Gli studenti del Pertini in visita alla Cartiera Bartoli per il progetto Ambientiamoci. La carta che non ti aspetti.
La carta che non ti aspett ...
Dino Pera ci ha lasciato una settimana fa, dopo una lunga e progressiva malattia che lo ha gradualmente separato dal suo mondo.
Non so che cosa avrebbe detto o fatto Dino di fronte a un mondo che nel frattempo sembra essere impazzito e andare alla deriva.
Sembra di essere tornati allo stato di natura di hobbesiana memoria, alla legge del più forte, dell'uomo lupo fra i lupi. Ma sono sicuro che qualcosa Dino avrebbe detto o fatto, perché Dino era un uomo mite, un uomo buono, un uomo gentile che avrebbe voluto che tutti potessero vivere tranquilli e sereni. Era un uomo che aveva a cuore la vita e la felicità degli altri e per altri intendo proprio tutti: la sua famiglia, la sua comunità, il suo paese. Solo quando tutti erano sereni, lo era anche lui.
Era un uomo riflessivo e saggio, che non conosceva l'arroganza o l’impulsività. Prima di prendere una decisione si interrogava a lungo, analizzava il problema sotto diversi punti di vista, spesso si confrontava con altre persone. Perché sapeva che i veri problemi raramente sono semplici e quasi mai hanno una unica soluzione. Quante volte é venuto a casa nostra per parlare di una questione che lo assillava o di una scelta che avrebbe dovuto prendere. Anche se raramente siamo stati capaci di aiutarlo, aveva comunque bisogno di qualcuno con cui condividere i suoi dubbi o che lo aiutasse a sbrogliare la matassa.
Era un uomo che amava il suo paese, le persone, l'ambiente. Per questo si é sempre fatto carico dei problemi del suo territorio. La prima volta che l'ho incontrato, una cinquantina di anni fa, manifestava contro la ipotesi dell'amministrazione comunale di Capannori di realizzare una discarica in una zona del paese del tutto inadatta a ospitare questa struttura, caratterizzata da un affioramento naturale di acque sotterranee. Erano gli anni settanta e cominciavano ad affiorare i primi segni della questione ambientale ed ecologica. E Dino era già in prima fila.
Dino ha dedicato una parte della sua vita anche alla politica, assumendo l'incarico di consigliere comunale e occupandosi in modo particolare del settore della urbanistica. Ma lo ha fatto, come era sua natura, sempre con grande responsabilità e con spirito di servizio, senza pretendere niente in cambio una volta terminata la sua esperienza e lasciato il suo incarico.
Si preoccupava per la vita delle associazioni del suo paese, l'Atletico Gragnano in particolare, animando e sostenendo le diverse iniziative sul territorio. Ma non trascurava il rapporto diretto con le persone, soprattutto quelle che si trovavano in condizioni di fragilità o necessità. Le andava periodicamente a trovare, donava loro il suo tempo, ne ascoltava i bisogni e cercava di alleviarne i pesi e le sofferenze. Dino era il Buon Samaritano della parabola evangelica. Colui che si fa carico dei problemi altrui, senza clamori, senza mai mettersi in mostra.
Dino amava la terra. Aveva un orto e un oliveto di cui era orgoglioso. Quando non era a casa, potevi trovarlo nel suo “ufficio”, come lo chiamava Grazia, sua moglie.
Dino era generoso. Al tempo dei frutti lo vedevi arrivare sorridente portando un cesto con le susine. Erano dei sui alberi. Ed era contento di poterle condividere con altri. Ultimamente aveva messo su anche un allevamento di api e produceva dell'ottimo miele.
Dino era un uomo di comunità, radicato nella sua terra. Una volta mi confidò il sogno di usare i suoi terreni per dar vita a una iniziativa rivolta ai giovani. “Potrei usare la mia terra per insegnar loro un lavoro, una professione “, mi diceva, perché credeva profondamente che il lavoro della terra avesse anche una intrinseca valenza formativa. Là dove io vedevo difficoltà, lui intravedeva opportunità. Là dove io vedevo problemi, lui intravedeva soluzioni. Purtroppo questo progetto non si è realizzato ed è rimasto solo allo stato di aspirazione e di sogno a occhi aperti. Ma sarebbe stato bello vedere Dino insieme a tanti giovani. Aveva molto da insegnare e sarebbe stato un buon maestro di vita.
Dino era un uomo di altri tempi, si potrebbe dire.
Ebbene sì. Dino era un uomo di altri tempi, che amava la sua famiglia, le persone e il mondo intorno a lui. E voleva lasciare questo suo mondo, questa sua terra, questa comunità un po' migliore di come li avessi ricevuti.
La vita e le interazioni con gli altri producono effetti di cui non sempre siamo consapevoli. Come un sasso gettato in uno stagno sparisce ma crea una serie di cerchi che continuano ad espandersi nel tempo, anche Dino ha lasciato una traccia del suo passaggio nelle vite delle persone che lo hanno conosciuto e stimato.
Un uomo che è stato un privilegio aver conosciuto e con cui è stato bello poter condividere una parte della esistenza terrena.
E di questo ringrazio la sorte che me lo ha fatto incontrare e conoscere.
Alessandro Giannini
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