LA GUERRA IN UCRAINA ED IL RUOLO DELL’EUROPA. HA ANCORA UN SENSO LA NATO ?
LA GUERR ...
Di tante cose si può fare a meno nella nostra vita, ma dell’acqua no. Non c’è vita senza acqua. Quindi è più che comprensibile e legittimo che il dibattito sulla sua gestione, sia esploso attorno alla questione della proroga del servizio a GEAL, con una grande intensità generando anche un duro scontro politico. Sono scesi in campo molti sindaci, compreso ovviamente quello di Lucca Pardini, direttamente interessato. Non prendiamo per niente in considerazione quelle sottoculture di stampo medievale che sempre emergono ogni qual volta a Lucca di discute di acqua, del tipo: l’acqua è di Lucca e la devono gestire i lucchesi perché è un’affermazione che azzera con una battuta, decenni di progresso culturale, sociale e civile. Basta concentrarsi su dati di fatto per capire se è conveniente o meno per Lucca, continuare a vivere per altri due anni in quello che come Sinistra Italiana abbiamo chiamato il limbo della precarietà in cui si trova confinata GEAL. Se gli investimenti per l’estensione dei servizi acquedotto e fognatura non sono stati fatti negli ultimi anni, perché troppo vicina la scadenza della concessione, è veramente un vantaggio procrastinare per altri 3 anni questa situazione con la conseguenza che migliaia di cittadini, soprattutto nell’Oltreserchio e Brancoleria, continueranno ad essere privi di servizi essenziali come acquedotto e fognature? Non si sono fatti investimenti importanti però GEAL ha fatto negli ultimi dieci anni 20 milioni di euro di utili di cui il 51% sono andati al Comune di Lucca ma quasi 10 milioni sono andati, attraverso l’ACEA SPA, al Comune di Roma e il 49% ai soci privati, tra cui la multinazionale SUEZ e Caltagirone. Una quantità enorme di risorse andate in dividenti invece che in investimenti per migliorare il servizio. Prorogare per due anni questo stato di cose, sicuramente fa felici e contenti i soci privati a cui vengono garantiti altri due anni di utili certi e sicuri ma è certo che non fa l’interesse della città. Veniamo alla cruda realtà dei numeri, GAIA 254.000 allacci; Acque Spa 344.000; Geal 35.000, le dimensioni di un villaggio, davvero si può pensare che questo sia il sistema migliore per estendere un servizio essenziale a tutti i cittadini lucchesi? Se questa è uno stato di fatto senza prospettive future, allora ci chiediamo, perché prorogare e perdere altri tre anni? Perché non fare oggi quello che saremo costretti a fare nel 2027?
Il Sindaco di Capannori Del Chiaro si schiera anche lui per la proroga dichiarando che il suo obiettivo è quello della ripubblicizzazione del servizio idrico, cosa giusta e condivisa, ma che non basta affermarla per ottenerla, bisogna anche dire in che modo e con quali tempi e soprattutto se è un obiettivo alla nostra portata. Noi diciamo che la ripubblicizzazione totale del servizio pubblico oggi è già qui a portata di mano, ma invece si vagheggia di una futuribile poco probabile modifica della Legge regionale nella prossima consiliatura, per dare vita ad una grande società interamente pubblica capace di contrastare la Multiutility dell’area fiorentina. Al grande calderone con dentro tutti i servizi di ogni genere, se ne dovrebbe contrappore un altro, nell’illusione che questo porti efficienza, vicinanza ai cittadini, grandi investimenti e tariffe più basse. Si pensa di ripubblicizzare Acque spa liquidando i soci privati ma quante probabilità ci sono di raggiungere l’obiettivo visto che dentro la compagine societaria c’è già il cavallo di troia della Multiutility ALIA con il suo 19,31% di quote? In politica sono determinati i rapporti di forza e non ci sembra che l’eventuale armata Brancaleone lucchese pisana, sia in grado di fermare la corazzata fiorentina. Infine, davvero non riusciamo a comprendere il senso di volere mantenere ancora una Provincia di Lucca divisa in due Conferenze Territoriali diverse: Toscana NORD CT1 ( Lucca Versilia, Garfagnana) e la basso Valdarno CT2 (Capannori, Altopascio, Porcari, Montecarlo e Villa Basilica) e con un servizio idrico gestito da tre gestori diversi e, come si può addirittura pensare, di riunificare la Piana lucchese nella CT2, lasciando fuori Garfagnana e Versilia, sarebbe un errore politico madornale. Ci sembra una ovvietà dire che in questo modo il peso politico della lucchesia ne esce fortemente ridimensionato, il buon senso vorrebbe, nell’interesse dei cittadini, di riunificare la Piana lucchese divisa artificiosamente per ragioni politiche, nell’ambito della CT1 in modo da raggiungere anche l’unificazione dell’intera provincia che con i suoi 380.000 abitanti acquisirebbe un maggiore peso politico e rafforzerebbe le capacità finanziarie ed operative dell’unico soggetto interamente pubblico della Regione Toscana che è GAIA e che potrebbe diventare un grande polo pubblico, punto di riferimento nella gestione del servizio idrico in Toscana.
Eugenio Baronti Responsabile regionale ambiente di Sinistra Italiana Toscana
L'acqua è come il petrolio, proprio così. Il petrolio lo paghiamo e chi non ha la fortuna di avere acqua deve ricevere il giusto. Non si tratta di assetare nessuno, ma pagare il giusto si deve. Prenda il caso della Valdinievole. Sotto i piedi l'acqua ce l'hanno, ma l'hanno inquinata con i fertilizzanti che tiravano nelle serre dei fiori. Colpa loro? Colpa del cittadino comune? No, non direi. I fertilizzanti li hanno dati quando non avevano cognizione dei danni che ciò avrebbe comportato. Per cui non vanno strozzati, né puniti. Però è anche vero che se si fa un danno, allora qualcosa il danno costa e si deve pagare. Per cui qualcosa devono pagare. Se non altro perché togliendo acqua da un bacino, spero tu te ne renda conto, si cambiano le condizioni ecologiche e geologiche del bacino stesso. Meno acqua nel Serchio, più incidenza della siccità, livello del fiume più basso, più problemi per la fauna ittica.... eh no mio caro!! Qualcosa si paga!! Come si paga il marmo. Come si deve, per civiltà, pagare per sfruttare una risorsa naturale. I vantaggi devono andare al territorio che ha saputo conservare la risorsa. Se non altro per usarli per continuare a conservarla. Il vostro buonismo è in verità una autorizzazione alla rapina.
anonimo - 25/02/2025 03:21Non confondiamo l'acqua con il marmo perfavore! Del marmo ne puoi fare tranquillamente a meno, quindi giusto che paghi tanto e salato per una concessione! Dell'acqua non se ne puo' fare a meno e questa cosa dell'acqua de lucchesi mi mette una rabbia folle addosso! E sono lucchese! Quindi si, questo pensiero è fortemente di stampo feudale! Qui si continua a far passare il messaggio che l'acqua è il nuovo petrolio e come tale va trattato! Chi pensa questo a me fa schifo come persona e come cittadino! Allora a questa gente gli dico: bene che paghiate 1000 euro al metro cubo, anzi no, al litro! Analfabeti funzionali e incivili che non siete altro!
Niples - 24/02/2025 13:03....che l'obbiettivo sia unificare tutti i comuni della provincia di Lucca nell'Ambito Nord 1. Su questo, parlando d'acqua, non ci piove. A questa ipotesi si opporranno i settori più retrivi ed antilucchesi della regione toscana (minuscole volute). Ottimo se la sinistra lotterà contro tali settori retrivi. Quanto alla gestione della risorsa idrica è evidentissimo che le aree ricche d'acqua debbano avere un ritorno economico dall'estrazione di tale risorsa per portarla in altri bacini imbriferi. Non si tratta di dire "l'acqua è dei lucchesi", bensì di aver chiaro quanto sopra espresso. Chi cava il marmo sulle Apuane paga fior di soldi per le concessioni e lo stesso deve avvenire per chi cava acqua da Lucca per portarla a Pisa, Livorno o nella Valdinievole. Si tratta di una regola civile e giusta e non di medioevo.
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