Pisa, psichiatra aggredita, fermato un uomo di 35 anni già stalker

CORRIERE FIORENTINO Pisa, psichiatra aggredita, fermato un uomo di 35 anni: è un suo ex paziente Allargando il raggio di azione delle telecamere, gli investigatori sono riusciti a individuare l’uomo vestito di nero e mascherato La polizia ha arrestato un uomo, che è ritenuto responsabile dell'aggressione di Barbara Capovani. La squadra mobile ha fermato un italiano di 35 anni, Gianluca Paul Seung, che è stato anche paziente del medico aggredito. Si tratta di un giovane che sui social si definiva sciamano e che aveva fatto numerose denunce a tutte le forze dell’ordine contro presunti complotti. Ha diversi foglia di via dalle provincia di Lucca e di Prato. E pochi mesi fa è stato arrestato per aver preso a testate una guardia giurata al Tribunale di Lucca dove era stato convocato per un processo. «Sono uno sciamano, mediatore fra invisibile e visibile; collego le dimensioni», diceva su Facebook l’uomo fermato che vive in Versilia. Le accuse: tentato omicidio aggravato da premeditazione e lesioni. L’ha aspettata per un’ora e poi l’ha aggredita riducendola in fin di vita. Non ci ha discusso, l’ha solo colpita con una spranga. A quel punto è scappato e si è cambiato anche le scarpe. Il film dell’aggressione a Barbara Capovani è contenuto negli atti dell’inchiesta della squadra mobile coordinata dal procuratore Giovanni Porpora. La polizia pisana lo ha fermato stanotte nella sua casa a Torre del Lago, dove si era barricato. Gianluca Paul Seung - attualmente accusato - ha opposto resistenza: ha usato lo spray al peperoncino contro gli investigatori. Nella sua abitazione la polizia - oltre ad aver trovato una balestra coi dardi - ha sequestrato delle mascherine anti-Covid: secondo gli inquirenti sono compatibili con quella che indossava al momento dell’aggressione. L’uomo, con diversi precedenti penali, è famoso per le sue posizioni antipsichiatria. Nella sua casa in Versilia la polizia non ha trovato i vestiti indossati durante l’aggressione e neppure la spranga, come risulta dalle immagini delle telecamere di video-sorveglianza dell’ospedale di Santa Chiara. Il magistrato lo ha interrogato ma lui si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per gli inquirenti il movente è da ricercare proprio nella sua ipotetica crociata contro la psicologia ufficiale, anche se risulta che nel 2019 è stato seguito proprio da Barbara Capovani. Barbara Capovani, la responsabile della psichiatria territoriale del Santa Chiara è in coma ricoverata in neuro rianimazione al Cisanello. Dopo l’aggressione subita venerdì pomeriggio fuori dal reparto, la 55 enne è stata operata, ma le sue condizioni a causa dei colpi subiti alla testa sono gravissime. LEGGI ANCHE Pisa, psichiatra aggredita, la veglia di figli, amici e colleghi: «Forza, devi tornare con noi» Pisa, aggredita la psichiatra Barbara Capovani: «Picchiata selvaggiamente con una spranga, è gravissima» Pisa, psichiatra aggredita da un uomo fuori dal reparto: ricoverata in «gravi condizioni» Pisa, psichiatra aggredita: chi è Gianluca Paul Seung, l'uomo che l'ha ridotta in fin di vita La squadra mobile e la magistratura, che da ore stanno lavorando in maniera ininterrotta, dopo aver scartato una rosa di ipotesi ed essersi concentrati sulla cerchia dei pazienti della Psichiatria territoriale e di quelli seguiti dalla stessa dottoressa Capovani, hanno puntato la loro attenzione su un sospettato, che poi è stato arrestato. A lui gli inquirenti sarebbero arrivati anche grazie alle telecamere di sicurezza che si trovano nei paraggi dell’ospedale, dato che l’unica telecamera interna considerata importante per via del suo posizionamento rispetto alla scena dell’aggressione non avrebbe ripreso molto. Allargando il raggio di azione delle telecamere, gli investigatori sarebbero riusciti a individuare l’uomo vestito di nero e travisato con la maschera e il cappellino. E anche grazie alla testimonianza di una donna sarebbero stati in grado di identificarlo. L’uomo ha agito armato di un oggetto contundente, forse una spranga, con il quale ha colpito ripetutamente all’addome e alla testa la donna ferendola gravemente e lasciandola a terra, inerme e priva di coscienza, in una pozza di sangue, prima di fuggire e riuscire a far perdere le proprie tracce. L’aggressore non sarebbe scappato dall’ingresso principale dell’ospedale: la telecamera non lo avrebbe ripreso. Segno evidente che il presunto delinquente conosce molto bene il perimetro dell’ospedale e sa che ci sono vie secondarie. Se l’arma usata per l’aggressione non è stata trovata — la polizia la sta ancora cercando perché su quell’oggetto potrebbero esserci le impronte digitali dell’aggressore — nelle prossime ore si dovrà «aprire» il telefonino della vittima. La polizia vuole infatti capire — per escluderlo — se l’aggressore abbia per caso chiamato la psichiatra oppure se la donna sia uscita — venerdì scorso alle 18,30 — dall’ufficio, dove ad aspettarla all’uscita del reparto, ha trovato l’aggressore. «Barbara è una donna molto riservata. Pochi giorni fa era tornata dalla Tanzania e lei, che ama moltissimo gli animali e la natura, era rimasta colpita dal viaggio. Posso dirle che è una donna solare: ama la corsa e gira in bici. Ha un candore così bello che la porta a nutrire fiducia verso il mondo intero», dice Nadia Gallo, presidente de «L’Alba», associazione pisana impegnata nella formazione, nella promozione e prevenzione della salute mentale.
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