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  • 18/06/2022 19:35

Mario Pardini la città sta riconoscendo un profilo di persona concreta

Piaccia o non piaccia a Mario Pardini la città sta riconoscendo un profilo di persona concreta, votata allascolto, al dialogo e alla costruzione - scrive Lodovica Giorgi, candidata più votata di Lista Civile, che interviene in difesa del candidato sindaco del centrodestra - . Di lui evidentemente ci si fida. Sorge allora il legittimo dubbio che quella che vediamo in queste ore sia la lotta di un blocco di potere che teme di perdere i suoi privilegi. Pardini è stato infatti accusato dal candidato del Pd Raspini di aver messo spinto da un desiderio di conquistare poltrone e piantare bandierine. Riguardo le dichiarazioni di questultimo, lavvocato Giorgi parla di armamentario retoricoe di assenza di argomenti: Nelle ultime ore - continua - è di tendenza ‘l’assalto alla poltronaovvero laccusa agli avversari di essere disposti a tutto pur di prendere il potere (che per altro a ben vedere è espressione che sa più di bolscevismo…). Questo ennesimo argomento suona allorecchio un posdrucciolevole se non involontariamente comico. Perché il vissuto di questa città e di questo territorio racconta piuttosto di una sistematica spartizione di posti e di ruoli pervicacemente portata avanti dalle forze che guidano (si fa per dire) da dieci anni la città. E perché è indubbio che, se c’è un partito per definizione filo-governativo, questo è il PD (più che mai quello in salsa, piuttosto indigesta, lucchese), per altro molto spesso al governo a livello nazionale senza passare dalla legittimazione di quel rito antico che si chiama voto. Secondo Lodovica Giorgi, quindi, sorge il legittimo dubbio che quella che vediamo in queste ore sia la lotta di un blocco di potere che teme di perdere i suoi privilegi. Di chi dopo due anni di one man show vede preoccupantemente le sue azioni scendere nellindice di gradimento. Di chi, insomma - continua -, entrato in conclave Papa rischia di uscirne cardinale. E con lui tutti quelli che, sicuri di spartirsi latteso bottino, ora si agitano. Compresi ascari e truppe di complemento. E agitarsi di vertici romani”. A essere cinici - conclude la Giorgi - potremmo dire che c'è la possibilità di assistere a unedizione riveduta e aggiornata della vicenda Schettino: unesperienza amministrativa che va a schiantarsi sugli scogli della sua inettitudine, della sua autoreferenzialità, del suo istinto di autoconservazione. Domenica 26 giugno la parola passerà di nuovo al corpo elettorale e che ci dirà quale strada intenda prendere Lucca per i prossimi anni. Meno male”.

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