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  • 10/01/2024 15:37

Comunicato della Commissione Socio-Sanitaria di Lucca a seguito della Commissione esterna odierna presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale San Luca.

Comunicato della Commissione Socio-Sanitaria di Lucca a seguito della Commissione esterna odierna presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale San Luca.





Stamattina la Commissione Politiche Sociali, Abitative e della Salute si è recata presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale San Luca di Lucca per una Commissione esterna avente scopo quello di effettuare un sopralluogo dello stesso.


Purtroppo è stato possibile visitare solo l'area esterna dove dovrebbe essere ampliato il Pronto Soccorso tramite prefabbricato.

Non ci è stato concesso l'ingresso all'interno del Pronto Soccorso, limitando il sopralluogo alla sala di attesa a causa - a dire dell'Azienda - di un picco influenzale e di casi COVID, nonostante la nostra disponibilità ad adottare tutti gli strumenti anti-contagio, a partire dalla mascherina.


Allo stesso modo, non è stata accolta la nostra proposta di limitare il sopralluogo ad un membro di maggioranza ed un membro di minoranza della Commissione insieme al Vice Sindaco, rappresentandoci che avrebbe potuto concedere l'accesso ad un solo rappresentante, e concedendoci una sala ove riunirci.


A questo punto, dopo un breve consulto tra i membri della Commissione è stato deciso di sciogliere la stessa con accordo di tutti i componenti. Il Consigliere Daniele Bianucci, seppure in linea con la posizione unanime dell’intera Commissione, ha evidenziato che, vista l’urgenza delle problematiche presenti nel pronto soccorso, avrebbe preferito comunque procedere con l'audizione del Direttore del Pronto Soccorso, il Direttore del Presidio Ospedaliero e delle sigle sindacali presenti nella sala messa a disposizione dalla ASL.


Rilevato però che lo scopo della Commissione in esterna fosse quello di verificare il funzionamento e le problematiche presenti presso il Pronto Soccorso e che a tal fine la visita al Pronto Soccorso fosse fondamentale e ritenendo che la sede più idonea per le audizioni sia all'interno del Palazzo Comunale - non solo attrezzata per la registrazione delle sedute, ma anche aperta alla cittadinanza - nonché per dare un segnale a fronte della mancata possibilità di effettuare il sopralluogo, è stato deciso di chiudere lì la seduta odierna della Commissione.


Come Presidente ho preso contatti con le sigle sindacali presenti, che hanno dato la loro disponibilità ad essere auditi in Commissione ed altresì inviterò in Commissione il Direttore del Presidio Ospedaliero, la Direttrice del Pronto Soccorso, la Dirigenza infermieristica a partire dalla Coordinatrice del Pronto Soccorso, il Direttore Generale dell'Azienda Usl Toscana Nord Ovest.


Ci tengo a precisare che il sopralluogo al Pronto Soccorso però non è cancellato, lo stesso verrà nuovamente riprogrammato, e che i lavori della Commissione continueranno ad occuparsi dell'argomento.



-- 

Il presidente della della Commissione

        Mara Nicodemo 

I commenti

Dopo il decreto svuotacarceri faranno anco quello svuotaospedali,
vi metteranno direttamente nel forno!
Ahr! Ahr! Ahr!

... - 16/01/2024 15:22

Tutti si lamentano nemmeno fossimo a un PRONTO SOCCORSO

Disagiato - 16/01/2024 12:23

Cero lei si è riposato poteva riposarsi a casa e lasciare posto ad uno grave

Dr Sonnifer - 16/01/2024 09:37

Oh ma mica siamo in un ospedale

Lilla - 16/01/2024 09:35

Io sono stato recentemente per due notti al pronto soccorso. Francamente non è un inferno. I medici sono tanti, gli infermieri pure e anche gli OSS abbondano. Gli spazi sono un po' ristretti, ma questo ospedalino San Luca è nato stretto per volontà della regione e questo problema lo risolveranno forse le prossime generazioni. Noi moriremo con questo ospedale qui. Il vitto è decente. Ci sono le tende tra i letti (che poi non sono letti veri, ma barelle)??? Oh, ma che volete il grand hotel?? Gli ospedali, fino a cinquant'anni fa erano fatti di camerate e anche il Campo di Marte aveva sei letti per stanza. Ma dove vi credete di essere? I soldi pubblici non sono infiniti e per avere ospedali grand hotel si devono pagare più tasse. Molte di più. Unico difetto è che medici, infermieri ed OSS non sanno comunicare con i pazienti. Questo il vero difetto. Consiglio all'ASL di fare un bel corso per insegnare al personale ad avere corrette relazioni con i pazienti. Io a casa lavoro come un miccio. Ho passato due giorni al pronto soccorso e mi sono riposato in osservazione. Ho letto e mi sono disteso i nervi. Ho anche mangiato a spese dello stato, cui generalmente pago tasse e balzelli. Ve l'assicuro non è un inferno. L'inferno è avere una malattia grave, quello si.

Anonimo - 12/01/2024 02:04

Per pluri esperienza da familiare ossevatore, in silenzio (non è possibile far altro che guardare in silenzio), certi giorni appare come una nave a vela disalberata con l'equipaggio alla deriva in un mare in tempesta.
Cari Bimbi, è il VOSTRO futuro!
E siete solo e soltanto VOI che scegliete il VOSTRO futuro, naturalmente e classicamente A VOSTRA INSAPUTA!

... - 11/01/2024 19:42

Se entravano vedevano il vero CAOS

Uno - 11/01/2024 19:32

Se entravate alPS rischiavate come minimo di beccarvi il COVID, visto come è distribuito questo reparto, stanze piccole, soffitti bassi, finestre cementate e soffioni di aria sempre accesi , una promiscuità da fare paura, letto divisi da tende inadeguate per una privacy che non esiste. I poveri operatori sempre in prima linea , che nonostante tutto si adoperano per assistere gli sfortunati pazienti. Ma questo non è un ospedale è in inferno .

Anonimo - 11/01/2024 17:34

Di Vito , un logorroico tanto fumo niente arrosto.
Nicodemo, pensa al garante per la tutela dei cani, oltre non può.

anonimo - 11/01/2024 12:41

Liste d’attesa lunghe o bloccate: ma curarsi non era un diritto?

Certo, curarsi è un diritto, ma purtroppo sempre più spesso c’è chi sceglie di non farlo per i costi troppo elevati delle visite e delle prestazioni mediche o per le interminabili liste d’attesa.

E questo, anche nei casi più gravi. La sanità in Italia sta cedendo e a farne le spese è il cittadino.

Ma forse non tutti sanno che esiste un decreto (D.Lgs. n. 124 del 1998) che regolamenta le liste d’attesa, indicando che le Regioni, insieme alle Aziende Unità Sanitarie locali e gli ospedali, devono stabilire i tempi massimi che intercorrono tra la richiesta della prestazione e la sua esecuzione. Questo intervallo di tempo deve essere reso publico e dovrebbe essere comunicato all’assistito al momento della richiesta.

Visita privata ma al costo del ticket

Se i tempi massimi di attesa superano quelli stabiliti, si può chiedere che la prestazione venga fornita in intramoenia senza dover pagare il medico come “privato”, ma corrispondendo solo il ticket. Un diritto che può essere esercitato per tante tipologie di esami e visite specialistiche (ad oggi sono 58 le prestazioni su cui sono state definiti i relativi tempi massimi d’attesa).
La differenza di costo è a carico dell’Azienda Sanitaria locale, e se il cittadino ha l’esenzione dal ticket, allora non paga nulla e il costo è a totale carico dell’Azienda Sanitaria locale.

E se le liste sono bloccate?

Un nuovo strumento adottato dalle ASL è quello di bloccare le liste d’attesa, in genere dopo l’estate. I cittadini in questo modo non entrano nella lista e non possono fare la visita se non con l’avvento dell’anno nuovo. Anche in questo caso il decreto dà diritto alla prestazione in intramoenia pagando solo ticket. L’Asl, bloccando le liste, non non può garantire il rispetto dei tempi, contravvenendo ai suoi doveri nei confronti del cittadino.

Un modulo per la richiesta

Se la lista d’attesa è lunga, ed esce fuori i tempi massimi stabiliti, il cittadino dovrà compilare un modulo in cui richiede la prestazione in regime di libera attività professionale. Il modulo va intestato all’Azienda Sanitaria di appartenenza allegando la ricetta medica e la prescrizione del cup.

Un medico può certificare l’urgenza?
Sì, è prevista la possibilità per il medico (medico del servizio pubblico, medico di famiglia, pediatra, guardia medica) di applicare un codice di priorità alla prestazione richiesta. Sulla ricetta potrà quindi indicare il codice U (urgente) per cui la prestazione dovrà essere erogata entro 72 ore, B (breve) entro 10 giorni, D (differibile) entro 30 giorni le visite e 60 giorni la gli esami diagnostici, P programmabile.

Ma perché non se ne parla?

Il diritto ad accedere alle cure pubbliche in tempi precisi, nonostante sia previsto dalla legge, nella realtà è ancora troppo poco conosciuto e fortemente ostacolato. Tra le cause, c’è la scarsa trasparenza delle amministrazioni sui diritti dei cittadini a cui fa “comodo” prendere tempo e lasciar aspettare, soprattutto in mancanza di soldi. Questa mancanza di informazioni però penalizza ancora una volta i più deboli. Sul rispetto dei tempi di attesa, sul corretto esercizio dell’intramoenia e più in generale sul rispetto dei diritti dei pazienti c’è da fare ancora moltissimo da fare, non da ultimo, intensificare i controlli, troppo pochi e con molte falle.

Xxx - 11/01/2024 09:19

Il Di Vito conosce la materia sul piano tecnico, ma non ha bisogno di entrare nel pronto soccorso in quanto ci entra già per lavoro. Gli altri, anche se entrano, non sono in grado di capirci nulla. Oltre a questo l'ospedale non dipende dal Comune. Per cui hanno fatto bene a rimbalzarli.

Anonimo - 11/01/2024 01:54

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