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  • 10/10/2025 18:46

Rapporto OMS: infermieri e medici europei allo stremo. Il 10 per cento pensa al suicidio

L’allarme OMS sulla salute mentale di medici e infermieri europei. In Italia i dati confermano la tendenza: ansia, depressione e pensieri suicidari colpiscono migliaia di professionisti della sanità Bruxelles, 10 ottobre 2025 – Medici e infermieri in Europa stanno crollando. Non per le malattie che combattono ogni giorno, ma per un sistema che li consuma, li isola, li lascia soli. È quanto emerge dal più vasto studio mai condotto sul benessere psicologico degli operatori sanitari: oltre 90.000 voci in 29 paesi che raccontano una realtà drammatica, spesso ignorata. Secondo il rapporto MeND 2025, pubblicato dall’OMS Europa in collaborazione con la Commissione Europea, uno su tre tra medici e infermieri mostra sintomi clinici di ansia o depressione, e più di uno su dieci pensa al suicidio. È la più grande indagine mai realizzata sul tema in Europa e conferma un’emergenza che non riguarda solo i professionisti, ma la tenuta stessa dei sistemi sanitari. “Proteggere la salute mentale di chi si prende cura di noi non è solo un dovere morale. È una scelta strategica per la sopravvivenza dei nostri sistemi sanitari.” — Dr. Hans Kluge, direttore OMS Europa L’Italia non è immune Nel profilo nazionale del rapporto OMS/Europa MeND 2025, dedicato alla salute mentale di medici e infermieri, emergono dati allarmanti anche per l’Italia. Secondo l’indagine, il 24% dei medici e degli infermieri italiani mostra sintomi compatibili con disturbi d’ansia, mentre la depressione riguarda rispettivamente il 28% dei medici e il 32% degli infermieri. Inoltre, oltre un medico su dieci e un infermiere su dieci dichiara di aver avuto pensieri suicidi passivi nelle due settimane precedenti alla rilevazione. La ricerca segnala anche la diffusione di contratti temporanei e orari di lavoro prolungati, condizioni che l’OMS identifica come fattori di rischio per ansia, depressione e ideazione suicidaria. Tuttavia, come in altri Paesi europei, la maggioranza del personale sanitario italiano continua a dichiararsi motivata e soddisfatta del proprio ruolo, pur tra mille difficoltà e una pressione crescente sul sistema. Preoccupante, però, il dato sulle intenzioni di lasciare la professione: quasi il 10% dei medici e il 15% degli infermieri italiani sta seriamente valutando un cambio di lavoro. Un sistema sotto stress Il MeND dipinge un quadro comune: violenza sul lavoro, turni infiniti e scarso supporto psicologico. Un operatore su tre ha subito bullismo, minacce o aggressioni fisiche, e uno su quattro lavora oltre 50 ore a settimana. Le conseguenze non sono solo personali: un medico depresso o esausto è più esposto a errori, assenze e scarsa efficacia terapeutica. L’OMS sottolinea che la salute mentale del personale è strettamente legata alla sicurezza dei pazienti. Dove le condizioni di lavoro migliorano – grazie a orari più regolari, team di supporto e leadership empatica – diminuiscono anche gli eventi avversi e i tassi di abbandono. Sette mosse per cambiare rotta Per l’OMS, affrontare la crisi significa agire subito su sette fronti strategici: Tolleranza zero per la violenza e le molestie nei luoghi di cura. Turni più prevedibili e flessibili per proteggere la salute mentale. Gestione equa degli straordinari, con rispetto dei diritti e dei tempi di riposo. Riduzione dei carichi di lavoro, attraverso un miglior bilanciamento del personale. Formazione dei leader e dei dirigenti alla tutela del benessere psicologico. Supporto psicologico accessibile e non stigmatizzante per tutti gli operatori. Monitoraggio costante del benessere del personale sanitario a livello nazionale ed europeo. “Con una carenza stimata di quasi un milione di operatori entro il 2030, non possiamo permetterci di perderli per burnout o disperazione. Il loro benessere è il fondamento stesso della sicurezza dei pazienti.” — Dr. Hans Kluge, OMS Europa Una scelta politica, non solo sanitaria Il MeND 2025 non è un semplice rapporto tecnico: è un appello politico. Chiede ai governi europei di agire, non di commentare. L’Italia, come molti altri Paesi, è davanti a un bivio: investire nella salute mentale dei suoi professionisti o continuare a logorarli in un sistema che rischia di collassare. Perché la prossima emergenza sanitaria potrebbe non essere una pandemia, ma una crisi silenziosa fatta di burnout, assenze e dimissioni. E senza chi cura, nessun sistema di cura può sopravvivere. https://www.infermieristicamente.it

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