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  • 12/10/2025 20:38

Sinfonia masticatoria in quattro portate

Oggi mi diletto ironicamente a descrivervi un modo di fare talvolta veramente disgustoso, ma lo faccio ironicamente visto che ora siamo tutti per la pace. C’è un momento magico, a tavola, in cui tutto tace… poi qualcuno affonda la forchetta e parte il concerto: slurp, ciack, cronc, gnam. Un capolavoro sonoro che manco Morricone, se fosse stato affamato. Ogni famiglia ha il suo solista: – Il masticatore cinematografico, che trasforma ogni boccone in un effetto speciale. – Il risucchiatore di spaghetti, eroe nazionale convinto che l’aria migliori il sapore. – Il percussionista, che accompagna ogni frase picchiettando con la forchetta sul piatto come se avesse un contratto con la Banda dei Carabinieri. E poi, naturalmente, c’è la minoranza silenziosa: quelli che masticano piano, occhi bassi, mentre dentro gridano “PERCHÉ, DIO, PERCHÉ?”. I più sensibili soffrono di misofonia, cioè quel disturbo che fa odiare certi suoni. Ma in Italia, ammettiamolo, è più diffuso un altro male: la mancanza di autocritica acustica. “Io rumoro, quindi esisto.” Soluzione? O si mette la musica, o si mette distanza. Oppure si accetta che a tavola, in fondo, non si mangia solo: si ascolta un’intera orchestra. E il primo violino è sempre quello con la bocca piena. Il Pecoraro

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