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  • 23/04/2023 14:55

Pisa, psichiatra aggredita, fermato un uomo di 35 anni già stalker

CORRIERE FIORENTINO Pisa, psichiatra aggredita, fermato un uomo di 35 anni: è un suo ex paziente Allargando il raggio di azione delle telecamere, gli investigatori sono riusciti a individuare l’uomo vestito di nero e mascherato La polizia ha arrestato un uomo, che è ritenuto responsabile dell'aggressione di Barbara Capovani. La squadra mobile ha fermato un italiano di 35 anni, Gianluca Paul Seung, che è stato anche paziente del medico aggredito. Si tratta di un giovane che sui social si definiva sciamano e che aveva fatto numerose denunce a tutte le forze dell’ordine contro presunti complotti. Ha diversi foglia di via dalle provincia di Lucca e di Prato. E pochi mesi fa è stato arrestato per aver preso a testate una guardia giurata al Tribunale di Lucca dove era stato convocato per un processo. «Sono uno sciamano, mediatore fra invisibile e visibile; collego le dimensioni», diceva su Facebook l’uomo fermato che vive in Versilia. Le accuse: tentato omicidio aggravato da premeditazione e lesioni. L’ha aspettata per un’ora e poi l’ha aggredita riducendola in fin di vita. Non ci ha discusso, l’ha solo colpita con una spranga. A quel punto è scappato e si è cambiato anche le scarpe. Il film dell’aggressione a Barbara Capovani è contenuto negli atti dell’inchiesta della squadra mobile coordinata dal procuratore Giovanni Porpora. La polizia pisana lo ha fermato stanotte nella sua casa a Torre del Lago, dove si era barricato. Gianluca Paul Seung - attualmente accusato - ha opposto resistenza: ha usato lo spray al peperoncino contro gli investigatori. Nella sua abitazione la polizia - oltre ad aver trovato una balestra coi dardi - ha sequestrato delle mascherine anti-Covid: secondo gli inquirenti sono compatibili con quella che indossava al momento dell’aggressione. L’uomo, con diversi precedenti penali, è famoso per le sue posizioni antipsichiatria. Nella sua casa in Versilia la polizia non ha trovato i vestiti indossati durante l’aggressione e neppure la spranga, come risulta dalle immagini delle telecamere di video-sorveglianza dell’ospedale di Santa Chiara. Il magistrato lo ha interrogato ma lui si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per gli inquirenti il movente è da ricercare proprio nella sua ipotetica crociata contro la psicologia ufficiale, anche se risulta che nel 2019 è stato seguito proprio da Barbara Capovani. Barbara Capovani, la responsabile della psichiatria territoriale del Santa Chiara è in coma ricoverata in neuro rianimazione al Cisanello. Dopo l’aggressione subita venerdì pomeriggio fuori dal reparto, la 55 enne è stata operata, ma le sue condizioni a causa dei colpi subiti alla testa sono gravissime. LEGGI ANCHE Pisa, psichiatra aggredita, la veglia di figli, amici e colleghi: «Forza, devi tornare con noi» Pisa, aggredita la psichiatra Barbara Capovani: «Picchiata selvaggiamente con una spranga, è gravissima» Pisa, psichiatra aggredita da un uomo fuori dal reparto: ricoverata in «gravi condizioni» Pisa, psichiatra aggredita: chi è Gianluca Paul Seung, l'uomo che l'ha ridotta in fin di vita La squadra mobile e la magistratura, che da ore stanno lavorando in maniera ininterrotta, dopo aver scartato una rosa di ipotesi ed essersi concentrati sulla cerchia dei pazienti della Psichiatria territoriale e di quelli seguiti dalla stessa dottoressa Capovani, hanno puntato la loro attenzione su un sospettato, che poi è stato arrestato. A lui gli inquirenti sarebbero arrivati anche grazie alle telecamere di sicurezza che si trovano nei paraggi dell’ospedale, dato che l’unica telecamera interna considerata importante per via del suo posizionamento rispetto alla scena dell’aggressione non avrebbe ripreso molto. Allargando il raggio di azione delle telecamere, gli investigatori sarebbero riusciti a individuare l’uomo vestito di nero e travisato con la maschera e il cappellino. E anche grazie alla testimonianza di una donna sarebbero stati in grado di identificarlo. L’uomo ha agito armato di un oggetto contundente, forse una spranga, con il quale ha colpito ripetutamente all’addome e alla testa la donna ferendola gravemente e lasciandola a terra, inerme e priva di coscienza, in una pozza di sangue, prima di fuggire e riuscire a far perdere le proprie tracce. L’aggressore non sarebbe scappato dall’ingresso principale dell’ospedale: la telecamera non lo avrebbe ripreso. Segno evidente che il presunto delinquente conosce molto bene il perimetro dell’ospedale e sa che ci sono vie secondarie. Se l’arma usata per l’aggressione non è stata trovata — la polizia la sta ancora cercando perché su quell’oggetto potrebbero esserci le impronte digitali dell’aggressore — nelle prossime ore si dovrà «aprire» il telefonino della vittima. La polizia vuole infatti capire — per escluderlo — se l’aggressore abbia per caso chiamato la psichiatra oppure se la donna sia uscita — venerdì scorso alle 18,30 — dall’ufficio, dove ad aspettarla all’uscita del reparto, ha trovato l’aggressore. «Barbara è una donna molto riservata. Pochi giorni fa era tornata dalla Tanzania e lei, che ama moltissimo gli animali e la natura, era rimasta colpita dal viaggio. Posso dirle che è una donna solare: ama la corsa e gira in bici. Ha un candore così bello che la porta a nutrire fiducia verso il mondo intero», dice Nadia Gallo, presidente de «L’Alba», associazione pisana impegnata nella formazione, nella promozione e prevenzione della salute mentale.

I commenti

chissà quanto tempo sarà necessario per la società italiana avere altro paradigma diverso dal corrente dell'omicidio annunciato.
Ormai ai vostri nipoti la scelta.
Io ne figli ne nipoti, e ne sono di molto contento.
Ho il vaghissimo sospetto che, sia per l'ambiente sia per il tipo di società, dove dovranno esser costretti a vivere, saranno dei disgraziati.
Oh, comunque il Mondo, bene o male, andrà avanti lo stesso
Fino alla Fine dei Tempi (naturalmente senza supplementari).

... - 24/04/2023 12:11

stalking, la sua attività non ha avuto requie. Anzi c’è stato un crescendo di accuse , a volte sconclusionate. Così nel gennaio il professor Mario Di Fiorino, primario del reparto di Psichiatria dell’ospedale “Versilia”, lo aveva denunciato di nuovo. Forse da questo aveva preso nuovo impulso l’indagine del GIP. Due i fatti inquietanti cche sono risultati dall’indagine della Polizia Giudiziaria: l’assunzione nel 2017 di ecstasy (che gli provoca rabdomiolisi con un ricovero in Nefrologia) e gli arresti domiciliari per tentava violenza sessuale ad una tredicenne. Il Gip Aracri definisce lo stalker un provocatore che, contro ogni evidenza, vuol far prevalere la sua linea di pensiero e di accuse. Accolte le richieste del pubblico ministero dottor Antonio Mariotti, il gip ha quindi stabilito che lo stalker mantenga una distanza minima di 100 metri dal reparto di Psichiatria del “Versilia” e la comunicazione, con qualsiasi mezzo, con le persone offese, avvisandolo che, in caso di trasgressione alle prescrizioni imposte con l’ordinanza, potrà essere sottoposto a misura cautelare ben più grave come la custodia cautelare in carcere.




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Ziomin - 23/04/2023 22:11

Chi è Gianluca Paul Seung, fermato per l'aggressione alla psichiatra di Pisa. Era già stato arrestato
di Andrea Vivaldi

Il 35enne vive a Torre del Lago (Lucca) ed era stato in cura al Santa Chiara. Sui social aveva attaccato spesso la sua futura vittima e in genere tutti i medici della salute mentale. Si definiva "uno sciamano"

"Sono uno sciamano, mediatore fra invisibile e visibile; collego le dimensioni". Si presentava così Gianluca Paul Seung, il 35enne arrestato dalla polizia di Pisa questa notte, 23 aprile, per l'aggressione alla psichiatra Barbara Capovani.


Residente nel viareggino, era stato un paziente dell'ospedale psichiatrico di Pisa. Sui social e youtube parlava di complotti, che spaziavano dalla vendita di cellule staminali fino alle sette sataniche.


Fabio - 23/04/2023 21:59

CRONACA
"Sangue al Ceser: aggredito e ferito al volto uno psichiatra

giovedì, 22 novembre 2012, 16:00
La Gazzetta di Viareggio
di Letizia Tassinari
Sangue al Ceser, la sede delle attività riabilitative della salute mentale e della comunità terapeutica Mario Tobino in via Comparini all'ex Campo di Aviazione, oggi all'ora di pranzo.

G.S., 25enne italo-asiatico, durante il pranzo nel giardino sul retro, poco dopo il taglio del nastro dei lavori della prima giornata di "Reti di salute mentale. Esperienze a confronto" , organizzata dal Dipartimento di Salute Mentale e da Inclusione Sociale, ha aggredito e ferito alla guancia sinistra e alla tempia destra lo psichiatra Mirko Martinucci, 39 anni, ora medico a Lucca ma che ha lavorato in Versilia e anni addietro ha avuto in cura il giovane. .

Il dottore era al tavolo con la moglie quando il ragazzo lo ha sorpreso alle spalle e colpito, lasciando i presenti esterrefatti.

Immediato l'allarme, è stato lo stesso professor Mario Di Fiorino, primario del reparto pschiatrico dell'ospedale unico "Versilia" a chiamare il 113, con una volante del commissariato di polizia arrivata sul posto con gli uomni della squadra anticrimine. Gli agenti, dopo essere entrati nalla sala discretamente, hanno subito identificato l'aggressore, che nel frattempo si era seduto nelle utime file della palestra dove era in corso una rappresentazione teatrale, e perquisito. Poi lo hanno accompagnato negli uffici per gli accertamenti del caso."
I partecipanti alla giornata, operatori, pazienti, familiari hanno espresso la loro solidarietà al dr. Mirko Martinucci. Alcuni pazienti hanno anche ricordato l'aiuto che il collega ha offerto loro. Coraggio, Mirko. Riguardo al grave comportamento reato va detto solo che la ripetizione degli slogan antipsichiatrici non può che produrre questi effetti: l'allontanamento dal circuito di cura e la demonizzazione degli psichiatri.

Il medico ferito, andato al pronto soccorso per essere medicato e suturato, ne avrà per 25 giorni mentre per G.S., trascorsa la flagranza di reato, è scattata una denuncia a piede libero per lesioni. Il corpo del reato, una penna ancora insanguinata, è stata posta sotto sequestro." I partecipanti alla giornata, operatori, pazienti, familiari hanno espresso la loro solidarietà al dr. Mirko Martinucci. Alcuni pazienti hanno anche ricordato l'aiuto che il collega ha offerto loro. Coraggio, Mirko. Riguardo al grave comportamento reato va detto solo che la ripetizione degli slogan antipsichiatrici non può che produrre questi effetti: l'allontanamento dal circuito di cura e la demonizzazione degli psichiatri.

Nanda - 23/04/2023 21:51

Purtroppo alle ore 17.40 di oggi, è stata avviata la procedura di accertamento di morte cerebrale per la Dottoressa Barbara Capovani aggredita all'ospedale di Pisa, per la cui conclusione è prevista intorno alle 23.40.
Al termine del periodo di osservazione si procederà alla donazione degli organi.

Domani alle 12.00 tutti i servizi di salute mentale italiani osserveranno 2 minuti di silenzio e sospensione attività in segno di solidarietà e memoria per Barbara Capovani e per sensibilizzare le istituzioni ad intervento risolutivo perché non accada mai più.

Fai buon viaggio Barbara ????
La nostra vicinanza alla tua Famiglia

#barbaracapovani
#aziendaospedalierapisana
#ospedaledipisa
#pisa

Ben - 23/04/2023 20:43

Lei è Barbara Capovani, nostra collega psichiatra e responsabile di un spdc di Pisa.
Chissà se avrà compilato la tabella 5, se avrà frequentato immediatamente il corso di preposto alla sicurezza, se avrà firmato subito tutte le cartelle cliniche, se avrà smaltito le ferie residue prima di perderle perche cancellate dalla propria amministrazione, se si sarà preoccupata del numero dei pasti arrivati in più o in meno in reparto.
Chissà ancora se avrà risposto ogni giorno, tutti i giorni, alle richieste di notizie inviate di continuo e con massima urgenza dai vari tribunali, se avrà compilato tutti i moduli per qualunque cosa, se avrà impedito di fare entrare altro cibo per i pazienti che si devono accontentare, e non lamentare, del pasto buonissimo e abbondante che passa l'ospedale.
Speriamo anche che non si sia mai lamentata con i colleghi delle direzioni sanitarie che ospitano graziosamente il servizio psichiatrico e non abbia mai preso posizione contro le richieste assurde e mortificanti di consulenza o i ricoveri imposti dai magistrati che nn sanno dove mettere i delinquenti (non pazienti psichiatrici) e trasformano un reparto di cura in una dependance del carcere, e così via.
Si chiama BUROCRAZIA, quella che ci fa fare (ci vorrebbe far fare) sempre meno i medici e ci toglie tempo ed energia; che ci distoglie dalle vere urgenze/necessità che abbiamo all'interno di tutta la salute mentale.
Adesso la stampa tutta, ma anche chi la materia psichiatria l'ha sempre considerata "meno di meno", andrà a nozze su quanto accaduto e dirà che è colpa dei pazienti psichiatrici (sporchi, brutti e cattivi), è colpa della cura sbagliata, dell'inutilita di tutti noi e via dicendo.
Solo una serie di accuse contro la salute mentale, da sempre (volutamente) lasciata ai margini della medicina, sia per quanto riguarda collocazione alberghiera (diamogli locali vecchi e sporchi tanto questi pazienti sporcano e rompono tutto), sia per il rispetto che si sarebbe dovuto pretendere da chi ha fatto diventare il nostro lavoro "custodialistico" e non di cura.
Se oggi raccontiamo l'ennesima aggressione ai danni di un operatore della psichiatria, di questa psichiatria, è perché ci chiedono di occuparci di tutto (burocrazia) tranne che dei reali problemi del paziente e di chi vuole veramente lavorare per loro/con loro; di chi crede ancora che prima di tutto venga l'ascolto e l'accoglienza, l'umanizzazione ed il rispetto; di chi ci mette la faccia ed il portafoglio per "fare" e poi ricevere critiche e nessuna gratificazione.
Senza risorse umane bisogna garantire turni e servizi; senza personale fare ciò che non si potrebbe e quando poi accade qualcosa vederci trascinati nelle aule di un tribunale per difenderci dell'ennesima accusa di un PM di turno, cieco e spesso in malafede .
È come pretendere che in una sala operatoria ci stia solo un medico e un infermiere e fare ugualmente l'intervento e debba sempre riuscire.
Noi psichiatri "operiamo" anche, senza bisturi in mano però, e le nostre "sale operatorie" non hanno troppo spesso i giusti requisiti per garantire il buon esito dell'intervento.
Per fortuna ci sono medici come Barbara Capovani che credono nella cura del paziente psichiatrico e ci mettono/Ri-mettono non solo la faccia.
Società scientifiche spesso inesistenti, troppo prese dal fare salotti e parlare di "aria fritta"; troppe aziende farmaceutiche a dettare agende, troppo distacco dalla realtà che da tanto tempo urla tutto questo.
Ma nonostante tutto noi restiamo in prima linea perché "ci crediamo", perché vogliamo far sentire ai nostri pazienti che sono "pazienti" e come tali da curare.
Bisogna partire da noi, da tutti noi, dal fare autocritica e dal cercare vere soluzioni e smetterla di sentirci ciò che gli altri ci hanno fatto sentire da sempre; oggi lo dobbiamo a Barbara .

Chissà - 23/04/2023 17:39

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