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Il Sole 24 ore rettifichi immediatamente la fake news sui ‘maschicidi’
29 Giugno 2021|
Nel giorno in cui Chiara Gualzetti, una ragazza di 16 anni, viene trovata uccisa a coltellate e un ragazzo confessa di essere l’autore del crimine, l’ennesimo femminicidio dall’inizio dell’anno, il Sole 24 ore pubblica un articolo firmato da Giulio Peroni riferendosi a dati sugli uomini uccisi dalle donne forzando una simmetria tra violenza maschile e femminile nelle relazioni di intimità che non esiste.
I dati ISTAT e quelli del Viminale dicono ben altro.
Una verifica sarebbe stata doverosa rispetto alla fonte usata dal giornalista: una vecchia pubblicazione che mistifica i numeri della violenza nelle relazioni di intimità attingendo a dati complessivi sugli uomini uccisi senza menzionare il sesso dell’assassino, la relazione con la vittima e soprattutto il movente.
Una tesi priva di qualunque fondamento che offende le donne colpite dalla violenza maschile perché si traduce in negazionismo sulla mattanza che le colpisce. L’articolista si spinge a parlare di ‘maschicidio’ favoleggiando di una società che vedrebbe gli uomini storicamente dominati, violati, molestati sessualmente, privati della libertà, controllati e uccisi da donne.
Si tratta di gravissima manipolazione della realtà finalizzata a cancellare il fenomeno del femminicidio. Da quando il movimento delle donne e i centri antiviolenza hanno svelato il fenomeno della violenza maschile contro le donne, ci sono tentativi continui di cancellarne l’entità, manipolando numeri o asserendo che le denunce non sono mai vere.
“Articoli del genere nuocciono a tutte e tutti, e sono gravissimi su una testata come il Sole 24 ore che con Alley Oop dedica da tempo grande attenzione al fenomeno della violenza contro le donne ed è partner con D.i.Re e altri del progetto europeo ‘Never Again’ sulla prevenzione della vittimizzazione secondaria”, dichiara Antonella Veltri, presidente di D.i.Re.
Chiediamo al direttore una immediata rettifica dei dati presentati che sono in realtà i seguenti:
Nel 2019, dei 315 omicidi commessi, il 47,5% avviene in ambito familiare o in quello delle relazioni affettive extra-familiari, valore che risulta in costante aumento negli anni (+13,3% rispetto al 2018, +34,9% sul 2017 e +126,5% rispetto al 2002, anno di inizio della serie storica dei dati), anche a causa dell’incremento dei casi in cui è stato identificato l’autore e al calo di quelli attribuibili ad autori sconosciuti alla vittima.
Le differenze di genere sono comunque forti: gli omicidi in ambito familiare o affettivo nel 2019 sono il 27,9% del totale degli omicidi di uomini e l’83,8% di quelli che hanno come vittime le donne; quindici anni fa gli stessi valori erano pari rispettivamente a 12,0% e 59,1%.
Le donne sono uccise soprattutto dal partner o ex partner (61,3%). Fra i partner, nel 70,0% dei casi l’assassino è il marito, mentre tra gli ex prevalgono gli ex conviventi e gli ex fidanzati.
Agli omicidi dei partner si sommano quelli da parte di altri familiari (il 22,5%, pari a 25 donne) e di altri conoscenti (4,5%; 5 vittime). Questi valori sono complessivamente stabili negli anni.
Nel 2018 le persone rinviate a giudizio per almeno un delitto di omicidio volontario presso le procure “Adulti” sono state 676.
Non tutti gli omicidi sono uguali: quelli che assumono una particolare rilevanza sociale in contesti “violenti”, per esempio in ambito familiare, riguardano 271 imputati (il 40,1% degli imputati per omicidio volontario). Questi imputati sono uomini nel 93,4% dei casi e donne nel 6,6%.
Focalizzando l’attenzione sui condannati per omicidi in ambito relazionale violento, si nota il maggiore peso della componente maschile, che è pari quasi alla totalità dei condannati (98,3%) contro l’1,7% delle donne, e della componente italiana (l’84,8% è di provenienza italiana mentre il 15,2% è straniero).
Fonte: ISTAT, Autori e vittime di omicidio 2018-2019
Il Sole 24 ore rettifichi immediatamente la fake news sui ‘maschicidi’
29 Giugno 2021|Comunicati Stampa, News
Nel giorno in cui Chiara Gualzetti, una ragazza di 16 anni, viene trovata uccisa a coltellate e un ragazzo confessa di essere l’autore del crimine, l’ennesimo femminicidio dall’inizio dell’anno, il Sole 24 ore pubblica un articolo firmato da Giulio Peroni riferendosi a dati sugli uomini uccisi dalle donne forzando una simmetria tra violenza maschile e femminile nelle relazioni di intimità che non esiste.
I dati ISTAT e quelli del Viminale dicono ben altro.
Una verifica sarebbe stata doverosa rispetto alla fonte usata dal giornalista: una vecchia pubblicazione che mistifica i numeri della violenza nelle relazioni di intimità attingendo a dati complessivi sugli uomini uccisi senza menzionare il sesso dell’assassino, la relazione con la vittima e soprattutto il movente.
Una tesi priva di qualunque fondamento che offende le donne colpite dalla violenza maschile perché si traduce in negazionismo sulla mattanza che le colpisce. L’articolista si spinge a parlare di ‘maschicidio’ favoleggiando di una società che vedrebbe gli uomini storicamente dominati, violati, molestati sessualmente, privati della libertà, controllati e uccisi da donne.
Si tratta di gravissima manipolazione della realtà finalizzata a cancellare il fenomeno del femminicidio. Da quando il movimento delle donne e i centri antiviolenza hanno svelato il fenomeno della violenza maschile contro le donne, ci sono tentativi continui di cancellarne l’entità, manipolando numeri o asserendo che le denunce non sono mai vere.
“Articoli del genere nuocciono a tutte e tutti, e sono gravissimi su una testata come il Sole 24 ore che con Alley Oop dedica da tempo grande attenzione al fenomeno della violenza contro le donne ed è partner con D.i.Re e altri del progetto europeo ‘Never Again’ sulla prevenzione della vittimizzazione secondaria”, dichiara Antonella Veltri, presidente di D.i.Re.
Chiediamo al direttore una immediata rettifica dei dati presentati che sono in realtà i seguenti:
Nel 2019, dei 315 omicidi commessi, il 47,5% avviene in ambito familiare o in quello delle relazioni affettive extra-familiari, valore che risulta in costante aumento negli anni (+13,3% rispetto al 2018, +34,9% sul 2017 e +126,5% rispetto al 2002, anno di inizio della serie storica dei dati), anche a causa dell’incremento dei casi in cui è stato identificato l’autore e al calo di quelli attribuibili ad autori sconosciuti alla vittima.
Le differenze di genere sono comunque forti: gli omicidi in ambito familiare o affettivo nel 2019 sono il 27,9% del totale degli omicidi di uomini e l’83,8% di quelli che hanno come vittime le donne; quindici anni fa gli stessi valori erano pari rispettivamente a 12,0% e 59,1%.
Le donne sono uccise soprattutto dal partner o ex partner (61,3%). Fra i partner, nel 70,0% dei casi l’assassino è il marito, mentre tra gli ex prevalgono gli ex conviventi e gli ex fidanzati.
Agli omicidi dei partner si sommano quelli da parte di altri familiari (il 22,5%, pari a 25 donne) e di altri conoscenti (4,5%; 5 vittime). Questi valori sono complessivamente stabili negli anni.
Nel 2018 le persone rinviate a giudizio per almeno un delitto di omicidio volontario presso le procure “Adulti” sono state 676.
Non tutti gli omicidi sono uguali: quelli che assumono una particolare rilevanza sociale in contesti “violenti”, per esempio in ambito familiare, riguardano 271 imputati (il 40,1% degli imputati per omicidio volontario). Questi imputati sono uomini nel 93,4% dei casi e donne nel 6,6%.
Focalizzando l’attenzione sui condannati per omicidi in ambito relazionale violento, si nota il maggiore peso della componente maschile, che è pari quasi alla totalità dei condannati (98,3%) contro l’1,7% delle donne, e della componente italiana (l’84,8% è di provenienza italiana mentre il 15,2% è straniero).
Fonte: ISTAT, Autori e vittime di omicidio 2018-2019
https://www.direcontrolaviolenza.it/il-sole-24-ore-rettifichi-immediatamente-la-fake-news-sui-maschicidi/
Va ammesso che abbiamo trattato di merda le donne per secoli. Sono però d'accordo che oggi sia in atto una caccia alle streghe piuttosto che un tentativo di risoluzione.
anonimo - 04/06/2023 12:31Lo possiamo definire "razzismo di genere".
Se sei maschio sei violento in quanto maschio. Resta solo da stabilire se tale violenza abbia origini genetiche o culturali. Se ha origini genetiche i giochi sono fatti e abbiamo definito il maschio come essere inferiore. Se invece ha origini culturali, allora la colpa sarà del famoso "patriarcato".
Ovviamente molti uomini sono alle prese con donne violente, ma di quello non frega nulla a nessuno.
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