• 9 commenti
  • 10/06/2023 21:50

La sentenza di Brescia non è cosa di poco conto per qualsiasi amministrazione compreso quella di Lucca

La recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha visto il Comune di Brescia condannato al risarcimento di una famiglia la quale per anni ha sofferto i disagi provocati dal rumore prodotto dagli avventori dei locali sotto casa sta facendo storia. Due sono i principi su cui poggia la sentenza: il “neminem laedere” e il “facere”. Il primo prevede che tutti sono tenuti al dovere di non ledere i diritti altrui e prevede il risarcimento nel caso in cui ciò avvenga, mentre l’ altro principio (il “facere”) prevede che il Giudice possa imporre all’ Amministrazione il compimento di una data azione su richiesta dell’ avente diritto. Questo significa che i cittadini che non possono dormire a causa del rumore prodotto dai locali sotto casa possono richiedere al Giudice di ottenere un sostanzioso risarcimento da parte del Comune a causa dei disagi patiti e allo stesso tempo pretendere che l’ Amministrazione disponga provvedimenti atti a rimuovere le cause dei disagi. Per i residenti di alcune zone del Centro Storico l’applicazione dei principi sanciti da questa sentenza costituiranno un grosso sollievo, sia per il risarcimento che potranno avanzare al Comune, sia per il fatto che potranno richiedere misure efficaci che consentano loro di vivere “normalmente”. Un'altra grande differenza è costituita dal fatto che mentre i risarcimenti e i rimborsi previsti dalle sentenze del TAR vedono come controparte l’ Amministrazione Pubblica intesa come apparato, davanti al giudice civile invece può essere chiamato anche il singolo rappresentante della Pubblica Amministrazione, il quale potrebbe essere chiamato a rispondere in prima persona del rimborso/risarcimento di cui trattasi. Per fare un esempio: recentemente il Tar di Firenze ha determinato che il provvedimento che vietava i risciò era stato fatto male e ha condannato il Comune al risarcimento nonostante questo provvedimento fosse stato fatto da un suo funzionario ben preciso, nel caso del “neminem laedere” invece il Sindaco e/o il dirigente potrebbero legittimamente essere chiamati a rispondere del risarcimento in prima persona visto che la causa si tiene di fronte al Giudice Ordinario, oppure in un eventuale ricorso successivo alla Corte dei Conti. Di sicuro l’ Amministrazione, se citata in giudizio per un caso del genere, non potrebbe nemmeno chiedere particolare comprensione al Giudice visto che, a differenza degli anni scorsi, sono stati aboliti alcuni provvedimenti che mitigavano gli eccessi della movida, come la proibizione di sentire la musica fuori dal locale dopo la mezzanotte, oppure di fare ulteriori manifestazioni in deroga acustica nelle due zone riconosciute “in sofferenza” come accaduto per il Carnevale. Per puro spirito di collaborazione e visto l’ importanza della situazione, queste considerazioni le abbiamo esposte al Sindaco, al Dirigente e ad alcuni Assessori allegando una copia della sentenza. 


http://vivereilcentrostorico.blogspot.com

I commenti

L'equità in Italia è, e rimarrà un mito, un sogno di una sparuta minoranza, me compreso, che purtroppo non è al Potere.
Nello stato di fatto adesso al Potere c'è la signora Iniquità.
Siamo ripiombati nel pieno feudalesimo.
Si metta l'anima in pace.
Questo è.

... - 12/06/2023 10:24

Perché, vedete, se al residente sopra al barino in ZTL rompe le palle il barino, al residente sulla Pesciatina rompe le palle il traffico, mentre al residente in via dei Sillori rompe le palle l'odore del pattume nell'impianto di Sistema Ambiente. Poi abbiamo il residente accanto alla sagra di Antraccoli cui potrebbe dar noia il puzzo di pesce, ed il residente vicino allo stadio disturbato dagli urli dei tifosi.....cazzo quanti risarcimenti dovrebbe pagare il Comune!!! Ma non siete sfiorati dall'idea che vi siano dei giudici un po'...... lasciamo perdere....

anonimo - 12/06/2023 01:49

veramente non si deve leggere un post, ma la sentenza. E la sentenza dice che, dopo 11 anni, ha condannato il comune di Brescia per inadempienza, e che la cosa è circostanziata e non è assoluta. Se la condanna è per inadempienza, a Lucca il comune non può essere assolutamente condannato perché siamo in una città con decine di limitazioni. Qui da noi la notte bianca termina alle 3 quando in tutto il mondo termina molto dopo. Poi magari anche qui succederà... e tra altri 11 anni avremo una condanna, ma penso sia impossibile.

anonimo - 11/06/2023 22:23

Forse sarebbe assai più pratico e più prosaico cla-cson.

... - 11/06/2023 20:30

Sicuri, proprio sicuri che la applichino eh!?
Conoscete il numero di Sacrosante Leggi dello Stato italiano inapplicate?
Ma li conoscete i vostri polli?
Mmmmmmmh!
Chi vivrà vedrà.

... - 11/06/2023 19:57

Veramente secondo quello che c'è scritto nel post i soldi magari li anticipa il Comune e quindi la collettività, ma poi basta che la collettività faccia ricorso alla Corte dei Conti e questo, secondo la legge, deve imporre a Sindaco e/o Assessori o Dirigenti il rimborso al Comune di quello che a causa della loro mancata vigilanza esso ha dovuto sostenere. Cambiano un pò le cose!!!

anonimo - 11/06/2023 19:45

La sentenza di cassazione è davvero importante. Riconosce il danno oggettivo prodotto ai residenti della cosiddetta "movida". La cosa era ed è evidente a tutti ma, si sa, quando si tratta di quattrini non si guarda in faccia nessuno. Ora, finalmente, anche i residenti potranno battere cassa e far quattrini. Ovviamente si tratta di far quattrini a danno della collettività, a danno di una città che viene ridotta a parco giochi e pisciatoio, degradata, imbrattata, imbruttita. Tuttavia, in mancanza di un senso morale e consenta di risolvere il problema in modo realmente equo, si può dire: meglio che niente.

Anonimo - 11/06/2023 14:59

Un comunicato del genere è fatto con spirito di collaborazione? Forse nel mondo di qualcuno, ma non nel mondo reale

anonimo - 11/06/2023 12:09

Propongo una classe action

anonimo - 11/06/2023 11:25

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