Trump e il sogno di Gaza trasformata in resort
Donald Trump non smette di far parlare di sé. Stavolta l’idea che circola nei corridoi della sua amministrazione è davvero clamorosa: trasformare Gaza in un enorme resort scintillante, una sorta di “Riviera del Medio Oriente”.
Il piano, battezzato GREAT Trust, immagina grattacieli, alberghi di lusso e spiagge affollate di turisti al posto delle macerie. Ma dietro a queste immagini da cartolina c’è un punto che fa discutere il mondo: per realizzare il progetto, più di due milioni di palestinesi dovrebbero lasciare la Striscia di Gaza.
Per convincerli, il piano parlerebbe di incentivi economici: 5 mila dollari a testa, aiuti per l’affitto, cibo gratis per un anno e persino “monete digitali” come compenso dei terreni. Una proposta che ha subito fatto scattare le proteste. Le Nazioni Unite, i governi arabi e tante organizzazioni internazionali l’hanno definita inaccettabile, parlando apertamente di violazione dei diritti e di “pulizia etnica mascherata”.
Anche Paesi vicini come l’Egitto e la Giordania hanno detto un secco no: non vogliono farsi carico di milioni di profughi. Intanto Trump, dopo le critiche, ha provato a smorzare i toni, ma non ha mai rinnegato del tutto l’idea.
Insomma, il “resort di Gaza” sembra più un colpo di teatro che un piano realistico. Un sogno per alcuni, un incubo per molti, che rischia solo di accendere ancora di più le tensioni in Medio Oriente.