Quale riflessione concreta e vera possiamo fare in occasione della Festa
della Donna? In un giorno in cui si moltiplicano le frasi fatte e le
dichiarazioni di intenti che spesso restano tali, sarebbe bene che
ognuno di noi valutasse attentamente quello che
ha fatto per alimentare una cancellazione del divario di genere che non
ha assolutamente alcun motivo per continuare a esistere.
Certamente, dal punto di vista legislativo, ci sono stati
passaggi importanti e il solo fatto che per la prima volta il premier nazionale sia una
donna è la migliore dimostrazione che il percorso di eliminazione di ogni distanza sia a buon punto.
Rimangono però alcune sacche di resistenza maschilista, come ad esempio
la carriera diplomatica, dove sono pochissime le rappresentanti del
sesso femminile ad avere accesso con successo alle vette della
categoria.
Rimangono ancora divari di remunerazione professionale. Non si comprende
come, a parità di responsabilità e efficacia professionale, una donna
debba percepire meno soldi dell’uomo. Certamente c’è una differenza di
forza fisica, ma è questo l’unico divario che
possiamo riconoscere come tale.
Personalmente la fluidità di genere non mi appassiona, pur rispettando
questo filone sociale e psicologico e le persone che non si riconoscono
né nel sesso maschile che in quello femminile. Nonostante se ne parli
molto, non mi pare che il numero di queste persone
sia particolarmente elevato e, in ogni caso, lo confinerei nella intima
sfera personale, fermo restando la necessità che il trattamento
riservato a queste persone sia esattamente lo stesso di qualunque altra.
Certamente il sessismo esiste ma vedere che il candidato sardo ha preso
solamente 27 voti dopo tutto l’eco mediatico che aveva provocato il suo
audio in cui ammetteva di avere ricorso a avvenenti fanciulle per fare
la campagna elettorale dimostra che sono sempre
meno le persone che lo considerano un valore.
Non sono nemmeno favorevole alle quote rosa, una esigenza in un certo
periodo storico, ma che oggi mi sembra un concetto che ghettizza le
donne e non concede loro lo spazio che si meritano in base alle loro
qualità, ma solamente perché è la legge a obbligare
tale incarico o posizione.
In conclusione formulo a tutte le donne il mio ringraziamento per la
loro insostituibile opera, per la loro funzione equilibratrice nella
società e nella famiglia, per la loro eleganza e bellezza che si
manifesta ovunque, ma l’ultimo pensiero va a tutte le
donne che sono sottoposte a violenze psicologiche e fisiche da parte
dei loro compagni. A loro auguro che abbiano la forza di sciogliere
unioni tossiche, anche avvalendosi degli strumenti che sono a
disposizione, perché non tutti gli uomini, è necessario dirlo,
sono cattivi e oppressivi.
Vittorio Fantozzi
Vice Presidente
Gruppo Regionale FDI
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