La nuova Lega in Toscana: il coraggio del cambiamento
Da aprile scorso, con l’ingresso dell’On. Roberto Vannacci, la Lega in Toscana ha finalmente imboccato la strada del rinnovamento. In pochi mesi il Generale ha assunto incarichi di peso, portando un’energia e una visione che hanno scosso gli equilibri interni e rimesso al centro temi e valori che tanti militanti attendevano da anni.
È vero: cinque consiglieri regionali ,Casucci, Landi, Bartolini, Baldini e Galli, hanno scelto di andarsene o di non ricandidarsi. Ma più che una perdita, questo dimostra che il partito sta uscendo dalla palude delle rendite di posizione. Chi era attaccato alla poltrona o a logiche vecchie non ha retto l’urto di un cambiamento che guarda al futuro e non ai compromessi del passato.
Il listino bloccato affidato a Vannacci non è “un favore agli amici”, ma una scelta politica chiara: premiare chi in poco tempo ha saputo parlare alla gente e incarnare i valori di identità, sicurezza e radicamento nazionale che la base leghista chiede.
Persino la candidatura di Elena Meini, rimasta in campo con coraggio, può trovare nuova forza da questa ventata di novità: non più una battaglia solitaria, ma parte di una squadra rinnovata, guidata da un leader capace di dettare l’agenda. Quanto al Segretario Regionale Luca Baroncini, non è “un cameriere” ma un dirigente che sta facendo la cosa più difficile: accompagnare una transizione generazionale e politica senza lacerazioni insanabili.
Si contesta che Vannacci non si sia candidato direttamente. Io la leggo al contrario: un atto di intelligenza politica. Non un uomo solo al comando, ma un regista che costruisce una squadra, lasciando che siano i territori e i militanti a metterci la faccia. Al confronto, Forza Italia ha dovuto rispolverare i “big” romani per dare peso alle liste: la Lega, invece, sta formando la propria nuova classe dirigente dal basso.
Infine, la cosiddetta “vannaccizzazione” delle liste altro non è che la liberazione del partito dalle vecchie logiche di correnti e pacchetti di preferenze. È vero che qualcuno la vive come una rottura traumatica, ma è il prezzo da pagare se vogliamo davvero una Lega più identitaria, più coraggiosa e meno impastoiata nelle dinamiche consociative.
La verità è che oggi la Lega in Toscana torna a parlare chiaro: basta compromessi, spazio a chi crede davvero in una politica senza paura.
Leghista Prima Ora