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  • 07/09/2025 15:46

Piazza Tiananmen 1989: protesta e repressione

Nel giugno 1989, a Pechino, migliaia di studenti e lavoratori occuparono Piazza Tiananmen chiedendo riforme democratiche, libertà di parola e lotta alla corruzione. La scintilla fu la morte del leader riformista Hu Yaobang, che trasformò il lutto in movimento di massa. Per settimane la piazza rimase il cuore della protesta, con scioperi della fame e l’attenzione del mondo durante la visita di Gorbaciov. Dopo il fallimento dei negoziati e la legge marziale, il Partito Comunista decise di intervenire con la forza. Nella notte tra il 3 e il 4 giugno, carri armati e soldati aprirono il fuoco: centinaia, forse migliaia, furono uccisi. Il governo cinese negò la carneficina, giustificandola come necessità di ordine pubblico e imponendo una censura che ancora oggi oscura la memoria dei fatti. Rimane l’immagine del “Rivoltoso Sconosciuto”, l’uomo solo davanti ai carri armati, simbolo di resistenza pacifica. Le cifre reali delle vittime e degli arresti restano ignote, mentre l’episodio segna tuttora una ferita aperta e rimossa nella storia cinese. Tieni a mente la grande piazza di Pechino, teatro delle proteste del 1989

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