Nursing Up: servono scelte coraggiose per futuro infermieri
Servono riforme di struttura che valorizzino infermieri e professioni sanitarie. Così Antonio De Palma, presidente del sindacato di categoria Nursing Up, a margine dell'incontro tra il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e i sindacati avvenuto martedì 4 luglio.
Senza scelte coraggiose rimarremo nel limbo della mediocrità. È quello che Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, ha voluto far presente al ministro della Salute Schillaci in occasione dell'incontro avvenuto nella sede di Lungotevere Ripa a Roma tra le organizzazioni sindacali e il Ministro.
Non abbiamo bene compreso la scelta di incontrare separatamente i sindacati dei medici e quelli delle altre professioni sanitarie e degli altri dipendenti del SSN - scrive De Palma in una nota - in un momento così delicato per la sanità italiana, in cui la parola ricostruzione deve essere il comune denominatore, in cui tutte le parti in causa, tutte le professioni, gli uomini e le donne da cui ripartire, seppur nel rispetto dei loro ruoli ben distinti, possono e devono essere messi nella condizione di contribuire, 'presi per mano', si spera, finalmente, da una buona politica, alla rinascita del sistema, in un percorso di rinnovati equilibri.
E continua: L'Italia è ancora agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda la retribuzione del personale infermieristico e delle professioni sanitarie ex legge 42/1999, con stipendi netti di 1500 euro circa. Abbiamo voluto ricordare al ministro che sono gli infermieri a rappresentare la maggiore e più preoccupante carenza di personale sanitario, con una lacuna strutturale di 65-80mila unità e un picco che conduce fino a una carenza di 250mila unità, se si ragiona sulla base degli standard degli altri paesi europei e sul rinnovato fabbisogno di una popolazione che viaggia inesorabilmente verso l'invecchiamento. Abbiamo detto al ministro che una reale valorizzazione degli infermieri e delle professioni sanitarie non può realizzarsi senza che vengano integrati, una volta per tutte, i loro stipendi, senza valorizzarli oltre le parole.
Deroga al vincolo di esclusività
Noi non siamo soddisfatti della legge n. 56 del 26 maggio 2023 (conversione del DL 34/2023), relativa alla disapplicazione del vincolo di esclusività - continua De Palma - ed autorevoli pareri tecnici corroborano la nostra analisi circa la precarietà di tale norma, che va rivista, per i vincoli che prevede. A questo si aggiunge che le Regioni si stanno organizzando per adottare una serie di provvedimenti organizzativi che, in un affannoso tentativo di interpretare ed applicare queste nuove norme, esasperano i limiti indicati dalla legge, rendendo praticamente irrealizzabile l'esercizio di attività fuori dal rapporto di lavoro, tra una incomprensibile esclusione dei dipendenti in part time, vincoli per i professionisti di dichiarare la disponibilità ad effettuare attività per lo smaltimento delle liste di attesa come precondizione autorizzativa dell'attività esterna, domande preliminari ed obblighi di comunicazione sin anche delle giornate ed ancora orari di svolgimento delle prestazioni ed eventuali variazioni delle stesse e/o dei turni di servizio effettuati presso terzi, e ancora report trimestrali, dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà e tanto altro ancora. Perché tutto questo non è richiesto ai medici, ad esempio?
Abbiamo sempre posto all'attenzione del ministro che la libera professione - si legge ancora nella nota - in ragione della grave mancanza di infermieri, può rappresentare la reale e concreta soluzione per supportare la febbricitante sanità privata, ed è indispensabile per rilanciare quella sanità territoriale che è imperniata sulle competenze infermieristiche, su quell'assistenza al paziente, ai malati cronici, alle famiglie, che solo gli infermieri possono e sanno portare avanti. E non è un caso che l'Oms, di recente, abbia ribadito che infermieri e ostetriche rappresentano le prime e le ultime figure che il paziente incontra nel suo complesso percorso di cura, dove, oltre alle competenze di questi ultimi, è forte di quel rapporto diretto e umano che fa la differenza nei lunghi iter assistenziali.
Equivoci e controversie: sono questi - sottolinea De Palma - i punti saldi dell'analisi, schietta e lapidaria, che testate nazionali evidenziano sulla legge n. 56 del 26 maggio 2023, appoggiando in pieno quanto da noi fin qui sostenuto, avallando, di fatto, le nostre richieste, al Governo, al Ministro Schillaci, di rivedere il tutto, con coerenza, con lucidità, per non rischiare di rimanere tristemente fermi al palo.
Insomma - incalza - se stiamo parlando di attività oltre il normale orario di lavoro, e quindi di libera professione, il datore di lavoro non è tenuto e non dovrebbe effettuare alcun controllo e quindi desta perplessità la prevista verifica sul 'rispetto della normativa sull'orario di lavoro'. Un infermiere, un'ostetrica o un altro professionista sanitario dovrebbero poter svolgere attività libero-professionale in favore di terzi senza ingerenze di sorta. Non abbiamo mancato di sottolineare che in questo momento occorre maggiore coraggio da parte del Governo, occorre un intervento decisivo, che riveda, almeno parzialmente quelle norme, cancellando i vincoli inutili, che non condurranno da nessuna parte. Dal canto suo, il ministro ha assicurato la volontà di lavorare sulle questioni oggetto di denuncia da parte del Nursing Up, e si è congedato da tutte le OO.SS. presenti dando la propria disponibilità a nuovi incontri per affrontare le varie materie, conclude il presidente Nazionale del Nursing Up.
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