• 6 commenti
  • 20/01/2024 11:33

CULTURA DELLA MOBILITA, GLI AMMINISTRATORI LUCCHESI SONO PIU’ INDIETRO DELLA CODA DEL PORCO.

 

Noi che con il pensiero ci sforziamo di camminare con la testa rivolta in avanti, cercando di vedere oltre la punta del nostro naso, abbiamo un dovere: quello di promuovere sulla mobilità, una rivoluzione culturale, per cercare di fermare una follia fuori dal tempo, che ci costerebbe oltre 173 milioni di euro per realizzare un progetto di grande viabilità, del tutto inutile, dagli effetti devastanti a livello ambientale, che taglierebbe in due una Piana che si configura come una conca chiusa in cui ristagnano polveri e gas che avvelenano i polmoni di tutti noi. Come se non bastasse, gli amministratori di Lucca vogliono anche realizzare un inutile parcheggio interrato davanti Porta S. Maria per una spesa di altri 25 milioni di euro. I due progetti hanno più di un aspetto in comune, sono tutti e due fuori dal tempo, figli della stessa cultura, prigionieri del modello di mobilità del novecento che questa nostra classe di amministratori, vecchi e nuovi, vorrebbero riproporre anche per il XXI secolo a dispetto di un pensiero e di orientamenti diffusi in tutta Europa, che hanno avviato da tempo processi di transizione verso un nuovo modello di mobilità. In tanti paesi si stanno impegnando consistenti fondi pubblici e privati in quella che viene definita la “settima rivoluzione dei trasporti” a Lucca no, noi continuiamo a riproporre all’infinito, un vecchio progetto che ci arriva direttamente dai primi anni ’90 del secolo scorso. QUESTO E’ SEMPLICEMENTE PAZZESCO! La rivoluzione dei trasporti è indispensabile semplicemente perché l’attuale modello di mobilità, fondato tutto sul trasporto privato su gomma delle merci e delle persone è insostenibile e l’illusione di una crescita infinita di questo modello è entrato irreversibilmente in crisi. L’utilizzo dell’auto privata è destinato gradualmente, ma inesorabilmente a ridimensionarsi, per forza o per amore, non è possibile pensare di conservare per sempre, o peggio di incrementare, il record negativo europeo per l’Italia, di 700 auto per ogni 1000 cittadini, Germania Francia e Inghilterra sono appena sopra alle 500 unità, le potenze emergenti, Cina e India, rispettivamente 81 e 18 per ogni 1000 abitanti. Si prevede che già a metà degli anni 30, entreranno in vigore misure ed azioni forti per disincentivare l’utilizzo dell’auto e soprattutto per scoraggiarne l’acquisto in proprietà. Tutto è cambiato, oggi abbiamo a disposizione nuove tecnologie che nel novecento non esistevano, sta crescendo il lavoro a distanza, si stanno affermando nuove abitudini, soprattutto dopo il Covid 19, questi cambiamenti suggeriscono un cambio di passo per costruire un sistema di mobilità moderno, un servizio di trasporto pubblico flessibile, multimodale ed intelligente, a richiesta, attraverso la pianificazione delle diverse domande di mobilità che la digitalizzazione di tutti i dati conoscitivi, rende già oggi possibile. Conoscere, studiare e capire la direzione dei cambiamenti, degli elementi che influenzano la mobilità, dovrebbe essere il primo passo per potere elaborare progetti utili adeguati a nostri tempi, per migliorare la qualità di vita dei cittadini e per spendere meglio, tempo e risorse, invece, il quadro conoscitivo della domanda di mobilità su cui si è costruito il progetto degli assi è vecchio, superato, appartiene ad un mondo che non c’è più. Se questi 200 milioni complessivi, sprecati in due grandi opere inutili per il prossimo futuro, fossero dirottati per iniziare a costruire la transizione verso un nuovo sistema di mobilità sostenibile, riusciremmo a recuperare un po' del ritardo accumulato, potremmo iniziare a realizzare un efficace e moderno sistema pubblico di trasporto di area vasta con metropolitana di superficie per assicurare un collegamento veloce dalla Piana al capoluogo di Regione, alle Università di Firenze e Pisa, agli Aeroporti e al porto di Livorno. Un progetto che già esiste su cui nelle altre province interessate se ne discute e si firmano protocolli d’intesa, e che invece a Lucca, non ne troviamo traccia nel dibattito. Potremmo iniziare a realizzare un collegamento moderno lungo le direttrici più popolose della Piana con il centro storico di Lucca, principale centro d’interesse ed attrazione, attraverso silenziose e non inquinanti tranvie elettriche, a partire dalla direttrice Est/Ovest e Nord /Sud, come primi due lotti per una futura rete di tranvia metropolitana della Piana, da implementare nel corso degli anni. Il cambiamento della domanda di mobilità e la riduzione del numero di veicoli privati in transito nelle arterie provinciali principali e all’interno della città e delle frazioni, contribuirebbero a modificare la struttura urbana, liberando aree da destinare a nuovi scopi e questa riconfigurazione degli spazi urbani faciliterebbe lo sviluppo di una mobilità dolce, una rete di piste ciclabili in sicurezza. Niente di nuovo e di fantasmagorico, semplicemente quello che stanno facendo tanti paesi europei e in tante parti del mondo: costruire il futuro.

Eugenio Baronti

20/01/2024

I commenti

Il progetto SALT II era del 1990. Nel 1990 c'erano i comitati contrari. Quei comitati dicevano le stesse cose che dicono oggi. Voi, caro Baronti siete nel XXI secolo e dite le stesse cose che dicevate nel XX. Se il modello di viabilità fosse andato bene per il XX secolo, come Lei dice, allora, nel 1990 - 1993 il SALT II sarebbe stato fatto tra gli osanna, mentre fu un gran can can di comitati arrabbiati. Mi permetto anche, caro Baronti, di contestare sia la sua visione di Lucca quale piccola città dormitorio che ogni mattina deve inviare, via treno, migliaia di persone a lavorare e studiare verso Pisa e Firenze. Questa si che è una visione superata e per altro anche umiliante per una città come Lucca. Lucca ha oggi le carte in regola per essere essa stessa un polo attrattore ospitante funzioni di area vasta. Infine, mi permetta, come fa notare il commentatore "grida nel deserto", il territorio lucchese è fatto non solo di città compatta, ma anche da campagna urbanizzata e paesi di collina e montagna. Chi abita in certi posti della media valle del Serchio, come il sottoscritto, non ha alternativa all'automobile per spostarsi efficacemente e le sue speranze proibizionistiche (rendere l'automobile non utilizzabile), qualora realizzate, avrebbero quale unico risultato il distruggere la possibilità di continuare a presidiare i piccoli centri. Quello che Lei evoca è l'automobile di classe, con costi alti e dunque riservata ai ricchi e il predominio ancore più schiacciante della città sulla campagna.

Anonimo - 20/01/2024 23:12

Anche io condivido un miglioramento del servizio ferroviario e dei trasporti pubblici...ma anche la necessità della terza corsia su autostrada fra Lucca a Firenze e viceversa

Anonimo - 20/01/2024 20:14

Anche io uso la bici tutte le volte che posso...ma evidentemente lei come me vive in città e ha tutto abbastanza vicino. Poi concordo che ci sono tanti pigri che usano la macchina per 100 metri. Ma non sono loro che hanno bisogno degli assi viari. Purtroppo la popolazione nel nostro territorio non è concentrata in pochi centri circondati dal nulla. Se fosse cosi avrebbe senso puntare solo sui trasporti pubblici.Le abitazioni, ma anche le imprese, sono diffuse e pertanto non c'è servizio pubblico che tenga. Le strade servono e serviranno. Anche se condivido la necessità di un miglioramento del servizio ferroviario e dei trasporti pubblici.

Boh - 20/01/2024 14:12

Parole sante. Il fatto che molti (troppi) non siano in grado di condividerle è conferma del fatto che l’umanità è in larga parte composta da imbecilli senza cervello.

M.D. - 20/01/2024 13:37

Purtroppo, nello stato di fatto, la sua è una voce che grida nel deserto.
In Italia dovrà aspettace quando quel 'popolino' avrà la corda al collo, ed a quel punto non potrà più nulla, se non stiattare.
In un Paese di egocentrici individualisti qual'è di fatto l'Italia, altro non può essere che voce che grida nel deserto.
Poi di auto ce ne potrebbero essere anche 1000/1000, una a testa, non significa nulla certo il numero di scatolette, il fatto è che, avendo studiato la faccenda, la conclusione è che gran parte del popolino la usa a sproposito, in nome di una 'libertà' farlocchia, che non è neppure Libertà, vista la velocità media ed il caos veicolare delle zone urbane.
E da queste parti ormai pressoché tutto il territorio è città, dalla Versilia a Firenze è tutta città!
Almeno (sono buono) un trenta per cento di chi usa l'amata scatoletta ne potrebbe benissimo fare a meno.
Alle elementari io andavo da solo a piedi, alle medie, sole, pioggia, neve, andavo in bicicletta, alle superiori anche, vada a dire oggi ad una mammina o babbino o a chi gli pare di fare la stessa cosa!
Per lavoro i primi anni facevo sui 20mila km/anno, poi col tempo ho drasticamente ridotto, sempre per lavoro, all'essenziale, adesso sono sui 2mila Km/anno. Per forza devo uscire a fare la spesa caricandola una (UNA) volta a settimana, altrimenti per spostare i miei ottanta chili uso la bicicletta, poi la uso se devo andare esempio a Castelnuovo Garf.. od a Camaiore.
Ho un parente che posso osservare quotidianamente, per quieto vivere non gli dico nulla, anche perchè è certo che altrimenti il risultato sarebbe zero, azi meno di zero, ma lui esce neppure per 'lavoro', ma anche per scemenze anche quattro volte al giorno. In questi casi, a mio modesto parere, ci sono anche sintomi neuro patologici.
Comunque in un Paese di ego-individualisti sfegatati, anche questo che ho scritto è voce di uno che grida nel deserto.
Indi per cui,
che la grande commedia continui!

... - 20/01/2024 13:13

incommentabile per evitare querele

Anonimo - 20/01/2024 11:36

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