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  • 16/08/2024 15:57

LA POLEMICA SUL PERDONO

LA POLEMICA SUL PERDONO
 
Stazzema_ Durante questi giorni sono avvenuti fatti restati al margine della cronaca e sono state ascoltate tante inesattezze in merito alla ricostruzione della strage di Sant'Anna. Si è denunciata giustamente e fortemente la presenza dei fascisti ma non va sottaciuto che hanno goduto di attenzioni e di patrocini istituzionali pubblicazioni che hanno trattato con superficialità questa basilare questione o addirittura hanno disconosciuto la partecipazione degli italiani e dei versiliesi alla strage.
 
C'è stato pure il distinguo sulla questione del perdono dal direttore de Il Tirreno (edizione del 13 agosto) a seguito dell'omelia pronunciata il 12 agosto a Sant'Anna dell'Arcivescovo di Pisa, Mons. Benotto. Sorprende non poco questa sottolineatura nell'occasione dell'80esimo anniversario poiché la parola “ perdono” è stata utilizzata innumerevoli volte durante questi decenni da tanti superstiti ed è presente dal 1948 sulla lapide posta sotto la scultura di quella madre con bambino al monumento Ossario di Col di Cava: “La Versilia tutta commemorando i suoi martiri alza questo monumento per esprimere amore e perdono. E' la risposta alla folle Ira che si abbatté come folgore su 560 innocenti”.
 
Come appassionato di storia e come cittadino considero il perdono ai responsabili dei crimini di guerra e dei crimini in generale una scelta libera e personale, sempreché il perdono sia vissuto attraverso un comportamento confacente al significato, che non sia invece utilizzato per reconditi fini, o sia imposto a coloro che non riescono a esprimerlo. Il perdono non deve però mai inficiare la storia, la verità e la giustizia, né la Pace può essere impugnata come un manganello. Essa si propaga solo con l'esempio e non con le parole. Infine, un pastore della chiesa che richiama la parola del perdono e disponga gli animi ad approfondirne il significato non lo giudico uno sbaglio. Nella misericordia infinita del Cristo si riuniscono tutte le miserie umane, gli assassini grondanti di sangue sono i servi malati, il centurione è il prete che professa la fede nel di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito” (Matteo 8-10). I sacerdoti non possono esimersi dall'invocare il perdono: sono ponti non sbarre!
 
Giuseppe Vezzoni,
 
membro del Gruppo Labaro Martiri di Mulina ,addì 16.8.2024.
 
IL 12 AGOSTO SU RAI STORIA “SANT'ANNA DI STAZZEMA LA MEMORIA DOPO L'OBLIO”
 
Nel lungo servizio sono state obliate le vittime di Mulina di Stazzema e Capezzano Monte
 
Come cittadino di Stazzema nonché residente nella frazione di Mulina intervengo in merito al servizio sulla strage andato in onda la sera del 12 agosto su RaiStoria perché c'è stata la gravissima lacuna di non aver menzionato i civili uccisi a Mulina, i primi morti perpetrati la mattina del 12 agosto 1944, e quelli di Capezzano Monte. Anche queste vittime sono nel pondo della barbarie nazifascista del 12 agosto 1944, ma nonostante ciò non hanno ricevuto neanche un cenno di memoria. Solo silenzio, nel giorno dell'ottantesimo anniversario. Dopo aver rimosso 47 anni di oblio, la medaglia d'oro Don Fiore Menguzzo e i suoi famigliari sono restati ancora fuori dalla storia di Sant'Anna. L'oblio si esercita in varie forme, quello con il pensiero e il sentimento è il peggiore. Voglio ancora credere che sia stata un' imperdonabile dimenticanza, l'ennesima, non voluta.
 
Dopo questa voragine storica, ho scoperto che gli abitanti di Farnocchia sono fuggiti dal paese per la paura delle violenze nazifasciste. Una ricostruzione che non può essere accettata: gli abitanti di Farnocchia fuggirono per la paura della rappresaglia a seguito dell'agguato che i partigiani tesero il 31 luglio 1944 alla squadra di militari tedeschi che erano andati ad intimare lo sfollamento del paese. Tre sono gli agguati tesi ai tedeschi negli ultimi 19 giorni che precedono la strage: quello del 24 a Stazzema (1 morto e un ferito), quello del 31 luglio (3 morti e 5 feriti) e infine l'ultimo, quello dell'8 agosto, sul Gabberi, dove i morti tedeschi furono 7 o 8. Nel servizio televisivo è stato affermato che il grosso delle forze del II battaglione Galler salirono da Valdicastello e non da Solaio e Capriglia, che le SS piombarono su Sant'Anna da Camaiore e da Farnocchia. Evidentemente da Ruosina e Mulina i nazifascisti volarono.. Nessuna menzione al fatto che il rintracciamento del fascicolo dell'inchiesta americana sia avvenuto prima dello scoprimento dell'archivio di Palazzo Cesi. Tra gli episodi della strage, nessuna segnalazione in merito alle uccisioni delle sorelle Berretti e dei due mugnai, Egisto Mancini e Angelica Pardini , avvenute in località Mulini di Sant'Anna, a fine strage. Sono omicidi di chiara matrice fascista. Per quanto concerne la Vaccareccia, in quelle tre stalle della morte non potevano essere stipate 100 persone. Il numero presunto di civili è di una settantina. Scamparono alla morte una ragazza e quattro o cinque bambini. Le vittime complessive dell'eccidio sono state considerate numericamente plausibili in 363 ( ricerche Giuseppe Bertelli e del superstite prof Renato Bonuccelli), ma con l'avvertenza che potrebbero essere state di più, poiché i corpi furono bruciati dal fuoco. Il numero storico di 560 morti è stato definito cifra identitaria cara agli abitanti di Sant'Anna, intorno alla quale si è formata la memoria collettiva.
 
Ciò nonostante la storia ha la necessità di rispondere il più possibile a dati certi, a quella precisione che impedisce poi ai dubbi di tarlare altre questioni. Il comitato scientifico dell'Istituzione Parco nazionale della Pace, nel settembre/ottobre 2020 ufficializzò, attraverso un comunicato congiunto a firma del prof. Pezzino e del sindaco Verona, la volontà di dar inizio nell'anno 2021 a un riscontro ufficiale sulle identità e il numero dei morti. Poi tutto si è arenato e l'allora presidente , prof. Pezzino, ha rassegnato le dimissioni.
 
Bisognerebbe sapere chi è che frena e perché si ostacola questo riscontro ufficiale.
 
Giuseppe Vezzoni
 
membro del Gruppo Labaro Martiri di Mulina di Stazzema, addì 16.8.2024
        

I commenti

Sono passati i decenni, poi i mezzi secoli, ora si va veloci per il secolo, ma il vizio di affrontare la storia della seconda guerra mondiale su basi ideologiche e mitologiche non tramonta. Questa è la peste d'Italia. Cifre mitologiche, ricostruzioni mitizzate, verità non dette. La mia famiglia è delle Apuane. Della parte Sud delle Apuane, per cui in quei fatti mio padre ed i miei nonni c'erano in mezzo e li ho sempre sentiti raccontare come cose vissute da vicino. I morti di Migliano, di S. Anna appunto, di Ripradina...cito quelli che mi saltano in mente scusandomi per quelli che non cito. Le popolazioni odiavano i tedeschi ed i fascisti, ma non amavano i partigiani e raramente li sostenevano sul serio. Le popolazioni non approvavano gli attentati che i partigiani facevano. Questa è storia. Perché tacere la storia? Che senso ha dopo quasi 100 anni? Basta con questa ideologia. Raccontiamo la storia vera. Raccontare la storia vera non implica certo di non condannare il fascismo. Basta con questo ridicolo livello!!

anonimo - 17/08/2024 04:44

Dei nazisti come entità collettiva extratemporale? Dei collaborazionisti fascisti come entità collettiva extratemporale? Oppure di chi ha preso parte al fatto a vario titolo e con gradi diversi di colpa? Chi prese parte al fatto è morto. Sono morti tutti. Se non sono morti hanno 100 anni e non sono in grado di intendere e volere. Un giovane delle SS che avesse 18 anni nel 1944 sarebbe nato nel 1926 e quindi avrebbe 98 anni circa. Questo per i giovanissimi partecipanti, i quali, per ovvi motivi non avevano alcun peso decisionale e non avevano gradi sulle spalline. I venticinquenni del 1944 erano del 1919 e quindi, se vivi, avrebbero oggi circa 105 anni. Non c'è più nessuno da perdonare. C'è solo un'ideologia da condannare. Un'ideologia che abbiamo visto in azione in Europa, a Nord di Kiev, nel molto più vicino 2022. Quelli del 2022 vanno perdonati? Molti in Italia li perdonerebbero tra due secondi e senza rimorsi.

anonimo - 17/08/2024 04:31

Il perdono anche se difficile non vuol dire dimenticarsi o assolvere , solo Cristo per chi crede ha la potenza di redimere i peccatori.Noi possiamo seguire il suo esempio perdonando ma sapendo che poi ci sarà anche una Giustizia Divina superiore a quella umana.

Lina - 16/08/2024 23:17

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