CULTURA DELLA MOBILITA, GLI AMMINISTRATORI LUCCHESI SONO PIU’ INDIETRO DELLA CODA DEL PORCO.

 

Noi che con il pensiero ci sforziamo di camminare con la testa rivolta in avanti, cercando di vedere oltre la punta del nostro naso, abbiamo un dovere: quello di promuovere sulla mobilità, una rivoluzione culturale, per cercare di fermare una follia fuori dal tempo, che ci costerebbe oltre 173 milioni di euro per realizzare un progetto di grande viabilità, del tutto inutile, dagli effetti devastanti a livello ambientale, che taglierebbe in due una Piana che si configura come una conca chiusa in cui ristagnano polveri e gas che avvelenano i polmoni di tutti noi. Come se non bastasse, gli amministratori di Lucca vogliono anche realizzare un inutile parcheggio interrato davanti Porta S. Maria per una spesa di altri 25 milioni di euro. I due progetti hanno più di un aspetto in comune, sono tutti e due fuori dal tempo, figli della stessa cultura, prigionieri del modello di mobilità del novecento che questa nostra classe di amministratori, vecchi e nuovi, vorrebbero riproporre anche per il XXI secolo a dispetto di un pensiero e di orientamenti diffusi in tutta Europa, che hanno avviato da tempo processi di transizione verso un nuovo modello di mobilità. In tanti paesi si stanno impegnando consistenti fondi pubblici e privati in quella che viene definita la “settima rivoluzione dei trasporti” a Lucca no, noi continuiamo a riproporre all’infinito, un vecchio progetto che ci arriva direttamente dai primi anni ’90 del secolo scorso. QUESTO E’ SEMPLICEMENTE PAZZESCO! La rivoluzione dei trasporti è indispensabile semplicemente perché l’attuale modello di mobilità, fondato tutto sul trasporto privato su gomma delle merci e delle persone è insostenibile e l’illusione di una crescita infinita di questo modello è entrato irreversibilmente in crisi. L’utilizzo dell’auto privata è destinato gradualmente, ma inesorabilmente a ridimensionarsi, per forza o per amore, non è possibile pensare di conservare per sempre, o peggio di incrementare, il record negativo europeo per l’Italia, di 700 auto per ogni 1000 cittadini, Germania Francia e Inghilterra sono appena sopra alle 500 unità, le potenze emergenti, Cina e India, rispettivamente 81 e 18 per ogni 1000 abitanti. Si prevede che già a metà degli anni 30, entreranno in vigore misure ed azioni forti per disincentivare l’utilizzo dell’auto e soprattutto per scoraggiarne l’acquisto in proprietà. Tutto è cambiato, oggi abbiamo a disposizione nuove tecnologie che nel novecento non esistevano, sta crescendo il lavoro a distanza, si stanno affermando nuove abitudini, soprattutto dopo il Covid 19, questi cambiamenti suggeriscono un cambio di passo per costruire un sistema di mobilità moderno, un servizio di trasporto pubblico flessibile, multimodale ed intelligente, a richiesta, attraverso la pianificazione delle diverse domande di mobilità che la digitalizzazione di tutti i dati conoscitivi, rende già oggi possibile. Conoscere, studiare e capire la direzione dei cambiamenti, degli elementi che influenzano la mobilità, dovrebbe essere il primo passo per potere elaborare progetti utili adeguati a nostri tempi, per migliorare la qualità di vita dei cittadini e per spendere meglio, tempo e risorse, invece, il quadro conoscitivo della domanda di mobilità su cui si è costruito il progetto degli assi è vecchio, superato, appartiene ad un mondo che non c’è più. Se questi 200 milioni complessivi, sprecati in due grandi opere inutili per il prossimo futuro, fossero dirottati per iniziare a costruire la transizione verso un nuovo sistema di mobilità sostenibile, riusciremmo a recuperare un po' del ritardo accumulato, potremmo iniziare a realizzare un efficace e moderno sistema pubblico di trasporto di area vasta con metropolitana di superficie per assicurare un collegamento veloce dalla Piana al capoluogo di Regione, alle Università di Firenze e Pisa, agli Aeroporti e al porto di Livorno. Un progetto che già esiste su cui nelle altre province interessate se ne discute e si firmano protocolli d’intesa, e che invece a Lucca, non ne troviamo traccia nel dibattito. Potremmo iniziare a realizzare un collegamento moderno lungo le direttrici più popolose della Piana con il centro storico di Lucca, principale centro d’interesse ed attrazione, attraverso silenziose e non inquinanti tranvie elettriche, a partire dalla direttrice Est/Ovest e Nord /Sud, come primi due lotti per una futura rete di tranvia metropolitana della Piana, da implementare nel corso degli anni. Il cambiamento della domanda di mobilità e la riduzione del numero di veicoli privati in transito nelle arterie provinciali principali e all’interno della città e delle frazioni, contribuirebbero a modificare la struttura urbana, liberando aree da destinare a nuovi scopi e questa riconfigurazione degli spazi urbani faciliterebbe lo sviluppo di una mobilità dolce, una rete di piste ciclabili in sicurezza. Niente di nuovo e di fantasmagorico, semplicemente quello che stanno facendo tanti paesi europei e in tante parti del mondo: costruire il futuro.

Eugenio Baronti

20/01/2024

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