le tettoie e i passaggi coperti del Tambellini? Le cittadinanze onorarie ai D'Alessandro? Le celebrazioni pucciniane? Lucca capitale della Cultura italiana? Con quali strutture? una caricatura di ospedale e zero sanità territoriale per migliaia di visitatori, raddoppio della ferrovia Firenze-Viareggio di là da venire, rapporti con l'aeroporto di Pisa inesistenti visto anche che a suo tempo furono dismesse le partecipazioni della Provincia di Lucca nella SAT Spa che gestiva il Galilei, principale porta d'accesso al territorio.
L'intoccabile Fondazione non crea lavoro, l'IMT non crea niente per il territorio e si limita a occuparlo ma non c'è da preoccuparsi.
I motti del Vannacci e i cocktail del Lazzaroni tireranno su il morale da una Notte Bianca all'altra e il Lavoro e l'artigianato potranno essere visti à la Monet sulle Mura con i visori virtuali.
---------
redazione: la foto è stata sostituita perché quella inviata era troppo piccola
Estratto da www.lavocedilucca.it/post/8205/la-parabola-della-casa-del-boia.php