E la Lucca “buona”?
Mario Pardini ha vinto. E la Lucca cosiddetta “buona”? Buona sì, ma col Nesquik! Dieci anni di amministrazione di quel baraccone inverecondo hanno prodotto la peggior politica sociale della storia della città dell’arborato cerchio, ma non solo. Eppure cinque anni fa vi fu un avvertimento: per il rotto della cuffia Tambellini si confermò sindaco, ma la lezione non è servita, non può servire a chi crede di essere sempre il migliore, il più bravo, bello e buono. L’arroganza e la presunzione alla fine sono state prese a ceffoni. Adesso occorre rimboccarsi le maniche e rimettere a posto praticamente tutto. Milioni di euro che potevano essere di conforto per una Lucca devastata dalla crisi economica, dal Covid e dalla guerra sono stati dissipati per agevolare i compari, i parenti, gli amici di un gruppo che ha cercato soltanto di conservare se stesso, fottendosene del bene comune. Abbiamo visto cose ingloriose, autentici signore e signori nessuno piazzate e piazzati ovunque per far quadrato, il talento, il merito e la competenza calpestati regolarmente. Si sono spartiti la torta fra di loro proclamando di essere al servizio della città. Che scostumati! Hanno rotto i coglioni con un antifascismo da parata che è costato un occhio della testa a tutti, meno che a quei borghesucci che hanno giocato a fare i “compagni” (avete in mente l’ISREC nostrano, il peggiore di tutta l’Italia, e la soubrette mancata che è buona solo a cantare, male, Bella ciao?). una politica di genere che è diventata degenere, trasformando assessorati, incarichi, uffici su uffici in negozi da “capera”. Non parliamo poi dei servizi sociali… Dilettanti allo sbaraglio che hanno distrutto persone e famiglie, robe da Gulag! Una parola a quelli che hanno agitato lo spauracchio del Gay Pride. Ma siamo seri! Lucca avrebbe potuto averlo già nel 2004 e lo perse per soli due voti, a favore di Grosseto, il 6 settembre 2003 vi fu poi una grande manifestazione con il baraccone del Mama mia e non successe niente. La verità è che anche gli stessi gay sono stati presi in giro da Tambella e co., altro che pari opportunità, quella è valsa solo per le signorine buonasera! A parte un consigliere dichiaratamente gay, Lucca resta una città di ricchioni che si nascondono e non hanno le palle per venire allo scoperto. Riguardo il circo equestre del Gay Pride, state tranquilli, non è quello il problema. I problemi sono altri, c’è da rimettere a posto una città amministrata per dieci anni dove la cultura è stata cul-tura, gli eventi organizzati peggio delle sagre paesane e tanti, troppi mangiapane a tradimento hanno spadroneggiato impestando la città con i loro nonnulla sapienti; dove le politiche per la casa, la scuola e il sociale in genere hanno toccato il punto più basso della storia di Lucca; dove l’arroganza, la prepotenza e la presunzione di essere quelli “buoni” hanno diviso la città in due, come nelle lavagne delle scuole elementari di una volta.
Concludendo, sarà molto difficile che chi ha vinto stavolta possa fare peggio di quello che è già stato fatto. In bocca al lupo, il lavoro sarà lungo e difficoltoso, soprattutto un lavoro di scavo per far emergere tutte le magagne nascoste sotto il tappeto di un malgoverno di dieci anni.