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San Luca in tilt, manca personale Nursind: “Terapia intensiva choc Tutti chiedono il trasferimento“
Il sindacato degli infermieri denuncia gli effetti delle mancate assunzioni: lunghe attese al pronto soccorso e anche per gli interventi chirugici oltre che per le visite prescritte dal medico specialista o di base.
L’intenzione dichiarata in premessa dal Nursind è quella di non allarmare gli utenti, ma la situazione è alle corde. “Anche perchè - evidenzia il sindacato degli infermieri – i “dati rassicuranti“ forniti dall’azienda sulle nuove assunzioni sono travisati, facendo riferimento a personale già presente nel San Luca con contratti a tempo determinato eo tramite agenzie interinali come prestatori d’opera assistenziale. Bene che siano stabilizzati ma non si possono spacciare per nuovi ingressi“.
E ora il quadro. “Nell’ospedale San Luca i settori in maggiore sofferenza per carenza di personale assistenziale sono prevalentemente i reparti di degenza, come le medicine, la chirurgia e anche il settore intensivo e sub intensivo; tutti reparti in cui l’assistenza si deve garantire sia durante le ore diurne che notturno. Risultano scoperti, in questo periodo, proprio i così detti “turnisti”, cioè gli operatori assistenziali che devono garantire l’assistenza nelle 24 ore“. Focus del sindacato anche sulla recente rimodulazione del reparto di terapia intensiva del San Luca dove l’intero corpo infermieristico, sta chiedendo il trasferimento. “Si tratta di uno dei reparti più critici dell’intero ospedale– dichiara il direttivo provinciale della segreteria Nursind di Lucca–, dove i pazienti ricoverati richiedono un livello di assistenza molto complesso, in cui le persone bisognose di cura e attenzioni dipendono completamente dagli operatori sanitari e dove ogni agire è indirizzato al recupero dello stato di salute dell’assistito. Siamo veramente sconcertati dalle nuove modalità organizzative individuate dall’azienda, per recuperare una insignificante numero di personale, come sta avvenendo in questi giorni nel reparto di terapia intensiva. Vengono oltretutto utilizzati codici colori per distinguere lo stato di gravità dei pazienti, sebbene, per sua natura, la Rianimazione impone il rapporto di un infermiere ogni due pazienti“. “Proprio a seguito di questa ultima disposizione, tutto il personale della terapia intensiva, dopo il Covid, adoperatosi con grande forza di volontà con il solo obiettivo di riportare in salute i pazienti ricoverati e rischiando la propria vita e quella dei propri cari, ha presentato in toto la domanda di mobilità per altro settore – segnala il sindacato –, sentitosi raggirato da una direzione che promette ma non mantiene, che con un giorno di preavviso applica modifiche repentine alla organizzazione del lavoro peggiorando le condizioni lavorative del personale e incrementando esponenzialmente il rischio di errore“.
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