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“L’arte di vedere”: seminario sulla pittura negli stessi boschi di Stazzema
tanto amati dal pittore Filadelfo Simi.
Aperte le iscrizioni per i giovani artisti: l’iniziativa si svolgerà ad agosto
STAZZEMA. Imparare ad osservare la natura e a sentire l’arte. Capire cos’è l’arte. Decifrare gli aspetti che un artista deve vedere e cogliere, mettendo la propria sensibilità nelle condizioni di percepire ciò che realmente produce elementi artistici. È quanto verrà insegnato in un seminario davvero originale e di straordinario valore che si svolgerà nei boschi del capoluogo di Stazzema. Quegli stessi luoghi che il pittore stazzemese Filadelfo Simi amava tanto e che aveva scelto come dimora, e come scenario per tanti suoi incredibili dipinti. Un territorio, miniera inesauribile di stimoli verso l’arte, in cui una generazione di artisti vi è convenuta nel periodo estivo. Il seminario si svolgerà dal 2 al 6 agosto, e verrà tenuto dal maestro Oronzo Ricci e dalla moglie e assistente Vittoria Angela Romei, in collaborazione con il “Circolo culturale La Casa del Berlingaio”, di cui è presidente Alfredo Barberi, e il patrocinio del Comune di Stazzema. I partecipanti dovranno avere già delle velleità e un’attrazione verso l’arte.
Sono state aperte ufficialmente le iscrizioni al seminario (si può scrivere alla email alfredobarberi53@gmail.com o telefonare al 339-6568145) che è una totale novità e che vanterà la presenza di un artista di fama internazionale, fondatore del Distruttivismo, con cui i pittori potranno stare a contatto per cinque giorni, con seminari nella Casa del Berlingaio e lezioni all’aperto intorno al borgo di Stazzema e nei pressi della così chiamata Casa del pittore, villa Nella, che il Simi si era costruito nei pressi della casa dei Giorgini sotto il monte Procinto. «Alcune situazioni, alcuni luoghi favoriscono l’arte per una misteriosa alchimia che spesso sfugge alle anime appesantite dalla necessità di dover soddisfare i bisogni pratici della vita - spiega il maestro Oronzo Ricci -. Scopo del seminario è aprire gli occhi sul visibile e distinguere dal percetto la visione dell’artista: individuare l’arte dal modo di vedere. Ho trovato a Stazzema un luogo ideale che stimola l’arte, un luogo magico, una miniera di stimoli. Fino a non molti anni fa era in esercizio un albergo che ha ospitato molti artisti; con qualcuno ho un legame di discepolato; penso che la scelta di questo luogo sia motivata dalla presenza di questi stimoli, ed è per questo che ho deciso di costruirci la mia dimora. Allo stato attuale l’arte vive in un mondo confuso, dominato dalla libertà. Ma se è vero che la libertà è una prerogativa dell’arte, non è vero che tutto ciò che è libero sia arte. Come ci sono persone semplici che credono che la loro libera espressione sia arte, così esistono artisti convinti che la loro visione eccentrica sia anomala. Il risultato è frustrati in entrambi i casi e fruitori confusi. Capire il significato di vedere consente di vivere con più serenità sia gli artisti sia i non artisti. Un paio di secoli fa l’invenzione della fotografia ha distolto l’attenzione dalla pittura e distrutto diverse generazioni di artisti. Circa mezzo secolo dopo l’arte fu ricontestualizzata chiarendo che non è la cosa, l’arte, ma la forma di una cosa. Questo concetto da solo - prosegue Oronzo Ricci - basterebbe a chiarire il valore e il senso dell’arte, se non fosse che l’arte è contraddizione, è una serie di norme che quando si applicano non è più arte. Copiare le fotografie, anche belle, ai fini dell’arte non ha senso, come dipingere senza tener conto della propria intuizione che è un dono sacro, ma affidarsi servilmente alla razionalità che è costituita da regole collaudate che naturalmente escludono la creatività, l’Arte».
Il seminario si svolgerà nel seguente modo: incontro collettivo la mattina presto per osservare l’accorciarsi delle ombre, il valore e il linguaggio e relativa contaminazione della luce; osservazione delle variazioni cromatiche durante l’arco della giornata; passeggiata per il borgo con osservazioni e visioni personali; progetto per un lavoro e strumenti per la realizzazione; incontro individuale e chiarimenti sulle scelte sia dei soggetti, sia dei mezzi, sia delle composizioni; motivazioni. La sera incontro collettivo e verifica delle esperienze. Escursioni nei dintorni; osservazione della variabilità della luce, dei colori propri, ombre e sbattimenti; visione personale. Da notare al di sopra di ogni cosa la visione personale. Da notare bene, visione personale non significa giustificare l’incapacità; la visione personale non necessariamente deve essere come la realizzazione, tutto è in relazione alle capacità. La non capacità è lo stimolo allo studio e all’esercizio. Conclusioni e pubblicazione del diario di bordo.
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