Difendere Lucca: “Con la nostra mozione anche Lucca avrà una panchina tricolore in ricordo dei Martiri delle Foibe”
Difendere Lucca: “Con la ...

Difendere Lucca: “Con la nostra mozione anche Lucca avrà una panchina tricolore in ricordo dei Martiri delle Foibe”
Continua l’impegno del movimento Difendere Lucca per onorare il ricordo dei Martiri delle Foibe e degli italiani costretti all’esodo da Istria, Fiume e Dalmazia dopo la pulizia etnica dei partigiani comunisti di Tito alla fine della Seconda guerra mondiale.
“La mozione da noi presentata e approvata in Consiglio comunale — scrive Difendere Lucca — prevede l’installazione anche a Lucca di una panchina tricolore, per ricordare le tragiche vicende del confine orientale italiano alla fine dell’ultima guerra mondiale. La storia di quei territori è storia italiana — ricorda Difendere Lucca — e anche storia della nostra città, dove molte famiglie hanno trovato faticosamente una seconda vita, dopo essere scappati dal regime comunista di Tito”.
Il capogruppo di Difendere Lucca, Lorenzo Del Barga, ha ricordato in Consiglio comunale come “occorre tenere vivo il ricordo dei Martiri del Foibe e dell’esodo anche oltre dalla data del 10 febbraio. Una circostanza emblematica è che la mozione sia stata discussa il 4 novembre, altra data simbolo del sacrificio degli italiani. La panchina servirà quindi per avere un ulteriore simbolo in città per tenere vivo questo ricordo tutto l’anno”.
E noi ricordiamo ai fascisti del terzo millennio che sono appunto fascisti e si sono dichiarati tali, e questo già dovrebbe bastare a far sì che non sedessero in consiglio comunale. E ricordiamo che il loro revisionismo e la loro propaganda di basso rango non serviranno certo a cancellare i fatti e la storia: la fascista Norma Cossetto fu infoibata perché fascista, figlia di un gerarca fascista e parente di collaborazionisti fascisti che non esitarono a unirsi ai nazisti nelle ultima fasi del conflitto. Sono fatti documentati. Tutte persone corresponsabili quindi, assieme al regime fascista, delle politiche di italianizzazione forzata che si concretizzarono nella persecuzione delle popolazioni slave in Dalmazia e Istria, reprimendo la loro cultura e la loro lingua nel fascistissimo tentativo di assimilarle all'identità italiana. La repressione culturale, tra le altre cose, comportò la soppressione delle scuole, delle organizzazioni e delle manifestazioni culturali slave. Le legittime istanze dei popoli autoctoni furono duramente represse e vi furono numerosi episodi di violenza contro gli esponenti delle comunità slave.
In conclusione la persecuzione fascista e il contesto hanno alimentato il clima di scontro che, nel dopoguerra, ha contribuito a generare le violenze e le persecuzioni subite dagli italiani e più in particolare dagli italiani fascisti in quelle regioni, portando all'esodo giuliano-dalmata.
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