Capezzoli a Di Pietro: "Voterò No. Non ti riconosco più"
								
                                                                     
                                    
                                                                Capezzoli a Di Pietro: "Voterò No. Non ti riconosco più"
Riforma della Giustizia. Capezzoli (Toscana 2030) in dissenso con Di Pietro: la battaglia per l'indipendenza non può finire qui.
[Lucca,
 31 Ottobre 2025] – Domenico Capezzoli, Presidente del Gruppo Civico 
Toscana 2030, interviene con una nota personale e politica, esprimendo 
il suo profondo disaccordo con la posizione assunta dall'ex magistrato e
 fondatore dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, a favore del "Sì" 
al referendum costituzionale sulla giustizia (separazione delle 
carriere).
"Caro Antonio Di Pietro," inizia 
Capezzoli, "è con grande rammarico e profonda delusione che constato la 
tua scelta di schierarti per il 'Sì'. Ho iniziato a seguirti con 
ammirazione quando eri magistrato a Milano, ho condiviso ogni tua 
battaglia, ti ho seguito con convinzione e ne ho fatto parte attiva nel 
momento dell'Italia dei Valori." Capezzoli sottolinea che il sostegno di
 Di Pietro alla riforma rappresenta un tradimento dei principi di 
autonomia e indipendenza che hanno caratterizzato la sua intera carriera
 e l'azione politica del suo movimento:
"Per la 
prima volta, Antonio, non sono d'accordo con te. Non ti riconosco più. 
Per anni abbiamo lottato insieme per difendere una magistratura libera 
da ogni condizionamento politico, come baluardo contro la corruzione e 
l'arroganza del potere. Oggi, schierarsi per una riforma che mira a 
indebolire le garanzie costituzionali del Pubblico Ministero e a 
frammentare l'autogoverno della giustizia è un passo indietro 
inaccettabile."  La Scelta Irrevocabile: Votare No
Il Presidente di Toscana 2030 ribadisce che la posta in gioco è la tutela della Costituzione e dei diritti del cittadino:
"La
 separazione delle carriere e lo 'spezzatino' del CSM non porteranno 
l'efficienza che i cittadini chiedono, ma apriranno le porte a una 
potenziale subordinazione del PM all'Esecutivo. Questa battaglia non può
 essere liquidata come una semplice questione di modernità. È una 
battaglia di libertà e legalità."
"Pertanto, la mia
 scelta è chiara e irrevocabile: al Referendum voterò No, per 
l'indipendenza della magistratura, per la difesa della nostra 
Costituzione e in coerenza con i principi che ci hanno unito un tempo," 
conclude Capezzoli.