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  • 10/01/2024 12:31

Botte e offese, in Toscana la giungla negli ospedali

Botte e offese, in Toscana la giungla negli ospedali: aumentano le violenze su medici e infermieri. «Ora abbiamo paura» di Barbara Antoni Botte e offese, in Toscana la giungla negli ospedali: aumentano le violenze su medici e infermieri. «Ora abbiamo paura» Nel 2022 le aggressioni segnalate dagli uffici affari legali delle aziende sanitarie toscane sono state circa 900, ma il fenomeno è in preoccupante espansione 10 gennaio 2024 4 MINUTI DI LETTURA Toni arroganti e offese di ogni tipo da parte di familiari e perfino di pazienti sono all’ordine del giorno. Con il rischio che dalle parole si passi ai fatti: e le aggressioni da verbali diventano fisiche. Nei reparti ospedalieri come in una giungla: è questa la quotidianità degli operatori sanitari del servizio pubblico in Toscana, circa 55.000 persone ad alto rischio di incolumità. Nel 2022 le aggressioni segnalate dagli uffici affari legali delle aziende sanitarie toscane ai Nas sono state circa 900; ancora in elaborazione i dati relativi al 2023 ma, come spiega il dottor Pasquale D’Onofrio, referente toscano della Funzione Pubblica Cgil del comparto medici e dirigenti sanitari, «si può facilmente prefigurare un aumento, vista la crescita dei flussi nei pronto soccorso, anche per la mancanza di personale che faccia da filtro nei triage, e nei reparti psichiatrici, dove i pazienti sono aumentati con il covid e il post covid». In media, per il 70 per cento, secondo i rilievi condotti, si tratta di aggressioni verbali, per il 30 fisiche; in maggioranza nel mirino c’è il personale femminile. «Secondo gli studi disponibili – sottolinea D’Onofrio – circa il 70 per cento del personale sanitario ha subito un’aggressione nel corso della sua vita lavorativa; si arriva al cento per cento per chi lavora nel servizio 118 o nei pronto soccorso. Subire una violenza determina negli operatori una condizione di burnout (sindrome di stress lavorativo, ndr); quando si rientra dopo un episodio di questo genere si hanno difficoltà a riprendere il lavoro. Come sindacato stiamo chiedendo il potenziamento dei triage con personale formato a individuare situazioni pericolose che potrebbero sfociare in aggressioni, ma anche misure organizzative per limitare l’iper afflusso ai pronto soccorso e l’istituzione di un gruppo che possa intervenire in caso di necessità, un sistema di allarme interno, in pratica». Infermieri in prima linea «Il fenomeno delle aggressioni sta prendendo una brutta piega, abbiamo paura», dichiara Michele Tortorelli, sindacalista della Funzione Pubblica Cgil del comparto infermieri del Pronto Soccorso dell’ospedale fiorentino di Careggi. Al termine di una trattativa con l’azienda sanitaria, il 15 dicembre scorso (meno di un mese fa) i sindacati degli infermieri hanno sottoscritto il contratto di secondo livello con l’Asl competente: sono stati messi nero su bianco vari aspetti finalizzati alla tutela del personale. «Nell’ambito del contratto – spiega sempre Tortorelli – è stato inserito un capitolo dedicato alla sicurezza del personale. L’azienda si è impegnata ad attivare il posto di polizia: una richiesta che avevamo presentato nel 2019 ma che non era ancora stata esaudita». Gli altri interventi a tutela del personale inseriti nell’accordo riguardano «l’installazione nelle sala di attesa del pronto soccorso di monitor con lo stato di avanzamento della situazione dei singoli pazienti, un modo anche per alleviare la tensione degli accompagnatori». Inoltre, verranno eliminati i nominativi dalle divise degli operatori: saranno sostituiti da codici a barre. «Una misura necessaria – precisa Tortorelli – perché è capitato che dal nome gli operatori siano stati rintracciati tramite social e perseguitati. Abbiamo anche ottenuto che l’azienda si costituirà parte civile in caso di aggressione. Saranno inoltre inseriti sistemi di telecamere e registrazioni audio sempre a tutela del personale sanitario: questo accordo lo abbiamo firmato per il pronto soccorso di Careggi; al momento è in fase sperimentale, ma sicuramente si tratta di un modello che potrà essere esportato negli altri pronto soccorso della nostra regione. Agli operatori sanitari vittime..................................................n ........................................................  continua su. Tirreno Toscana Web

I commenti

L'uomo responsabile dell'aggressione all'#infermiera Anna Procida presso il pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo è stato arrestato e messo in custodia cautelare in carcere. Le accuse pendenti nei suoi confronti riguardano lesioni gravi al personale sanitario e violenza a pubblico ufficiale.

https://www.nurse24.it/infermiere/attualita-infermieri/arrestato-aggressore-infermiera-castellammare.html

Uno - 11/01/2024 15:10

Tutto contro la sanità tutti al Pronto Soccorso andate all'omeopata

Zillo - 11/01/2024 11:38

Io invece penso che se invece di farsi il "mazzo" per chi ha necessità di essere preso in carico dal ssn e prendere oltre agli improperi, le aggressioni fisiche, avessero guardato le scieh chimiche e le trattazioni di camionari con la 5 elementare o casalinghe informate dal byoblu, fossero andati a pesca o meglio ancora, come stanno facendo ora a licenziarsi, allora avrebbe capito (forse) il miccio "informatoh dai social" dove sarebbe finito, a chiedere uno specialista bravo ed onesto su Facebook, pagandolo tanto quanto pesa....

Noncelodiconoh - 11/01/2024 05:43

DECRETO CDM
Lesioni personali ai sanitari, Cdm approva inasprimento pena
30 Marzo 2023
Lesioni personali ai sanitari, Cdm approva inasprimento pena
Fra i provvedimenti approvati dall'ultimo Consiglio dei Ministri, un decreto legge proposto dalla Salute rafforza la tutela penale degli esercenti una professione sanitaria.

Sanzione penale più severa per chi causa lesioni personali a un professionista sanitario o sociosanitario nell'esercizio o a causa delle sue funzioni. Lo prevede un decreto legge approvato da Palazzo Chigi il 28 marzo, su proposta del Ministro della Salute Orazio Schilaci, che modifica allo scopo il Codice Penale. Nel comunicato stampa del Governo non viene ulteriormente precisata la norma. Nelle bozze circolate a mezzo stampa
un articolo del decreto legge reca "Disposizioni in materia di contrasto agli episodi di violenza nei confronti del personale sanitario" e integra l'articolo 583 del Codice Penale pe considerare "circostanza aggravante" se la persona offesa è !esercente una professione sanitaria o sociosanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, nonché chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell'esercizio o a causa di tali attività”. Un rafforzativo della vigente tutela penale, indirizzata in particolare agli operatori sanitari dei Pronto Soccorso.

Il vigente ordinamento penale- Dal 2020, il Codice Penale (583-quater, comma 2) contempla un'ipotesi particolare del delitto di «lesioni personali», con riferimento alle aggressioni ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Si tratta di una novità introdotta nell'ordinamento penale dalla legge 14 agosto 2020, n. 113, la prima legge nazionale sulla sicurezza dei Sanitari nell'esercizio delle loro funzioni.
La stessa legge considera come "aggravante" l'avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno degli esercenti le professioni sanitarie, in relazione allo svolgimento dell'attività professionale, a causa o nell'esercizio dell'attività sanitaria. (articolo 61, comma 11 octies del Codice Penale).

Si procede d'ufficio- I reati di violenza personale contro gli esercenti le professioni sanitarie sono sempre procedibili d'ufficio. Non rientrano infatti fra le lesioni "lievi" -che provocano una malattia tra i 20 e i 40 giorni- per le quali la recente riforma Cartabia ha cancellato la procedibilità d'ufficio.

Erica - 10/01/2024 23:01

Ancora più tutela per gli operatori sanitari: con il DECRETO-LEGGE 30 marzo 2023, n. 34, che contiene le misure per imprese e famiglie, si inasprisco le pene per coloro che compiono atti di violenza contro i professionisti della sanità attraverso una modifica diretta all’art. 583-quater che regola i casi di violenze su operatori sanitari, pubblici ufficiali in servizio.

Nell’articolo seguiamo i provvedimenti emanati a tutela degli operatori sanitari a partire dalla LEGGE 14 agosto 2020, n. 113: le sanzioni introdotte per coloro che usano atti di violenza contro i professionisti della sanità e le misure di prevenzione e contrasto alla violenza sui luoghi di lavoro sanitar

Operatore - 10/01/2024 22:59
:

Poveri noi..

L. - 10/01/2024 17:44

Io penso che se si fossero comportati diversamente durante il periodo dello psicopandemia ,queste aggressioni non ci sarebbero oggi.purtroppo hanno perso la loro credibilità , ne paghino le conseguenze ora e non si lamentino.stanno raccogliendo quello che hanno seminato.

Catia - 10/01/2024 16:39

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