L’avvilente degrado del giornalismo odierno.
Mi interrogavo sul ruolo f ...

Il
presidente Martelli e la vicepresidente Pampana: “Per molti circoli
scelta non facile dal punto di vista economico, ma giusto dare l’esempio
contro la ludopatia”
Firenze, 27 luglio 2023 – Oggi in Toscana il 97% dei circoli Acli è senza slot: solo 5 su 163 hanno ancora macchinette da gioco.
E' il risultato ottenuto in questi anni anche grazie alla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco", di cui le Acli sono tra i promotori, e che ha contribuito rafforzare la consapevolezza sui rischi del gioco d'azzardo patologico.
Questa attività si è poi ulteriormente rafforzata attraverso il progetto "Slot out", inserito nel piano regionale di contrasto al gioco d'azzardo, che vede impegnati nella coprogettazione Acli Toscana, Arci Toscana e Anci Toscana.
Il progetto si pone come obiettivo quello di promuovere un cartellone ampio di iniziative di sensibilizzazione e diffusione dei rischi derivanti dal gioco d’azzardo, oltre a quello di attivare percorsi di deslottizzazione per quei circoli in cui sono ancora presenti le slot.
“Ormai i danni del gioco d'azzardo patologico, in termini sociali, sanitari ed economici sono conosciuti e innegabili: come Acli non potevamo rimanere indifferenti e non adoperarci in prima linea, sensibilizzando la popolazione, ma anche dando per primi l'esempio - commenta Giacomo Martelli, presidente di Acli Toscana -. L'attenzione è ora rivolta sia ai percorsi di deslottizzazione, sia alle necessarie azioni di supporto che evitino che altri circoli tornino sui loro passi per compensare l'aumento dei costi di gestione".
“Il lavoro è stato tanto e non si è ancora concluso - aggiunge Elena Pampana, vicepresidente di Acli Toscana -. L’obiettivo è arrivare al 100% dei circoli deslottizzati. Per i circoli non è facile rinunciare agli introiti che derivano dalle slot, soprattutto in tempi in di inflazione e caro energia, ma abbiamo dimostrato che è possibile farlo: i risultati sono stati ottenuti, per esempio, rinegoziando l'affitto dei locali, sensibilizzando i volontari e i direttivi dei circoli e mettendo in campo azioni per aumentare le attività associative svolte. I nostri circoli sono prima di tutto luoghi di aggregazione e socialità”.
Bella scelta. Costa. E probabilmente seleziona.
Probabilmente, anzi è certo, molte attività sopravvivono proprio in forza delle « macchinette » E questo dovrebbe far pensare.
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