Cantiere in Via Salicchi continua a far parlare...
Continua a far il parlare ...
Gentile Redazione,
ho letto con attenzione il vostro pezzo sui cosiddetti “neofascisti d’Italia”, uscito peraltro in forma anonima. Una scelta che colpisce: quando si affrontano temi tanto delicati e si distribuiscono giudizi pesanti, sarebbe auspicabile che chi scrive ci mettesse almeno la firma. L’anonimato può andar bene per una cronaca minore, non per un’analisi che pretende di fare storia e politica.
E proprio qui sta il punto: nel calderone delle scissioni, delle nostalgie e del folklore, avete inserito anche Forza Nuova, senza distinguere ciò che è politica da ciò che è semplice costume marginale.
Forza Nuova non è una meteora né una sigla effimera: è l’unico tra i movimenti citati ad aver fatto vera politica, presentandosi con proprie liste in decine di Comuni e ottenendo rappresentanza in numerosi consigli comunali. Altro che folklore: questa è presenza concreta nella vita pubblica, fatta di candidati, programmi e consenso reale.
Quanto alle “aggressioni” che evocate, la realtà dei fatti è che i procedimenti giudiziari che hanno coinvolto militanti forzanovisti – dal caso Blanga Tour ad altri episodi – si sono conclusi con assoluzioni o archiviazioni. Parlare quindi di violenza come marchio di fabbrica del movimento è non solo ingiusto, ma palesemente falso.
Sul 9 ottobre 2021, poi, è doveroso ricordare che si tratta di un processo ancora in corso. Definirlo sbrigativamente come “assalto alla CGIL” firmato da Forza Nuova significa sposare in blocco la tesi dell’accusa, quando già dagli atti è emerso come la situazione sia stata fomentata da elementi esterni e infiltrati. Parlare di “presunto assalto” non è una forzatura, ma una necessaria onestà intellettuale.
Forza Nuova, con tutti i suoi limiti e le sue battaglie controcorrente, resta l’unico tra i movimenti della cosiddetta area “estrema” ad aver scelto la strada politica e non il folklore. Dipingerla come un gruppo di marginali violenti è un modo comodo per chiudere gli occhi, ma non restituisce la realtà dei fatti.
Distinti saluti,
Luigi Cortese
Dirigente Nazionale Forza Nuova
Pestaggio razzista, arrestati i vertici di Forza Nuova a Catanzaro
Destre La vittima: un cittadino marocchino individuato come «maranza»
REGGIO CALABRIA
Prima lo hanno pestato sul posto con calci e pugni. Poi, non ancora soddisfatti, lo hanno inseguito in auto per mezza Catanzaro brandendo una mazza da baseball: ha tutti i contorni dell’aggressione a sfondo razziale il pestaggio subito dal cittadino marocchino Oussama Ezzarhouny, minacciato, braccato e picchiato da Carmelo. Protagonisti dell’agguato, secondo il gip di Catanzaro: La Face, Giuseppe Sestito e Giuseppe Mumoli, tre esponenti calabresi di vertice dell’associazione di estrema destra di Forza Nuova che, per quell’assurda aggressione del marzo scorso a un cittadino inerme, colpevole solo di essere stato bollato come «maranza», sono finiti ieri ai domiciliari.
E d’altronde erano proprio i «maranza» (gergo con cui vengono identificati i cittadini nord africani presenti sul territorio nazionale) l’obiettivo del piccolo gruppo dell’estrema destra catanzarese formato dal responsabile regionale di Fn, da quello provinciale e da quello della città di Catanzaro. La sera dell’aggressione i tre stavano sistemando uno striscione minaccioso – «con fascio font» annota il gip nell’ordinanza d’arresto – con la scritta in dialetto: «Maranza, a Catanzaro sono calci nella pancia». Dalle ricostruzioni della Digos, suffragate dalle immagini di sorveglianza che hanno ripreso tutto e dalle dichiarazioni della vittima, restano pochi dubbi sul fatto che l’aggressione sia maturata in un contesto contorni dell’odio razziale. Nelle immagini si vede chiaramente il ragazzo marocchino passare vicino la balaustra dove il gruppetto – tutti hanno precedenti per violenza e «per attività politica piegata ad atti di violenza» – sta appendendo lo striscione. Poi succede tutto in pochi attimi. Sarebbe stato Mumoli ad avvicinare la vittima e sferrare il primo pugno, aiutato immediatamente dopo dagli altri due. Un pestaggio violento ma breve visto che Ezzarhouny, dopo essere riuscito a rialzarsi da terra è scappato lungo le vie del centro immediatamente seguito dal gruppo di Forza Nuova a bordo della propria auto. Solo la presenza dei militari di sorveglianza nella piazza principale di Catanzaro ha scoraggiato gli aggressori.
Gli arresti di ieri arrivano in una settimana calda per il capoluogo calabrese. Proprio per la serata di mercoledì era infatti prevista una nuova “ronda” a cura di Forza Nuova per le vie di Catanzaro. Un servizio «di vigilanza» messo in piedi, per pochi affezionati, che nelle ore notturne avrebbe dovuto presidiare le vie del centro contro quella «l’invasione dei maranza». Ronde che non sono piaciute in città ma che il leader del movimento di Forza Nuova ha difeso in una nota, provando a negare l’aggressione messa in atto dai suoi dirigenti: «Tre militanti di Forza Nuova sono stati arrestati stamattina in merito ad una falsa aggressione ai danni di un cittadino marocchino durante l’attacchinaggio di un manifesto – scrive Roberto Fiore ignorando completamente le immagini che hanno ripreso tutta la scena, inseguimento compreso – ma il vero motivo è la passeggiata per la sicurezza in città».
https://ilmanifesto.it/pestaggio-razzista-arrestati-i-vertici-di-forza-nuova-a-catanzaro
https://www.ilpost.it/2024/04/20/fabio-corradetti-assalto-cgil-2021-condannato-cassazione/
2024
la divisione investigazioni generali e operazioni speciali (Digos) della polizia ha arrestato e portato nel carcere di Rebibbia Fabio Corradetti, militante del partito neofascista Forza Nuova. La Corte di Cassazione lo ha infatti condannato definitivamente a 5 anni e 4 mesi di carcere per la sua partecipazione all’assalto alla sede della CGIL dell’ottobre del 2021, rigettando il ricorso che Corradetti aveva presentato contro la precedente sentenza della Corte di Appello di Roma, pronunciata il 17 aprile 2023. Più nello specifico l’uomo è stato giudicato colpevole di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.
Corradetti è figlio della compagna di Giuliano Castellino, uno dei principali esponenti di Forza Nuova, che lo scorso dicembre è stato condannato a 8 anni e 7 mesi di carcere sempre per l’assalto alla CGIL insieme a Roberto Fiore, fondatore e leader nazionale di Forza Nuova.
Nel 2005 un dirigente di Palermo di Forza Nuova è stato condannato, insieme a due complici, per lesioni aggravate a sfondo razziale per aver aggredito un nigeriano. Nel 2006, sempre a Palermo, lo stesso dirigente di FN venne arrestato e condannato a due anni e mezzo di carcere per aver rapinato e aggredito due venditori ambulanti di origine bengalese a Palermo, insieme ad altri 2 complici appartenenti allo stesso partito
patriotame - 30/09/2025 19:24Il 24 gennaio 2014 Ernesto Moroni, ventinovenne romano fondatore di Azione Frontale già candidato alle elezioni regionali con Forza Nuova nel 2010, spedì delle teste di maiale all'ambasciata di Israele, al Museo della Memoria e alla Sinagoga di Roma, firmando i pacchi con il nominativo Giovanni Preziosi, nome del ministro fascista che firmò il Manifesto della razza. L'uomo fu indagato per istigazione all'odio razziale. Nella sua abitazione vennero ritrovati una scimitarra, alcune magliette di Forza Nuova e il testo «Giudaismo, bolscevismo, plutocrazia e massoneria» di Preziosi edito nel 1941.
dina - 30/09/2025 19:22Vita e impicci di Giuliano Castellino, il fasciotrasformista
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Di cosa parliamo oggi?
Giuliano Castellino è un animale politico dalle mille vite. Le sue vicende politiche, e giudiziarie, sono mirabolanti, soprattutto per la sua capacità continua di reinventarsi e mettersi al centro di progetti politici per lo più effimeri per poi lanciarsi nell’avventura successiva. Ne ha fatte e ne ha dette così tante che riscostruirne le gesta è un lavoro non semplice.
Questo vuole essere in qualche modo il pezzo definitivo su Giuliano Castellino dagli esordi a oggi. Una storia che è anche una biografia dell’estrema destra romana degli ultimi trent’anni. E infatti è un pezzo molto lungo, forse troppo ma mi è venuto fuori così!
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Ci becchiamo in giro?
Il 23 aprile alle 18.00 sarò a Esc (via dei Volsci 133 a San Lorenzo a Roma) per presentare il libro di Leonardo Bianchi "Le prime gocce della tempesta”, di cui abbiamo parlato qui.
Da Base Autonoma a Forza Nuova
Gli esordi politici di Giuliano Castellino sono legati alla fase di massima espansione dei gruppi comunemente chiamati “naziskin”. È la prima metà degli anni Novanta ed è un ragazzo della periferia Nord di Roma che si muove tra la militanza nei circuiti di estrema destra e il tifo organizzato, dove proprio in quegli anni la fascisteria comincia a mettere radici.
Il racconto di alcuni protagonisti dell’epoca vuole che tenterà di avvicinarsi al centro sociale Break Out di Primavalle, da sconosciuto studente liceale, ma che poi scoperto in possesso di alcuni volantini evidentemente di matrice neofascista fu allontanato in maniera decisamente energica con il sospetto che dovesse solo scoprire come introdursi e riferirlo ai suoi camerati.
Giovanissimo, stringe un sodalizio con Maurizio Boccacci, fondatore di Movimento Politico (gruppo sciolto per odio razziale in base alla Legge Mancino) e poi entra dentro Forza Nuova, che nel 1999 dà una nuova prospettiva all’universo naziskin che si era coagulato in quegli anni. Roberto Fiore e Massimo Morsello rientrano dalla loro latitanza dorata in Inghilterra e fondano il nuovo partito del neofascismo italiano.
Il 1999 è anche l’anno in cui Castellino verrà indagato per la bomba al Cinema Nuova Olimpia, dove era in cartellone la proiezione del film documentario sul processo ad Adolf Eichmann “Uno specialista. Ritratto di un criminale moderno”, rivendicata dal Movimento Antisionista. "Abbiamo messo un ordigno dentro il covo degli ebrei e dei loro servi. Abbiamo colpito dietro il parlamento, simbolo del potere sionista. Stavolta siamo stati clementi, la nostra mano non è stata forte, la prossima faremo di peggio. Movimento antisionista, contro tutti gli ebrei e il loro potere, viva la vittoria", il testo della rivendicazione arrivata con una telefonata. Pochi giorni prima un analogo attentato a via Tasso, con un ordigno artigianale che esplode di fronte al Museo Storico della Liberazione.
Massimo Morsello e Roberto Fiore guidano un corteo di Forza Nuova a Roma nel 2000
Ecco come ricorda quegli anni lo stesso Castellino su Fare Quadrato, rivista interna a Fiamma Tricolore, tingendoli di un sapore mitico: "I primi anni novanta furono caratterizzati da una nuova ventata movimentistica, certamente diversa da quella precedente. Furono gli anni della lotta all’immigrazione [i primi a proporla in Italia] e dell’antagonismo alla partitocrazia avvelenata da tangentopoli. Ci fu il ritorno nelle borgate e soprattutto di un sano ritorno al fascismo".
Dentro Forza Nuova Castellino mette anche su famiglia, iniziano un sodalizio che tornerà nella sua vita politica ma che lascerà un segno indelebile anche in quella privata, sposando la figlia di Massimo Morsello (da cui divorzierà alcuni anni dopo), uno dei fondatori del movimento che verrà a mancare al termine di una lunga malattia nel 2001.
Ma non tutto dura per sempre, e arriva la rottura di Castellino e Boccacci con Forza Nuova. I due fondano la nuova Base Autonoma nel 2003 (riprendendo una sigla della prima ondata degli anni Novanta, sciolta anche questa in base della Legge Mancino), che apre una sede a Vigne Nuove, alla periferia Nord-Est della Capitale. Poi il gruppo confluisce dentro Fiamma Tricolore, il partitino degli scontenti della svolta di Fiuggi.
Castellino accompagna Giorgia Meloni a rendere omaggio alle vittime della strage di Acca Larentia
L’incontro con CasaPound e la Fiamma Tricolore
Ed è dentro Fiamma Tricolore che Giuliano Castellino fa un incontro importante, quello con Gianluca Iannone e CasaPound. I fascisti del Terzo Millennio sono all’inizio della loro avventura politica e scelgono di entrare dentro Fiamma Tricolore, fondando allo stesso tempo l’organizzazione giovanile Blocco Studentesco. È il 2006, il segretario della Fiamma Tricolore è europarlamentare, e sono gli anni delle provocazioni mediatiche e di un nuovo e innovativo slancio per il neofascismo, che lascerà bomber e anfibi in soffitta per rinnovare la propria immagine (e le proprie parole d’ordine).
Lo “squadrismo mediatico” messo in atto in questi anni da Fiamma Tricolore deve probabilmente molto anche all’apporto di Giuliano Castellino: i tour per Roma su una camionetta che ricorda gli squadristi del ventennio, l’assalto alla bolla del Grande Fratello a Ponte Milvio, i manifesti con su scritto “vota la squadra del cuore” e la foto di una squadraccia.
Castellino in questi anni è vicinissimo a CasaPound ma mantiene un suo percorso autonomo e parallelo, mentre ricopre il ruolo di segretario provinciale della Fiamma Tricolore. Per non essere da meno del socio e competitor Gianluca Iannone, fonda un suo gruppo musicale (il capo di Cp è il frontman degli ZetaZeroAlfa) “La Peggio Gioventù”, e anche lui da vita a un’occupazione Casa Italia Prati (sgomberata successivamente).
Ma tutto finisce: nel 2008 CasaPound occupa la sede nazionale della Fiamma per chiedere un congresso. Gli inquilini di via Napoleone III sono forti della struttura che sono andati radicando a livello nazionale, e vogliono prendersi il partito. Di tutta risposta vengono espulsi, con una nota firmata niente meno che da Maurizio Boccacci. Di fatto CasaPound svuoterà Fiamma Tricolore di tutta la militanza giovanile, lasciando un guscio vuoto, e poco dopo se ne andranno (anche se prendendo strade diversissime) anche Boccacci e Castellino.
L’assalto alla “bolla” del Grande Fratello
Alla corte di Gianni Alemanno
È il 17 aprile del 2011 quando il nostro protagonista sale sul palco di una convention intitolata “I Movimenti per Roma Capitale, destra sociale in azione”. Scomparso dai radar per qualche tempo lo troviamo ora alla guida di una formazione che si chiama il Popolo di Roma, che nella fase finale del governo di Gianni Alemanno sembra avere il compito di organizzare una parte della militanza giovanile della città verso la sfida elettorale che ormai si avvicina.
È un Giuliano Castellino decisamente ripulito quello che parla dal palco, che sembra deciso a lasciarsi alle spalle il neofascismo duro e puro e il movimentismo di cui è stato uno dei protagonisti. Un vero voltafaccia. Mentre Castellino si sistema - con un piccolo ruolo di comprimario, è pur sempre l’ultimo arrivato - alla corte di Alemanno, il suo ex mentore Maurizio Boccacci è invece tornato allo stile di inizio anni Novanta con Militia, piccolo gruppo con il quale compie azioni espressamente antisemite e che negazioniste della Shoah. Nello stesso anno, mentre Castellino posa con Alemanno, il vecchio leader dell’ultradestra romana viene arrestato con altri sodali con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla diffusione dell'odio razziale, apologia di fascismo, incitamento alla violenza e alla discriminazione. Gli vengono imputate anche intimidazioni e minacce contro la comunità ebraica e contro lo stesso sindaco Alemanno.
Come vedremo le strade dei due si reincontreranno presto.
L’approdo a La Destra di Storace
Con il ballottaggio del maggio 2012 finisce la parentesi della destra al governo del Campidoglio. Il vecchio capo della destra sociale Gianni Alemanno esce sconfitto, e Giuliano Castellino inizia un percorso che lo porterà prima a cercare uno strapuntino nella destra istituzionale, e poi a riprendere a fare quello che forse sa fare meglio: l’agit prop, compiendo una nuova inversione politica a ‘U’.
Intanto il primo approdo è quello de La Destra di Francesco Storace, che ancora in questi anni ha una struttura nazionale. Il 14 marzo 2012, a pochi giorni dalle elezioni comunali, Castellino già prende le distanze da Alemanno: “La nostra Comunità Militante, ieri Il Popolo di Roma, oggi Movimento Destra Sociale - ha deciso di aderire a La Destra. Decisione presa dopo un lungo percorso di allontanamento dall'attuale centrodestra e maturata dopo la scellerata decisione del Pdl di sostenere il governo Monti, e perché convinti che La Destra sia oggi la casa dei nazional-popolari. Entriamo nel Partito con tutti i nostri quadri, i nostri militanti e le nostre strutture, pronti da subito a dare il nostro contributo movimentista, politico, meta-politico, culturale e militante a chi oggi rappresenta la destra capitolina".
Pochi mesi prima aveva portato in dote a Storace la sede di via Paisiello in Prati, appartamento di proprietà della Fondazione An che occupa rivendicando una parte del patrimonio del fu Movimento Sociale Italiano. Prova a riprendere iniziative “movimentiste”. Comincia anche a reimpiegare, in maniera apparentemente casuale, slogan e parole d’ordine che vengono dalla storia dell’estrema destra degli anni Novanta. Ad esempio il 4 febbraio La Destra fa un corteo nazionale a Roma, e sceglie di riprendere riprende lo slogan “Tecnoribellione”, che era stato di Meridiano Zero.
“Non torneremo a Itaca”
Mentre è ancora un dirigente del partito di Storace, Castellino occupa il Cinema Augustus in corso Vittorio Emanuele II, in pieno centro. È una fase contraddittoria, mentre tenta ancora di scrollarsi di dosso l’etichetta di estrema (“Non chiamateci fascisti”, dice ai giornalisti che vanno a intervistarlo all’Augustus), dall’altra riprende i rapporti con i vecchi arnesi del neofascismo più radicale.
Nel luglio del 2012 organizza un incontro a cui partecipano Maurizio Boccacci, e poi i protagonisti dell’eversione nera Adriano Tilgher, Bruno Di Luia e il “comandante” Stefano Delle Chiaie. All’incontro Castellino distribuisce un documento che ha il sapore dell’autocritica per la sua breve stagione della destra istituzionale. Mentre a destra si discute del documento di Marcello Veneziani “Tornare a Itaca”, il cui approdo sarà la graduale ricomposizione della destra postmissina nelle file di Fratelli d’Italia, Castellino vuole invece tornare al nefascismo duro e puro.
Giuliano Castellino e Stefano Delle Chiaie
Vale la pena citare un pezzo del documento per intero:
Ci siamo dati anche le risposte e per questo diciamo subito che noi NON ANDREMO AD ITACA.
Questi viaggi hanno sempre una sola meta: le poltrone, e in questo caso ricompattare gli scarti di An per riposizionarsi nella stanza dei bottoni!
Stavolta non ci stiamo. Non partiamo. Ormai, a furia di navigare, ci è venuto il mal di mare.
Potremmo - facendo i vaghi e facendo finta di nulla - parlare - e lo potremmo fare con ottima cognizione di causa - di tutti gli altri, delle loro scivolate, dei loro compromessi, delle loro furberie, della ventata di megalomania che li ha presi, ma non lo faremo, sarebbe troppo superficiale e poco onesto! Parleremo di NOI STESSI, SENZA SCONTI!
Tenendo bene a mente che nessuno, quindi neanche noi, può riconquistare la verginità perduta. E con umiltà ed in totale assenza di tracotanza vi diciamo subito che non siamo più vergini! (E purtroppo non c’è ironia!)
Sognavamo di essere guerrieri metropolitani, spesso abbiamo preferito la lotta al compromesso, ci eravamo tenuti ben lontani dal politichese e dal politicume: ci sentivamo belli come il sole…
Poi? Poi ci siamo smarriti.
Abbiamo perso la battaglia più importante, quella con noi stessi, quella contro l’anello del potere: ci siamo trovati davanti a due strade, una che sembra semplice e in discesa, l’altra tortuosa ed in salita. Abbiamo scelto la prima! E ci siamo schiantati, ci siamo ritrovati tra i nani, tra i piccoli, mentre una volta sognavamo di scalare le vette più alte e di volare là dove solo le Aquile osano!
Questo non si può cancellare con un colpo di spugna.
Alcuni nostri amici e camerati, più saggi e prudenti di noi, più rigorosi sul piano intellettuale, ci avevano invitato a diffidare e a non farci troppe illusioni.
Purtroppo non li abbiamo ascoltati. Avevano ragione loro.
Ma combattere è un destino e in sè la vita è guerra e noi non vogliamo certo rinunciare né al nostro destino né alla nostra guerra. Abbiamo perso delle battaglie, ma la guerra è lunga!
A Roma diciamo “ciò che non strozza ingrassa”, in un italiano più corretto e comprensibile “ciò che non ci uccide rende più forti!”
Ma con altrettanta franchezza dobbiamo avere il coraggio e l’umiltà di affermare:
AVEVAMO TORTO! Le sirene ci avevano incantato.
Così come non dobbiamo fingere miserabili amnesie, altrimenti il “mea culpa” sarebbe falso!
Ci sono tanti modi di perdere la verginità, cari camerati.
Per amore, per passione, per paura, per tornaconto, per leggerezza, per avidità, per ebbrezza o per qualche stato di coscienza alterata, per vanità, per desiderio carnale, per gioco, per curiosità, per illusione, per violenza propria, per violenza altrui.
Ma l’essenza non cambia: non possiamo più far finta di essere innocenti e casti.
Ecco perché stavolta non partiremo: faremo tabula rasa degli ultimi quattro anni e cercheremo con ogni mezzo di RIALLACCIARCI ALLA LUNGA CATENA da cui c’eravamo staccati per MARCIARE SUL FUTURO!
Uno strano locale
Avendo fallito nella ricerca di uno strapuntino istituzionale dove infilarsi, cerca di trovare un posto al sole altrimenti. Lasciatosi alle spalle la non fortunatissima esperienza del Popolo di Roma, avendo rilanciato la sua militanza neofascista, nel frattempo cerca di sbarcare il lunario con un’operazione mimetica, ovvero l’occupazione del Circolo Poligrafico.
Qui Castellino e i suoi entrano dopo lo sgombero dell’Augustus. È l’ex Cral del Poligrafico di Stato, in via dell’Acqua Cetosa, un centro sportivo abbandonato da poco lungo il Tevere a Roma Nord. “Vorremmo riattivare il progetto, già da noi sperimentato, della discoteca No – dope ballo senza-sballo, vorremmo riaprire la palestra, i campi da calcetto e da tennis a prezzi popolari, per bambini disabili o comunque per i bambini del quartiere, per non parlare della manutenzione che potremmo dare a questo posto che, fino a pochi giorni fa era sommerso dal fango e dai detriti portati dal Tevere”, dichiarava Castellino.
Le bombe carta sequestrate
Ma passano pochi mesi e si perde ogni connotazione politica dello spazio, che ospita eventi musicali e non privi di qualsiasi matrice politica, attirando i pr della notte romana con condizioni vantaggiose per organizzare una serata. Comincia a presentarsi dunque come uno spazio senza nessuna connotazione, un locale come tanti altri non un’occupazione. Poi, senza troppa pubblicità, si tengono anche concerti in collaborazione con Forza Nuova o altre iniziative legate all’estrema destra.
Nel luglio del 2013 lo sgombero del Circolo Poligrafico. Passa qualche mese e Castellino ci riprova: questa volta l’occupazione ha un volto esclusivamente politico e viene ribattezzata Spazio Zero. Nel frattempo Castellino ha abbandonato La Destra e si è messo alla testa del Movimento Sociale Europeo, piccola sigla dell’estrema destra che fa riferimento alla storica sede di via Ottaviano 9 in Prati. Le forze dell’ordine trovano 143 bombe carta artigianali: il sospetto è che fossero state collocate dentro l’occupazione per essere utilizzate con scontri con altre tifoserie o le forze dell’ordine da parte dei gruppi ultras vicini a Castellino in Curva Sud, vista la vicinanza con lo Stadio Olimpico.
L’incredibile vicenda di un etto di cocaina per uso personale
È il tardo pomeriggio del 31 dicembre del 2014 quando un uomo viene fermato a bordo del suo scooter. I carabinieri lo vedono nervoso e, dopo aver verificato che guidava senza avere la patente con sé, controllano cosa si trova nel sotto sella e scoprono così 30 bombe carta e un etto di cocaina. Incredibilmente riesce a convincere il giudice, al termine del processo celebratosi con rito abbreviato, che la cocaina era per uso personale, tornando così a piede libero.
Un episodio che ha sollevato molti dubbi sulle amicizie e le coperture di cui gode Castellino. Provate voi a presentarvi davanti a un giudice con un quantitativo simile di cocaina e a sostenere che fosse per uso personale e non a scopo di spaccio. E pensare che quando era uno dei fedelissimi di Gianni Alemanno, promuoveva feste "contro la droga" e "contro lo sballo" su un barcone sul Tevere, le stesse che diceva ai giornali di voler organizzare al Circolo Poligrafico. Ma come ormai abbiamo capito la coerenza non è mai stato il suo forte.
Da Roma ai Romani al ritorno a Forza Nuova
Dal 2014 Giuliano Castellino tra alterne fortune torna all’estrema destra più nera. Dopo non essere riuscito a trovare un posto in qualche partito, dopo non essere riuscito a trasformare un’occupazione in un lucroso affare e dopo aver passato tutto sommato indenne un arresto con un etto di cocaina, si getta a capofitto nella mischia.
Sono gli anni in cui cresce nel nostro paese un sentimento xenofobo, gli anni d’oro del leader della Lega Matteo Salvini che, sopratutto nelle periferie delle grandi città, soffia sul risentimento contro gli immigrati. E non mancano le rivolte più o meno pilotate che esplodono anche a Roma contro i centri di accoglienza. È il clima raccontato nella serie televisiva di Zerocalcare “Questo mondo non mi renderà cattivo”.
Castellino inventa una nuova sigla, “Roma ai Romani”, con la quale contesta la presenza dei cittadini di origine migrante nei quartieri popolari, siano essi legittimi assegnatari di casa o ospiti. E da qui, dimostrando di saper fare il suo lavoro, viene ripreso sotto la sua ala protettiva da Roberto Fiore che lo foraggia, e lui in cambio, anche con pochissimi militanti alle spalle, non si risparmia, scoprendo una visibilità mediatica prima sconosciuta.
“Diritto alla casa, diritto al lavoro, non ce l’abbiamo noi non ce l’avranno loro”, grida Castellino, lanciando anche la parola d’ordine della “resistenza etnica” contro l’immigrazione.r Forza Nuova prova a mettere radici al Trullo, dove nel 2017 si scontra con le forze dell’ordine per impedire l’assegnazione di una casa a una famiglia di cittadini di origine eritrea (due anni dopo sarà condannato a 4 anni per quegli incidenti). Ancora manifesta a Magliana e Tiburtino III, tenta di insediarsi in diversi quartieri popolari. Tentativi per lo più estemporanei e che non avranno esiti duraturi ma gli regaleranno moltissima visibilità.
Il 15 giugno del 2017 Forza Nuova manifesta a Roma contro lo Ius Soli, in prima fila nei tafferugli con la polizia troviamo Maurizio Boccacci fianco a fianco con Giuliano Castellino.
Giuliano Castellino e Maurizio Boccacci
Sono anni di grande attivismo per il leader della destra neofascista romana, che conosce però uno stop a causa dei suoi guai con la giustizia.
La truffa per il cibo per celiaci
Il 23 luglio del 2018 la polizia bussa alla porta di Giuliano Castellino per notificargli un avviso di custodia cautelare in carcere. Secondo l’accusa lui e un imprenditore “taroccavano i buoni” per l’acquisto di cibo gluten free, riuscendo così ad intascare oltre 1 milione e 300mila euro di rimborsi. Una truffa con al centro il cibo per persone celiache. Sono i carabinieri dei Nas a verificare come i sospetti della Asl siano fondati, e l’operazione “Gluten Free” termina con l’arresto per il leader di Forza Nuova.
Il mito del sessantotto nero e l’assalto alla Cgil
Dove il gira il vento lui corre, passando da una sigla all’altra, per ogni stagione politica una nuova iniziativa, con l’ossessione (o almeno così appare visto dall’esterno), di trovarsi sempre alla testa del corteo. D’altronde di professioni (lecite) che non siano l’agit prop non sembra conoscerne Castellino.
Così quando le restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19 coaugulano nuove piazze che sembrano ben promettere, ecco che si lancia contro la dittatura sanitaria e vaccinista. Dal fascismo duro e puro, alla difesa strenua dei diritti individuali e dell’individuo proprietario. Impara presto il linguaggio della cosiddetto mondo del dissenso. Smessi i panni del neofascista, per nome e per conto di Forza Nuova eccolo tentare in ogni modo di mettersi al capo di ogni piazza, coordinando sigle di ogni genere e tipo. Arriva ad inventare inventare il “Popolo delle mamme”, con il quale il 5 settembre del 2020 chiama a raccolta a Roma oltranzisti cattolici, negazionisti del Covid e complottardi di vario genere, mettendo insieme qualche migliaio di persone.
Il 27 ottobre del 2020 invece, allo scoccare della mezzanotte con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm del governo Conte, guida gli incidenti a Piazza del Popolo tra ultras e estremisti di destra contro la polizia. Sempre il mondo ultras lo aveva chiamato a raccolta a giugno del 2020, anche in questa occasione si erano verificati tafferugli e momenti di tensione.
Quelle della galassia del dissenso sono piazze magmatiche, che faticano ad avere una direzione sia politica che organizzativa. Composte da decine e decine di piccole sigle, spesso poco più che personali, passano da raccogliere migliaia di persone a poche unità, a seconda del momento. Sono gli estremisti di destra a riuscire a garantire una capacità operativa alle piazze.
Fiore e Castellino, grazie alla capacità di guidare le mobilitazioni contro il green pass e no vax, pur non avendone il controllo, sognano il loro Sessantotto Nero. Il sogno, mai realizzato, di avere un movimento di piazza radicale egemonizzato saldamente a destra. Si arriva così all’assalto squadrista alla Cgil del 9 ottobre del 2021 in Corso Italia, quando la sede nazionale del sindacato sarà colpita dalla violenza dei manifestanti sotto l’occhio discreto delle forze dell’ordine che regalano la completa agibilità ai fascisti.
Non ci dilunghiamo su questa vicenda, piuttosto nota, qui basta segnalare come il segno del tollerabile è decisamente oltrepassato: Castellino e Fiore vengono arrestati e, dopo una lunga detenzione preventiva, condannati rispettivamente a otto anni e sette mesi di reclusione e otto anni e sei mesi in primo grado.
Nonostante la quantità di processi in corso e la sorveglianza speciale, il protagonista della nostra storia non ci pensa neanche a fermarsi. Dopo aver lasciato formalmente Forza Nuova, per prima cosa si avvicina a “Nessuno Tocchi Caino”, poi stringe un forte sodalizio con nientemeno che Carlo Taormina, con il quale ha stretto un rapporto durante la stagione No Green Pass. L’ex avvocato di Forza Italia si presenta anche a una conferenza stampa benedicendo il nuovo partito di Castellino “Ancora Italia”.
Ma dal 2021 a oggi ha costruito varie scatole più o meno vuote. “Italia Libera”, che ha coinvolto anche ex esponenti di estrema sinistra con la solita storia del superare la destra e la sinistra, con il quale ha tentato di aprire una sede alla periferia Est di Roma. Poi si è collocato decisamente a favore della Russia e di Putin nello scenario della guerra con l’Ucraina. Ora utilizza anche la sigla Comunità Multipolare Roma, e sta tentando di avvicinarsi all’alleanza tra Indipendenza di Gianni Alemanno e Democrazia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo e Francesco Toscano, secondo quanto riportato dal sito di cui si presenta come direttore “L’Italia Mensile.
Chissà come dovremo aggiornare questo pezzo in futuro.
https://sedestra.substack.com/p/vita-e-impicci-di-giuliano-castellino
ha avuto dei grandi Leader tipo Castellino
https://www.youtube.com/watch?v=BBzqKjBOumU
Ricordo un Luigi Cortese denunciati per apologia fascista poi assolto, son fissati con i motti fascisti ...
Magari è un altro omonimo
Link
https://primatorino.it/cronaca/spezza-le-catene-dellusura-vota-fascista-indagato-leader-forza-nuova-per-apologia-di-fascismo/
Sono migliaia tutti di Lucca poi
Che coraggio chiamarla manifestazione !!
https://youtu.be/GpDvQ_NhbyQ
Violenze fasciste a Lucca, rinviata la prima udienza
L'accusa vuole acquisire nuovi materiali contro il gruppo dei "Bulldog": ecco la cronologia delle aggressioni
A Lucca c’è chi giura che le connessioni e i contatti tra il gotha dell’estrema destra italiana e la città siano strettissimi. Che i contatti tra alcuni ambienti cittadini e Roberto Fiore (ambiguo e romanzesco personaggio, fondatore di Forza Nuova, già parlamentare europeo) siano continui e proficui. Che si punti su Lucca e certi suoi patrimoni per garantire la rinascita in Italia di una Nuova Destra che possa finalmente raccogliere nostalgici e giovanissimi fascisti.
Effettivamente l’incredibile storia dei Bulldog, il branco lucchese, pubblicata dal Post la scorsa settimana, ha suscitato molte reazioni. Stupore, indignazione, incredulità. Com’è possibile che poche decine di ragazzotti riescano, per anni, a compiere nefandezze di ogni genere e a farla franca? Com’è possibile che chi amministra la collettività cittadina, ma anche chi ha cura delle sue anime non abbia espresso, in tutto questo tempo, una condanna?
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Per capire di più abbiamo approfondito le ricerche, completato la sequenza degli episodi accaduti e aggiornato i fatti fino alle ultime dichiarazioni di questi giorni che, in alcuni casi, lasciano davvero perplessi. Non emergono coperture o connivenze politiche in senso stretto, ma gli atteggiamenti di chi governa la città e il silenzio tombale e pluriennale della Curia sono molto insoddisfacenti.
Affiora quantomeno il quadro di una città distratta, egoista, quasi complice. Una città voltata a destra che può raccontare la banalità del male meglio di ogni altra? Non si può escludere che ci sia dell’altro, ma nemmeno provarlo. Ecco impietosa la sequenza (la violenza s’intreccia con l’acquiescenza e il sostegno) di quanto è avvenuto dal 2001 fino ad oggi.
25 aprile 2001: il sindaco di Lucca, Pietro Fazzi (FI), autorizza – è la festa della Liberazione – in una sede comunale la presentazione di un libro sul gerarca fascista Pavolini organizzata da Forza Nuova.
Novembre 2002: il Comune autorizza un’ iniziativa di Forza Nuova contro l’immigrazione, i muri della città vengono imbrattati con scritte xenofobe. Nasce l’associazione “Altro Volto – Lucca gay e lesbica” due studentesse partecipanti sono circondate da un gruppo di Forza Nuova, spintonate e minacciate.
4 aprile 2003: manifesti e scritte fasciste sulla sede della CGIL in via Fillungo. Danneggiata la moschea nel centro cittadino. Una svastica compare sul portone dell’Istituto Storico della Resistenza.
27 agosto 2003: infranta a sprangate la vetrina della libreria Baroni. Scritte naziste e omofobe sui muri attorno.
27 settembre 2003: l’amministrazione comunale autorizza Forza Nuova a tenere a Lucca il proprio raduno nazionale.
8 aprile 2004: nella discoteca KuKu viene aggredito un giovane dei collettivi studenteschi: ferite alla testa e frattura del setto nasale.
18 aprile 2004: violentata una ragazza lesbica da due fascisti rimasti sconosciuti.
15 agosto 2004: aggredito e picchiato da cinque nazifascisti un esponente di sinistra, Edoardo Seghi a cui sarà innestata una placca metallica al padiglione orbitale.
dal 28/11/04 al 25/03/07: debuttano i Bulldog allo stadio. Si registrano nove episodi di violenza che sanciscono la loro egemonia nella curva Ovest della Lucchese.
29 ottobre 2005: 25 nazifascisti assediano lo Ska Sankara di S. Anna. I cinque militanti presenti per liberarsi sono costretti a chiamare la polizia.
10 dicembre 2005: lanciati un mattone e due molotov contro la finestra del Sankara durante una festa.
26 agosto 2006: un gruppo di 25 estremisti di destra in assetto da battaglia prova a impedire l’inaugurazione del torneo di calcio interetnico “Asì es mi futbol”. Giunge un’auto delle forze dell’ordine ma non li identifica.
8 dicembre 2006: di notte un gruppo di nazifascisti sfonda il vetro di un’auto di un ragazzo di sinistra e tentano di incendiarla.
15 gennaio 2007: la mattina, durante le ore di autogestione, si presentano al Liceo Artistico quattro individui di estrema destra che provano a sfondare. I professori sbarrano il portone.
27 gennaio 2007: nel “Giorno della Memoria” le istituzioni e le forze dell’ordine consentono lo svolgimento di un concerto naziskin a Nozzano che richiama estremisti di destra di tutta la Toscana.
23 febbraio 2007: al processo per il pestaggio del 15 agosto 2004 una ventina di naziskin all’interno del tribunale, indisturbati, provocano ed intimidiscono il ragazzo vittima del pestaggio e i presenti.
24 febbraio 2007: verso le tre di notte un ragazzo, Emanuele Pardini, viene inseguito per chilometri da tre macchine di estremisti di destra. Il ragazzo perde il controllo dell’auto. Viene preso, atterrato, accoltellato, coperto di calci, pugni e sputi finché stremato non perde i sensi. Alcune persone sopravvenute danno l’allarme, scongiurando una tragedia.
22 marzo 2007: dopo un’assemblea al cinema Moderno sulle violenze neofasciste, in sette, a volto coperto, circondano una studentessa del liceo classico minacciandola.
elezioni comunali 2007: il candidato sindaco, Mauro Favilla, si fa appoggiare per il ballottaggio dalla lista Forza Nuova che espone ovunque i suoi manifesti a sostegno.
5 maggio 2007: un ragazzo di colore di 17 anni viene picchiato, gli urlano: “qui non vogliamo neri di merda”. Prognosi di 20 giorni.
24 maggio 2007: danneggiata a sprangate, in pieno centro, l’auto di un esponente di Rifondazione Comunista.
giugno 2007: scritte e svastiche sui muri del Liceo Artistico.
luglio 2007: festa della Birra a Borgo a Mozzano: un esponente del Cantiere Resistente, Martino Terranova, viene intimidito e definito “infame” da Andrea Palmeri e da altri due Bulldog, perché ritiri la denuncia per un’aggressione subita.
22 agosto 2007: imbrattata con una svastica la statua di Garibaldi, collocata poche settimane prima a Capannori.
29 agosto 2007: scritte “Bulldog” e svastiche sulla sede di Rifondazione Comunista.
31 agosto 2007: imbrattati muro e vetrata di un ufficio del comune di Capannori.
17 settembre 2007: scatta la maxioperazione della polizia contro i “Bulldog”, dieci arresti, altrettante denunce. Il gruppo viene dichiarato sciolto.
3 ottobre 2007: tre “fiammisti” trovati in piena notte a imbrattare le vie del centro con bombolette spray e con manifesti di propaganda di Fiamma Tricolore. Fermati.
5 giugno 2008: danneggiata l’auto di un esponente di Rifondazione Comunista.
estate 2008: Andrea Palmeri colpisce con un pugno una donna fratturandole la mascella.
11 ottobre 2008: Andrea Palmeri ripreso durante la partita Bulgaria-Italia mentre fa saluti romani e brucia la bandiera della Bulgaria.
20 marzo 2009: scritte fasciste su una sede Arci di Lucca.
11 novembre 2009: denunciati sette quattordicenni che picchiavano da tempo coetanei in pieno centro si facevano chiamare “Gabber” volevano diventare “Bulldog”. Andrea Palmeri costruisce su Facebook il gruppo “Comandante Idreno Utimpergher ” tra gli iscritti anche il consigliere comunale di maggioranza Alessandro Venturi.
20 dicembre 2009: i Comuni di Lucca e di Altopascio patrocinano la presentazione del libro sul tifo rossonero scritto da Andrea Palmeri. Alla presentazione l’assessore di Altopascio, Alessandro Balduini.
gennaio 2010: il Comune patrocina la mostra fotografica sui luoghi abbandonati a Lucca organizzata da CasaPound.
17 aprile 2010: l’amministrazione concede una sede comunale, il Foro Boario, per la festa di autofinanziamento dei Bulldog per pagare gli avvocati “per i camerati in carcere”.
25 aprile 2010: durante la festa per il 65° anniversario della Liberazione, in piazza San Michele, gruppetti di giovani passano facendo i saluti romani, strappano volantini, sputano, mostrano spranghe nere ricoperte con la bandiera dell’Italia.
9 maggio 2010: due Bulldog davanti al Birrificio Bruton distruggono bicchieri e lanciano raudi.
16 maggio 2010: nuova aggressione al Bruton con conseguenze tragiche: un avventore perde l’occhio sinistro a causa di un bicchiere rotto, lanciato da due esponenti dei Bulldog (Adam Alexander Mossa e Stefano Vannucci, ora arrestati) ad altezza d’uomo in mezzo alla gente.
19 maggio 2010: scritte contro Digos e Magistratura dopo gli arresti dei Bulldog.
20 maggio 2010: finalmente una voce netta dalle istituzioni, è il presidente della Provincia Stefano Baccelli, che plaude all’azione della procura e della polizia, sperando che si possa chiudere così la fase delle violenze incontrollate.
23 maggio 2010: presidio di solidarietà del “coordinamento antifascista” per il ragazzo aggredito. È presente anche il presidente della Provincia che parla di “episodio di una gravità inaudita” e che “pur non volendo indicare precise responsabilità politiche” individua nell’episodio del 25 aprile 2001 l’inizio della spirale violenta.
Giugno 2010
Non si fa attendere la risposta a Baccelli del sindaco dell’epoca Pietro Fazzi (oggi consigliere comunale capogruppo di “Liberi e responsabili”) che critica la sua partecipazione al presidio antifascista in solidarietà a Sasha Lazzareschi, e aggiunge:
“Il Pd a parole vorrebbe chiudere con le frange dell’estrema sinistra, ma il conto elettorale è troppo caro, e così qua e là si riaprono le porte agli estremisti” e si interroga sul fatto se sia il caso per Baccelli di “ammettere un’imperdonabile leggerezza”.
Anche il giornale online “La voce di Lucca” ipotizza una versione opposta dell’aggressione al Burton e ipotizza la possibilità di dimissioni del presidente Baccelli a causa delle sue “avventate dichiarazioni”.
Il prefetto di Lucca Maurizio Maccari annuncia iniziative più incisive per fermare quel che lui definisce “il bullismo”.
La prevista udienza del 7 giugno del processo per i fatti del 2007 viene aggiornata perché, su richiesta del pubblico ministero, sia aggiunta agli atti una corposa documentazione della Digos che prova che i Bulldog non si sono disciolti ma hanno continuato la loro attività in varie e diverse forme.
A questo punto arriva anche una oscura aggressione, pochi giorni fa, ad Andrea Palmeri: che sembra accreditare all’improvviso la tesi degli opposti estremismi.
Dopo due anni di attività si presenta alla città Casa Pound, l’associazione nazionale che nega la sua contiguità con l’estrema destra e si dice pronta al dialogo con chiunque.
Da il Post di qualche anno indietro
Gentile Redazione,
ho letto la replica di Cortese, ma da semplice cittadino mi permetto una nota: qui a Lucca Forza Nuova non c’è da anni. Nessuna sede, nessuna attività visibile, nessuna presenza politica reale. Parlare di “consenso concreto” stride con la realtà che viviamo sul territorio.
Ognuno può rivendicare il proprio passato, ma la verità è che oggi FN è sparita dal panorama locale, e ridurla a “forza politica attiva” non corrisponde affatto ai fatti.
Un lettore
Gentile Cortese,
la ringraziamo per il commento.
Nel nostro articolo abbiamo ricostruito la storia e le derive dell’area neofascista italiana, citando anche Forza Nuova in quanto parte di questo contesto. È legittimo che un dirigente del movimento rivendichi il proprio ruolo politico e respinga alcune interpretazioni, ma la nostra analisi si fonda su dati pubblici, sentenze, cronache e studi che documentano tanto le attività elettorali quanto gli episodi di piazza e le vicende giudiziarie.
Sarà la lettura dei lettori, e non una singola replica, a confermare o meno la solidità di ciò che abbiamo scritto.
Cordiali saluti,
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