8 MARZO - NON SOLO UNA RICORRENZA
								
                                                                     
                                    
                                                                
Quale riflessione concreta e vera possiamo fare in occasione della Festa
 della Donna? In un giorno in cui si moltiplicano le frasi fatte e le 
dichiarazioni di intenti che spesso restano tali, sarebbe bene che 
ognuno di noi valutasse attentamente quello che
 ha fatto per alimentare una cancellazione del divario di genere che non
 ha assolutamente alcun motivo per continuare a esistere.
Certamente, dal punto di vista legislativo, ci sono stati 
passaggi importanti e il solo fatto che per la prima volta il premier nazionale sia una
 donna è la migliore dimostrazione che il percorso di eliminazione di ogni distanza sia a buon punto.
Rimangono però alcune sacche di resistenza maschilista, come ad esempio 
la carriera diplomatica, dove sono pochissime le rappresentanti del 
sesso femminile ad avere accesso con successo alle vette della 
categoria.
Rimangono ancora divari di remunerazione professionale. Non si comprende
 come, a parità di responsabilità e efficacia professionale, una donna 
debba percepire meno soldi dell’uomo. Certamente c’è una differenza di 
forza fisica, ma è questo l’unico divario che
 possiamo riconoscere come tale. 
Personalmente la fluidità di genere non mi appassiona, pur rispettando 
questo filone sociale e psicologico e le persone che non si riconoscono 
né nel sesso maschile che in quello femminile. Nonostante se ne parli 
molto, non mi pare che il numero di queste persone
 sia particolarmente elevato e, in ogni caso, lo confinerei nella intima
 sfera personale, fermo restando la necessità che il trattamento 
riservato a queste persone sia esattamente lo stesso di qualunque altra.
Certamente il sessismo esiste ma vedere che il candidato sardo ha preso 
solamente 27 voti dopo tutto l’eco mediatico che aveva provocato il suo 
audio in cui ammetteva di avere ricorso a avvenenti fanciulle per fare 
la campagna elettorale dimostra che sono sempre
 meno le persone che lo considerano un valore. 
Non sono nemmeno favorevole alle quote rosa, una esigenza in un certo 
periodo storico, ma che oggi mi sembra un concetto che ghettizza le 
donne e non concede loro lo spazio che si meritano in base alle loro 
qualità, ma solamente perché è la legge a obbligare
 tale incarico o posizione. 
In conclusione formulo a tutte le donne il mio ringraziamento per la 
loro insostituibile opera, per la loro funzione equilibratrice nella 
società e nella famiglia, per la loro eleganza e bellezza che si 
manifesta ovunque, ma l’ultimo pensiero va a tutte le
 donne che sono sottoposte a violenze psicologiche e fisiche da parte 
dei loro compagni. A loro auguro che abbiano la forza di sciogliere 
unioni tossiche, anche avvalendosi degli strumenti che sono a 
disposizione, perché non tutti gli uomini, è necessario dirlo,
 sono cattivi e oppressivi.
Vittorio Fantozzi
Vice Presidente
Gruppo Regionale FDI