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  • 12/03/2025 16:06

NON SI POSSO VENDERE AI PRIVATI ANCHE LE MONTAGNE

NON SI POSSO VENDERE AI PRIVATI ANCHE LE MONTAGNE


Si avvicinano le elezioni regionali della Toscana e i partiti iniziano a definire il proprio posizionamento. Sinistra Italiana Toscana segnala ai potenziali alleati di un futuro schieramento le proprie priorità. “Si parte dal programma”: questo è il principale segnale alla maggioranza che governa la Regione. Sinistra Italiana avverte innanzitutto la necessità che il tema della tutela ambientale, della riconversione ecologica dell’economia utile a promuovere un nuovo modello economico realmente sostenibile rappresenta una delle principali priorità . La fed. Lucchese di Sinistra italiana chiede che la questione relativa al settore lapideo e agli usi civici deve entrare a far parte del dibattito politico programmatico in quanto il posizionamento, della attuale maggioranza che esprime il governo della Regione Toscana, in questi anni si è limitata solo all’esaltazione del valore economico dei giacimenti marmiferi, sminuendone il valore ambientale e paesaggistico. In questo modo si occulta il valore idrogeologico e paesaggistico delle nostre montagne. La distruzione immane delle Alpi del comprensorio di Carrara non rappresenta un esempio da replicare ma bensì da assumere a simbolo del prevalere di logiche corrispondenti alla realizzazione di grandi profitti privati, di una errata politica di redistribuzione della ricchezza, di una sempre minore ricaduta sociale in ragione della progressiva e ultradecennale riduzione delle ricadute occupazioni.

La vicenda del Monte Altissimo ha raggiunto un significativo valore emblematico a livello regionale, in esso si assiste ad una incapacità, da parte della politica regionale, di trovare un equilibrio tra i diversi interessi in campo. L’avvallo da parte della Regione alla proposta di conciliazione presentata da Henraux spa al Comune di Seravezza, è ritenuta inaccettabile. Non di conciliazione si tratta ma del riconoscimento della proprietà privata, per quasi 2 milioni di metri quadrati di terreni, del Monte Altissimo e dl Monte Pelato .

Per arrivare a questo risultato sono stati negati, attraverso pratiche amministrative contorte, i legittimi diritti degli abitanti delle comunità della montagna seravezzina, che hanno il diritto di pronunciarsi sul destino di un territorio da secoli nella loro disponibilità.

Sinistra Italiana chiede: La rielezione degli organi amministrativi dell’Asbuc della Montagna di Seravezza che viene negata perché si teme che la popolazione respinga l’accordo, come già accaduto nel precedente tentativo del 2018, e l’Amministrazione comunale di Seravezza continua a negare e ad opporsi ai diritti inalienabili pur di consolidare un alleanza sociale con forze economiche molto influenti a livello locale che svolgono un’azione predatoria sulle nostre montagne, lasciando in eredità alle future generazioni solo disastri ambientali e paesaggistici e briciole economiche semplicemente ridicole.

Secondo il Dipartimento regionale ambiente di Sinistra Italiana, che fa proprio questo appello dei compagni/e seravezzini, è venuta completamente meno una indispensabile critica ad una politica industriale imposta da gran parte delle imprese del settore, che tendono a sottrarre al territorio e alle sue istituzioni, il controllo amministrativo, previsto dalle leggi regionali, sia l’identificazione delle quantità estratte, che il rispetto della prescrizione che impone la lavorazione in zona di almeno il 50% del materiale portato a valle. Altro che rischio di chiusura delle cave: si tratta di uno strumentale allarme sociale che non ha motivo di essere. C’è bisogno di un reale controllo pubblico sull’escavato, sul valore reale di quanto viene estratto dai monti e sull’incremento di questo valore: che solo la trasformazione e commercializzazione dei prodotti finiti può nuovamente garantire. Il lavoro e l’occupazione sulla montagna non può passare sempre e comunque solo dalle cave, ma attraverso una seria e reale politica di transizione e dal rilancio di una economia più rispettosa dell’ambiente e del paesaggio. Non si può continuare a devastare le nostre montagne che sono patrimonio comune di tutti, la prossima amministrazione regionale deve rilanciare il Parco Regionale delle Alpi Apuane, a partire dalla approvazione del Piano Integrato del Parco e dalla necessità di un serio ripensamento sul ruolo, della struttura commerciale e produttiva e del peso del settore lapideo nella nostra economia che da comparto produttivo si è avviato da anni a diventare un settore di esportazione all’estero di blocchi grezzi estratti dalle nostre montagne.


Eugenio Baronti


Dipartimento regionale ambiente Sinistra Italiana


08/03/2025

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