Lementele - Comune LCG leggono i social ?
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                                                                Global Strike a Lucca per la giustizia ecologica e sociale venerdì 11 aprile
La Toscana è stata recentemente colpita da numerose alluvioni che hanno creato diversi
danni, e non è la prima volta: ricordiamo quanto accaduto a ottobre dello scorso anno e a
Campi Bisenzio due anni fa. Non si tratta di un caso isolato: è il presente della crisi climatica,
che ci colpisce qui e ora. I cambiamenti climatici, aggravati dallo sfruttamento delle risorse e
dall’assenza di una seria pianificazione ecologica, stanno compromettendo in modo
strutturale la vivibilità dei territori.
Di fronte a questa crisi, la risposta delle istituzioni continua a essere inadeguata e spesso
contraddittoria. Mentre si ignorano le esigenze ambientali e sociali più urgenti, l’Unione
Europea sceglie di destinare sempre più fondi al riarmo, rafforzando l’industria bellica e
legittimando una deriva militarista che nulla ha a che vedere con la protezione delle persone
o del pianeta. E nella transizione ecologica non si investe abbastanza.
Per questo motivo, come suo corrispettivo lucchese, scenderemo in piazza aderendo al
Global Climate Strike chiamato da Fridays for Future, per denunciare la mancata volontà
politica di affrontare le radici della crisi climatica e per ribadire con forza che non può esserci
alcuna giustizia ambientale senza un’adeguata giustizia sociale, né pace duratura senza un
cambio di paradigma radicale.
Chiediamo una transizione ecologica reale, fondata sulla partecipazione delle comunità,
sull’abbandono del fossile e su una riconversione dell’economia orientata al benessere
collettivo. E rifiutiamo con decisione l’idea che la pace e la sicurezza possano essere
costruite con le armi, in un contesto di crescente spesa militare, aumento delle tensioni
internazionali e criminalizzazione dei movimenti sociali.
La lotta contro la devastazione ambientale si iscrive anch’essa in quell’insieme di lotte contro
tutte le forme di oppressione e sfruttamento: dal razzismo istituzionale alla precarietà del
lavoro, dalle disuguaglianze economiche a quelle di genere, fino al complesso
militare-industriale che condiziona le scelte politiche.
Ma un’alternativa è possibile. Le risorse pubbliche devono essere investite in una
pianificazione dei territori che tenga conto della situazione globale e delle conseguenze
locali, nei servizi fondamentali e nella protezione degli ecosistemi, piuttosto che in
armamenti. La lotta per il clima non è separabile dalla lotta per la pace.
Invitiamo quindi la stampa, le realtà sociali, le cittadine e i cittadini, le studentesse e gli
studenti a partecipare alla manifestazione e a condividere le ragioni di questa mobilitazione.
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