Il dibattito sull'opportunità di introdurre prima e conservare poi
i bonus edilizi è decisamente animato, e sarà una nuova scommessa per
il futuro governo, qualunque sia la fonte da cui nascerà.
Su dette misure si sono innescate incertezze interpretative
(dovute soprattutto a vuoti normativi) e talvolta abusi applicativi; la
sommatoria dei due fatti ha indotto molti a ritenere che lo strumento
fosse errato in sé e comunque a circondarlo di sospetti, soprattutto
riguardo alla misura più appetita, quella del bonus 110%
Ance da sempre si è battuta per il rigore e la trasparenza della
misura, e stavolta, proprio perché consapevole che la misura fosse
fortemente avversata da parte di alcuni, ha compiuto un'operazione
quantificativa: ha cioè dimostrato, per campione seppure a
livello empirico, cosa il bonus lascia a terra in termini di ritorno
allo Stato in termini di nuove tasse, iva, contributi. Dei 38,7 miliardi
di detrazioni maturate, l'erario spende in effetti 6,6 miliardi,
provenendo gli altri dal Pnrr (13,,9 miliardi) e dai ritorni dal fisco.
Lo studio realizzato da Ance misura un ipotetico cantiere, su cui
vengano realizzati gli intervente specifici del superbonus (rivestimento
termico, impianti e materiali, progettazione, serramenti, opere edili,
ponteggi iva e, ultima ma non ultima, la spesa per la sicurezza).
"Su queste voci - spiega la presidente di Ance Toscana Nord, Daria Orlandi -è
stata inoltre stimata la componente lavoro e quella prodotto, secondo
un calcolo che ha tenuto conto anche dei benefici indotti dalla misura
per chi ad essa ha ricorso (risparmio per minor spesa energetica,
aumento del valore degli immobili ristrutturati) oltre allo choc
positivo che il settore ha ricevuto. Non importa andare a Roma, del
resto, per rendersi conto che i cantieri sono ancora in fermento, quello
che non vedevamo da tempo e che ha contribuito a ridare slancio al
comparto dell'edilizia. Certo, è importante che le opere siano eseguite a
regola d'arte, e purtroppo osserviamo che troppi si improvvisano
"impresa", senza averne le competenze: sollecitiamo tutta a
controllare bene le credenziali professionali dell'azienda a cui
affidano la ristrutturazione della propria casa, nel momento in cui
attivano il cantiere."
"Interventi di questo tipo richiedono una professionalità specifica - aggiunge da Lucca Oliviero Del Debbio,
vice presidente di Ance Toscana Nord - , che nasce da una formazione
che non si improvvisa; alla scuola edile lucchese (organismo paritetico
da Ance partecipato) per esempio, oltre ai tradizionali corsi sulla
sicurezza sono organizzati o potenziati corsi sull'allestimento di
ponteggi e sull'installazione dell'isolamento a cappotto. Analogamente, questo avviene nelle scuole di Pistoia e di Prato, afferenti al sistema Ance. Anche per
non disperdere queste professionalità, sarebbe importante che la misura
diventasse strutturale: i benefici sarebbero generalizzati, come lo
studio Ance dimostra"
"Occorre continuare a sostenere la misura - rincalza Giacomo Salvi,
l'altro vice presidente di parte pistoiese - e per parte nostra lo
possiamo fare solo sostenendo che sul mercato devono stare imprese
qualificate, soprattutto per interventi di maggior spessore, affiancate
da professionisti competenti a gestire cantieri così complessi e da una
normativa di univoca interpretazione. Fondamentale, nell'immediato, che
vengano sbloccati i crediti per eseguire i contratti in corso e portare a
termine i lavori già affidati o addirittura iniziati; in assenza di
tale provvedimento, le imprese non potranno smaltire l'enorme mole di
crediti fiscali accumulato, ed alcune sono già a rischio di incolpevole
fallimento" .