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  • 16/07/2022 09:54

Marmolada, strage annunciata

Lacrime di coccodrillo da parte di Matterella, Draghi e Zaia Marmolada, strage annunciata Il conto definitivo è di 11 morti e numerosi feriti Domenica 3 luglio scorso si è verificata l'ennesima tragedia legata ai cambiamenti climatici prodotti dal sistema economico capitaslistico anche nel nostro martoriato Paese. È crollata una parte della cima della Marmolada (splendido gruppo montuoso delle Alpi orientali, parte delle Dolomiti, al confine tra la provincia di Trento e quella di Belluno), e del suo ghiacciaio. Il crollo si è verificato attorno ai 3mila metri, 300 metri sotto la vetta, nei pressi di Punta Rocca, in pochi secondi dalla montagna sono caduti giganteschi blocchi di ghiaccio e di roccia che hanno travolto chiunque si trovava lungo il percorso. Il bilancio ufficiale, in aggiornamento, è al momento di 11 morti e decine di dispersi e di feriti che si sono salvati solo perché erano lontani dall'area del crollo, investiti dallo spostamento d'aria e da piccoli detriti. A una settimana dal crollo del seracco è stata recuperata anche l'ultima vittima, appunto l'undicesima, della tragedia che ha colpito le cordate di alpinisti sul ghiacciaio. Lo ha annunciato il comandante dei Ris di Parma, Giampietro Lago, durante una conferenza stampa a Canazei (Trento). Alle sei vittime identificate dai parenti, si aggiungono i nomi dei cinque veneti che finora erano considerati dispersi. Tra le vittime anche tre donne: Erica Campagnaro, Manuela Piran e Liliana Bertoldi, due alpinisti della Repubblica Ceca, Pavel Dana e Martin Ouda, quindi Nicolò Zavatta di soli 22 anni, Filippo Bari, Paolo Dani, Tommaso Carollo, Davide Miotti e Gianmarco Gallina. Come confermato anche dal Soccorso alpino, le ispezioni sulla montagna potrebbero proseguire per almeno due settimane, ha annunciato il presidente nazionale Maurizio Dellantonio. La restituzione delle salme alle famiglie e dunque la possibilità di celebrare i funerali, sarà poi decisa dall'autorità giudiziaria. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha ufficializzato lo stato di emergenza con una propria ordinanza. A cadere, ha spiegato il presidente del Soccorso Alpino Maurizio Dellantonio, è stata “una parte di ghiacciaio che era lì da centinaia di anni, è un evento straordinario” determinato dall'innalzamento delle temperature, sufficiente a determinare il crollo di un ghiacciaio già enormemente ridotto negli anni dal riscaldamento globale, fenomeno che riguarda quindi l'intero arco alpino. “Non ho mai visto una cosa del genere in Marmolada. Non è la solita valanga invernale, di grado due, grado tre: è la natura. Se volessimo fare un paragone con l’edilizia potremmo parlare di un cedimento strutturale”, ha spiegato uno dei soccorritori. La procura di Trento ha aperto un fascicolo sul crollo ipotizzando il reato di disastro colposo, al momento a carico di ignoti. Toni Valeruz l'alpinista 71enne detto l'"uomo della Marmolada" parla di possibili responsabilità nella tragedia: "Poteva essere evitata con un'azione di monitoraggio serio, con persone esperte e professionali in loco dotate di attrezzatura idonea che esiste in Italia e in Val di Fassa", sostiene. "L'esperto deve giudicare da dentro la montagna e non da fuori. Persone competenti in loco avrebbero captato che quella fenditura piena d'acqua si spostava giorno dopo giorno. Bastava sedersi accanto alla fenditura e non si rischiava nulla". Valeruz entra nel tecnico di quello che è accaduto. “È falso parlare di crollo, quello che è accaduto è stato uno slittamento di una porzione di ghiaccio. Quella fenditura era gonfia d'acqua anche perché lo zero termico a mezzanotte da giorni era oltre i 4.000 metri e l'acqua continuava a scorrere. Bisognava attivare un'azione di monitoraggio dentro la montagna con personale specializzato". "La Marmolada oggi è irriconoscibile rispetto a 20 anni fa, ci sono i notevoli cambiamenti climatici..," Mentre il glaciologo Carlo Barbante ha affermato: “Con lo zero termico a quota 4.500 tutte le Alpi sono a rischio. Entro fine secolo non ci saranno più ghiacciai in Italia, gli effetti della crisi climatica non sono più reversibili: noi scienziati lo diciamo da tempo, ma se ne parla solo con le tragedie. Con temperature sopra lo zero a quelle quote potenzialmente tutti i grandi ghiacciai delle Alpi si trovano in zona fusione, visto che in genere lo zero termico si registra intorno ai 2.300 metri al massimo. A questo si aggiunga che lo scorso inverno le precipitazioni nevose sull'arco alpino orientale sono state scarsissime, così i ghiacciai, compreso quello della Marmolada, non hanno beneficiato della copertura della neve, per cui il ghiaccio blu era esposto già da tempo. Le alte temperature hanno provocato lo scioglimento, probabilmente c'è stata una enorme intrusione di acqua tra il ghiaccio e la roccia che ha scavato un'area che si è appunto riempita di acqua. A ciò si aggiunga che le rocce si riscaldano più facilmente: insomma, è crollato il sostegno del ghiaccio sopra questa cavità con l'acqua e il ghiaccio è precipitato... Il destino dei ghiacciai italiani è segnato, anche se oggi tagliassimo in maniera radicale le emissioni di CO2 per agire sul riscaldamento globale. Il sistema alpino, e non solo, è completamente fuori equilibrio, i modelli climatici ci dicono che entro la fine del secolo potranno sparire i ghiacciai delle Alpi al di sotto dei 3.600 metri. Alcuni a quote più basse come la Marmolada, anche prima... È la realtà che noi scienziati abbiamo affrontato da tempo, mentre mi addolora che se ne parli davvero soltanto quando accadono tragedie come questa. Abbiamo già ipotecato gran parte del nostro futuro, noi lo gridiamo ad alta voce, ma soltanto la perdita di vite umane scatena la discussione. In realtà, la crisi climatica fa vittime ogni giorno perché è la madre di tutte le crisi, sociale, economica, alimentare, delle migrazioni. Non possiamo più fare finta di niente". Aldino Biondesan, coordinatore dei glaciologi del Triveneto, avverte: “In 70 anni il ghiacciaio ha perso oltre l’80% del volume, dai 95 milioni di metri cubi del 1954 ai 14 milioni attuali. L’estinzione potrebbe arrivare entro 15 anni”. Subito dopo la tragedia, spinte dai familiari delle vittime, sono iniziate le discussioni circa l'evitabilità o meno della disgrazia. Su questo la comunità scientifica si divde in due, chi sostiene che al di là dei cambiamenti climatici comunque un fenomeno simile non fosse in alcun modo prevedibile come Jacopo Gabrieli, ricercatore di Scienze polari del Cnr di Venezia che ha affermato: “Il crollo di un seracco (blocco di ghiaccio che si stacca in presenza di crepacci e pendenze significative, ndr) è un evento improvviso e imprevedibile, può avvenire con il caldo o il freddo, di giorno o di notte. Detto questo, siamo in presenza di un contesto di caldo eccezionale. Sulla Marmolada negli ultimi due mesi ci sono stati 5 gradi in più della media. Le temperature medie sono state le più elevate degli ultimi vent’anni, e il confronto lo stiamo facendo tra giugno di quest’anno e agosto degli altri anni”. Per il meteorologo e climatologo Luca Mercalli: "Un conto è dire che il ghiacciaio si ritira, un altro che può crollare. Esistono forme di monitoraggio, ma è impensabile applicarle a 4.400 ghiacciai. E la Marmolada fino ad oggi non aveva dato segnali preoccupanti”. (Inaudito, si è ritirato l'80%, ti pare poco? Poi perché non si potrebbero controllare i ghiacciai? Perché mancano le risorse pubbliche dirottate per esempio vergognosamente verso le spese militari?) Vi è chi invece, come Massimo Pecci studioso di Scienze polari e associato del Cnr, rileva come la responsabilità di protezione civile sia in capo ai sindaci, che si avvalgono degli input della comunità scientifica, finalizzati più allo studio dei ghiacciai che non alla sicurezza e afferma che un sistema di monitoraggio vero e proprio non c’è, se non in alcune zone già a rischio: “Sono concentrate nell’arco alpino nordoccidentale, esistono metodi di monitoraggio con aerei, droni, satelliti, sensori e georadar. D’ora in poi forse andranno usati anche sulla Marmolada”. Il banchiere massone Draghi si è recato il 4 luglio a Canazei e ha dichiarato: "Voglio ringraziare il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, i Presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, Fugatti e Kompatscher. Questo è un dramma che certamente ha dell’imprevedibilità e certamente dipende dal deterioramento dell’ambiente e dalla situazione climatica. Oggi l’Italia piange le vittime, tutte le italiane e gli italiani si stringono con affetto. Il Governo deve riflettere su quanto accaduto e deve prendere dei provvedimenti, perché quanto è accaduto abbia una probabilità bassissima di succedere o possa addirittura essere evitato”. Una dichiarazione vergognosa che elude le evidenti responsabilità governative e della intera Ue imperialista in termini politici, economici, ambientali e di protezione civile, dirette e indirette, la sue parole sono le classiche "lacrime di coccodrillo". Europa Verde di Angelo Bonelli attacca duramente il governo e presenta un esposto alla Procura della Repubblica, in una nota si legge: “Ai feriti e i parenti delle vittime del crollo dell’enorme seracco sulla Marmolada vanno le nostre sentite condoglianze ma, purtroppo, si tratta di una ennesima tragedia annunciata. È una vergogna che il nostro Governo non abbia ancora messo mano a un piano di adattamento ai cambiamento climatici, e alla relativa crisi che stiamo subendo che non può più essere considerata una emergenza. Gli scienziati già da tempo hanno lanciato l’allarme sul fatto che le Alpi si stiano trasformando velocemente a causa del riscaldamento climatico. Per far luce su questi ritardi presenteremo un nostro esposto alla Procura della Repubblica.” Il PMLI e “Il Bolscevico’’ si stringono ai familiari delle vittime, dei feriti e a tutti gli abitanti della zona colpita dal crollo. La responsabilità primaria di tutto questo è la legge del massimo profitto, la legge fondamentale del capitalismo giunto al suo stadio di imperialismo. Responsabili sono quindi i governanti locali, nazionali e mondiali, della destra e della “sinistra” borghese di questi anni, i quali completamente asserviti alla borghesia e all’imperialismo, non hanno fatto un bel nulla che andasse nella direzione della tutela dell’ambiente e della prevenzione di fenomeni in realtà largamente prevedibili ma hanno portato avanti negli ultimi decenni sciagurate politiche che hanno finito con l’aggravare l’inquinamento e dirottare risorse pubbliche verso altri lidi, come ad esempio l’aumento vergognoso ed esponenziale delle spese militari. Da Mattarella a Draghi a Zaia, son tutti buoni a piangere lacrime di coccodrillo ma poi in concreto non fanno niente per porre rimedio a tutto ciò. Quella della Marmolada è una strage annunciata perchè sono più di trent'anni che si parla di riscaldamento globale e invece di adottare misure adeguate i governanti imperialisti del mondo intero hanno peggiorato ulteriormente le condizioni che lo determinano. Il principale accordo internazionale risale al Protocollo di Ky?to, un emendamento allo United Nations Framework Convention on Climate Change negoziato nel 1997. Quantunque quel protocollo riguardasse 180 Nazioni e oltre il 55% delle emissioni dei gas serra globali, non è stato fatto niente per attuarlo e per fronteggiare adeguatamente con misure severe e coerenti il riscaldamento globale. Consideriamo del tutto insufficienti le misure-tampone che in questi giorni il governo sta mettendo in atto tanto dal punto di vista del problema della siccità, quanto della protezione dell’ambiente in generale, si pensi al fenomeno devastante degli incendi boschivi, così come sono del tutto insufficienti da questo punto di vista i famigerati fondi del PNRR concepiti ad uso e consumo della borghesia . Per noi la lotta contro i cambiamenti climatici è parte integrante della lotta contro il capitalismo e per il socialismo, finché non si abbatterà l’ordine sociale esistente, causa del surriscaldamento climatico del pianeta, non sarà possibile in alcun modo una piena riconversione ecologica e quindi purtroppo evitare che si ripetano le tragedie come quella della Marmolata, le pandemie, il problema della scarsità di acqua potabile disponibile e tutte le infinite “delizie” prodotte dall’imperialismo, vero nemico di tutti i popoli del mondo e dell’ambiente. 13 luglio 2022 PMLI. IT

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