• 2 commenti
  • 21/03/2025 19:46

Ricordiamo le vittime lucchesi di ideologie particolari

Ricordiamo le vittime.. Da il Post del 2010 Giovedì 3 giugno 2010 Il branco che insanguina Lucca Era il 2004 quando allo stadio di Porta Elisa debuttarono a suon di sprangate i “Bulldog 1998” Lucca è una città a doppio fondo. Una specie di distillato del provincialismo italiano. Dove avviene tutto e il contrario di tutto. Una città bigotta ma trasgressiva, per dire. Una città bianca in una regione rossa. Una città dove la tradizione mercantile è molto radicata e consolidata. Basta entrare in un negozio per sentirsi davvero circondati di attenzione e cortesia. Lucca è una città che conserva. I negozi di un tempo, i bar per il tè della buona borghesia, come se fosse immutabile. Anche il sindaco di Lucca è immutabile. Si chiama Mauro Favilla, è stato eletto nel 2007 ma era già stato primo cittadino nel 1972 e poi nel 1985 e ancora nel 1988. Oggi ha 76 anni. Lucca è una città bellissima che a volte non riesce a nascondere le sue brutture, però. Accade anche in questi giorni ma la storia viene da lontano. Era il 2004 quando allo stadio di Porta Elisa debuttarono a suon di sprangate i “Bulldog 1998” un gruppo di supporter della squadra locale decisamente collocati a destra che, prima ancora di sostenere l’onore della Lucchese, iniziò a far pulizia della “marmaglia rossa” che infestava la loro stessa tifoseria, per ottenere il possesso completo della curva. Qualcuno racconta che già l’avere il comune concesso lo spazio per la presentazione di un libro sul gerarca Pavolini, il 25 aprile 2001, fu una prima occasione di aggregazione importante per il gruppo. Dopo anni di caccia ai “Fedayn” e ai “Tori Flesciati”, tifosi lucchesi di estrema sinistra, riuscirono nell’intento e iniziarono ad andare oltre, allargando le loro scorribande anche fuori dello stadio. Minacce e violenze commesse ai danni di giovani appartenenti all’area della sinistra antagonista, iniziati la notte di ferragosto del 2004 con l’aggressione a Edoardo Seghi, fino al pestaggio e all’accoltellamento di Emanuele Pardini, militante del centro sociale “Cantiere Resistente”, la notte del 23 febbraio 2007. Dopo quell’episodio la polizia, che incomprensibilmente aveva tollerato per anni le loro prepotenze, decide di passare all’azione e, dopo ulteriori sette mesi di “lunghe e articolate indagini”, a settembre di quell’anno l’Ucigos di Lucca arresta una decina di Bulldog e altrettanti ne denuncia a piede libero per associazione a delinquere, percosse, lesioni personali gravi, violenza privata, minacce aggravate, porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere e danneggiamento. Nelle perquisizioni vengono trovati: una notevole collezione di armi improprie, pugnali, bandiere naziste e appunti e scritte che inneggiano alla superiorità razziale. I giovani, alcuni conosciuti con i nomi di battaglia di ‘Generalissimo’, ‘Toffolo’, ‘Brioche’, ‘Cicogna’, ‘Francuccio’, ‘Gigi la trottola’ (tutti dai 19 ai 36 anni con netta prevalenza di diciannovenni), inchiodati anche dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, si avvalgono della facoltà di non rispondere. Nuove denunce nascono dalle minacce e le aggressioni dei Bulldog nei confronti dei testimoni contro di loro. Un paio d’anni dopo – siamo nel 2009 – altri episodi peggiorano questa storia. Stavolta addirittura siamo di fronte a un gruppetto di quattordicenni che per mesi si impossessa del centro della città e picchia chiunque gli capiti a tiro. Si fanno chiamare “Gabber”, sono di destra, ragazzi di buona famiglia, agiscono alla luce del sole, riprendono le loro imprese con il telefonino e sostengono di far questo per poter entrare a pieno titolo nei Bulldog. Dopo mesi di angherie, tre delle loro vittime – coetanei – decidono di rivolgersi alle forze dell’ordine. Venti vengono identificati e sette denunciati. Alcune settimane dopo, il capo supremo dei Bulldog (disciolti per la legge ma non di fatto), il pluricondannato Andrea Palmeri (vanta anche un’impresa internazionale: nello stadio di Sofia – dove non avrebbe potuto essere perché colpito da Daspo – venne arrestato per aver incendiato la bandiera bulgara durante la partita con la nostra nazionale) presenta un suo libro sul tifo con il patrocinio del Comune di Lucca e un assessore cittadino. Il sindaco Favilla sostiene che forse c’è stato un equivoco, ma non ritira il patrocinio. Probabilmente si ricorda di come quei ragazzi, in varie e diverse forme, avevano contribuito alla sua elezione. Nel frattempo Michele Quintino Miceli, presidente dei veterani sportivi lucchesi, smette di andare allo stadio e commenta: «Ci sono connivenze, che vanno spezzate, tra frange di tifosi e le società». In città, il primo atteggiamento della polizia e quello ancora attuale delle istituzioni fa circolare il sospetto di altre coperture. Allo stadio e fuori continuano le violenze, gli incendi e i furti d’auto. Particolarmente odiosa l’ennesima impresa di Palmeri, che è accusato da una donna di averle fratturato la mascella con un pugno. Persino Forza Nuova e Fiamma Tricolore prendono le distanze. Alcuni mesi fa il più attivo tra gli investigatori, il capo della Digos Gabriele Gargiulo, viene trasferito a Pisa. Ma arriviamo all’ultimo tragico episodio di pochi giorni fa. In una birreria fuori città quattro Bulldog a cui era stato negato l’ingresso perché la settimana prima avevano lanciato petardi nel locale, sfondano la porta e irrompono. A farne le spese è un giovane avventore incolpevole, Sasha Lazzareschi: cento punti di sutura in faccia e la perdita di un occhio. Due Bulldog arrestati, due indagati. Lucca tace, però. Dalle istituzioni neppure una parola. C’è l’omertà del potere e la paura tra le persone. Difficilissimo ascoltare opinioni. Insofferenza all’argomento: “Sono dementi”, oppure, detto piano piano: “C’è una strana volontà di rimuovere”, è il massimo che riusciamo a raccogliere. Nel frattempo il processo del 2007 prevede una nuova udienza: è lunedì prossimo, 7 giugno.

I commenti

Nessuno spazio per i fascisti

A Milano, ogni anno, vari gruppi neofascisti si danno appuntamento per commemorare Sergio Ramelli, giovane neofascista ucciso nel 1975. Questa almeno è la versione ufficiale. In realtà, la manifestazione è un tripudio di saluti romani, scandito dal rito del "presente".
È giusto dire, quindi, che ogni anno a Milano, , CasaPound, Forza Nuova, e altre sigle dell'estrema destra, danno vita ad un raduno fascista, dove si fa apologia della dittatura.
(Guarda il video:
https://youtu.be/rpbp95ReToI?si=WHbGk3Rz75IlDPUK)

Anche a Lucca si ripeterà qualcosa di simile?
È lecito domandarselo, dato che l'ex coordinatore comunale di CasaPound - oggi Consigliere comunale di Difendere Lucca - Lorenzo Del Barga, ha annunciato che in uno spazio pubblico, comunale - l'Agorà - il suo gruppo ha organizzato un'iniziativa per celebrare il 50° anniversario della morte di Ramelli.
Si tratta della presentazione di un libro, con ospiti che hanno un curriculum che ben si adatta a quanto descritto in precedenza:

• Guido Giraudo, autore del libro. Giornalista, già dirigente del Fronte Universitario d'Azione Nazionale, organizzazione studentesca del Movimento Sociale Italiano, fondato nel 1950 e sciolto nel 1997.
È stato vicedirettore del settimanale "Il Candido", diretto dal Giorgio Pisanò, uno che prima di diventare senatore del MSI, fu un militare fascista. Nel 1943 si arruolò nei reparti della RSI: era nello stesso tempo un ufficiale della X Mas e un tenente delle Brigate nere.

• Alessandro Amorese, parlamentare di Fratelli d:Italia.
Nel 2020 ha presentato un suo libro ad un'iniziativa organizzata da Casapound, Fiamma Tricolore,
Forza Nuova, Fronte Nazionale.
Sul palco, alle sue spalle, campeggiava la scritta "boia chi molla".

Chiediamo al Sindaco: è in grado di garantire che quell'incontro non si trasformerà in un raduno di neofascisti provenienti dalle zone limitrofe per fare apologia?

Infine una constatazione: con i fascisti non si dialoga, non ci si confronta in nessun caso: sono fuori dal recinto di valori democratici disegnato dalla Costituzione e non li si legittima come interlocutori.
Detto questo, dato che due anni fa, tutta l'estrema destra - Sindaco compreso - si scatenò contro un'iniziativa dell'Anpi con lo storico Eric Gobetti all'auditorium di San Francesco (struttura non comunale), sbraitando perché l'incontro si era svolto "senza contraddittorio" (!), vorremmo domandare a Pardini: pur essendo cosciente che riceverà un rifiuto, ha provveduto a contattare uno o due individui per dar vita a questo famoso contraddittorio? Perché altrimenti smentirebbe se stesso, quando due anni ga dichiarò:

"La cosa davvero inaccettabile è (.…) una lezione frontale tenuta (...) senza alcun contraddittorio.
Sono altresì stupito e sorpreso di come un evento del genere abbia trovato spazio nell’auditorium San Francesco, un’importante struttura congressuale della nostra città, da sempre utilizzata per eventi di grande spessore culturale."
(Mario Pardini, 15/02/2023)

Idem dicasi per i suoi alleati;

"L'autorevole storico" ha parlato alle scuole lucchesi senza contraddittorio."
(Difendere Lucca, 17 febbraio 2023)

"Perché a nessuno è venuto in mente un contraddittorio mettendo accanto a Gobetti un altro storico capace di confutare ad armi pari la sua interpretazione dei fatti e delle fonti?”. (Vittorio Fantozzi, Marco Martinelli e Simona Testaferrata, Fratelli d'Italia.
"La Nazione, 17/02/2025)

Il tuo nome - 22/03/2025 12:28

Questo non viene mai menzionato e non è anni di piombo

Gh - 22/03/2025 10:08

Gli altri post della sezione

Perché non a Lucca ?

Da altre parti le rotonde ...

COLONIE D'AREA VASTA

Basta che il lettore apra ...

Lo sputo

Lo sputo stamani mattin ...

Analfabetismo funzionale

C'è una carenza culturale ...