Tradizione dopo anni di buio totale
I complimenti all amminist ...
La presentazione odierna alla stampa del Rendiconto Sociale di Lucca coincide con i 125 anni della nascita dell’Inps che, da oltre un secolo, svolge un ruolo fondamentale nelle dinamiche del cambiamento sociale.
A livello nazionale emerge un quadro della centralità dell’Inps nel Welfare italiano; del resto, la storia dell’Inps si interseca e quasi coincide con quella della nascita dello Stato sociale in Italia.
Sul finire della Seconda Guerra mondiale, a seguito del riordino delle varie casse previdenziali, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, fu chiamato a ricoprire un ruolo rilevante nella vita dei lavoratori e dei cittadini, dovendo gestire l’intero sistema di welfare che, al pari di quello delineato dall’economista William Beveridge, deve accompagnare i cittadini “dalla culla alla tomba”, secondo i principi di solidarietà sociale ed uguaglianza dettati dagli artt. 2, 3 e 38 della Costituzione.
Arrivando alla storia più recente, gli ultimi anni hanno rappresentato anche per l’INPS un duro banco di prova. Una pandemia, una guerra alle porte dell’Europa, uno scenario economico con complessità che non si vedevano da decenni, hanno fatto emergere nuove esigenze e richiesto la rapida attuazione di politiche straordinarie.
La sede Inps di Lucca è articolata su una Direzione Provinciale, un Punto Inps a Capannori e due Agenzie Territoriali (Castelnuovo Garfagnana e Viareggio) per un totale di 121 dipendenti, ivi compresi i 33 neoassunti, immessi in servizio il 17 aprile u.s. a fronte dei 149 in servizio al 31.12.2018.
Gli argomenti trattati nel Rendiconto Sociale forniscono un’accurata fotografia della provincia di Lucca che, partendo dall’analisi demografica, attraverso la lente delle attività dell’Istituto, danno conto di tutti i principali servizi, analizzandoli sotto il profilo delle prestazioni erogate alla cittadinanza e delle entrate contributive.
Dal quadro delineato emergono segnali di ripresa del contesto socioeconomico e un calo del ricorso alla cassa integrazione a seguito del superamento del periodo pandemico ma anche rischi e indicatori negativi dovuti alla denatalità, al conseguente invecchiamento della forza lavoro e al persistente divario di genere.
Segnali, questi ultimi, arginabili mediante strategie che incoraggino il rientro nel nostro Paese di coloro che si sono trasferiti all’estero ed un incentivo alla natalità ed una maggiore protezione della maternità.
Nel secondo capitolo si fornisce un’analisi dell’andamento economico ed occupazionale. A fronte dell’eccezionale capacità di ripresa e crescita dimostrata dal nostro paese, il tessuto industriale lucchese ha registrato un lieve rallentamento con un tasso di occupazione (58%) inferiore sia alla media toscana (59,4%) che a quella nazionale (61%). Conseguentemente, sono superiori alla media nazionale i tassi di disoccupazione e di inattività.
Il lavoro dipendente in Italia vent’anni fa rappresentava circa il 72% dell’occupazione, oggi il 78%. Si tratta di una continua crescita che non si è arrestata neppure a seguito della pandemia, grazie anche alle tutele introdotte dal legislatore.
Infatti, in sintonia con il resto d’Italia, anche nella Provincia di Lucca cresce il numero dei dipendenti, mentre diminuisce quello degli autonomi che – in un decennio – sono passati dai 18.346 iscritti alla Cassa Artigiani nel 2013 ai 14.196 del 2022 e dai 19.158 iscritti alla Cassa Commercianti nel 2013 ai 16.849 del 2022.
Nel capitolo quarto si analizzano i dati riguardanti gli Ammortizzatori sociali che vedono Lucca al secondo posto, dopo Firenze, con 16.023 prestazioni liquidate contro le 13.000 di Pisa e le 9.000 di Arezzo.
L’importo medio rimane mensile delle pensioni risulta in linea con la media regionale, confermando il gender gap che vede le donne percepire un trattamento pensionistico di importo dimezzato rispetto ai loro ex colleghi di sesso maschile: ad esempio l’importo percepito da una pensionata ex lavoratrice dipendente privata è pari a € 1014,62 rispetto a € 1745,58 del pensionato; € 1932 contro € 2344 della pensione degli ex dipendenti pubblici; € 757 anziché € 1839 nei parasubordinati.
Un sostegno alle donne è costituito dal congedo e dell’indennità di cui può usufruire una lavoratrice dipendente, con rapporto di lavoro in corso di svolgimento, inserita nei percorsi certificati dai servizi sociali del comune di appartenenza, dai centri antiviolenza o dalle Case Rifugio di cui all'articolo 5-bis, decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito con modificazioni dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119.
A questa misura si è aggiunto il c.d. Reddito di Libertà che, a Lucca, ha riguardato solo 5 donne nel 2021 e nessuna nel 2022; anche il dato regionale non è confortante (solo 8 domande nel 2022) e dimostra l’insufficienza della misura ma, soprattutto, la carenza di tutela da parte dello Stato, per cui molte donne rinunciano a denunciare il loro aguzzino e chiedere un sostegno alle Istituzioni.
Per quanto concerne il sostegno alle famiglie, nel marzo 2022 l’Assegno Nucleo Familiare è stato sostituito dall’Assegno Unico Universale che, a Lucca, è stato erogato a 34.708 persone ed ha interessato 1.552 nuclei familiari.
A seguire i numeri dei rapporti con l’Utenza che vedono un’evoluzione costante dei canali alternativi allo sportello fisico quali il ricontatto telefonico ed il web meeting.
Infine, l’ultimo capitolo riguarda il Contenzioso che ha visto la definizione di 507 ricorsi in materia previdenziale, di cui 47 di competenza del Comitato Provinciale, 35 della Commissione Artigiani, 15 della Commissione Commercianti, 6 riguardanti i Coltivatori diretti e i mezzadri e 457 la Commissione Lavoratori Dipendenti.
Mentre i dati relativi ai ricorsi in materia contributiva sono i seguenti: 400 ricorsi giacenti al 01.01.2022, 124 nuovi pervenuti e 322 definiti nel corso dell’anno (dalle Commissioni centrali), a cui si aggiungono i 412 ricorsi accolti integralmente o parzialmente in Autotutela.
Il Rendiconto, nel sintetizzare il ruolo dell’Inps nella provincia, vuole costituire non un punto di arrivo ma una tappa del percorso di miglioramento, al fine di garantire una pubblica amministrazione sempre più in linea con le esigenze della comunità.
L’Inps è il più importante Ente previdenziale europeo che, con soli 26.481 dipendenti gestisce 45.000 milioni di utenti, oltre 25 milioni e 700 mila lavoratori assicurati e 1 milione e 800.000 imprese iscritte. La centralità dell’Inps nella vita dei cittadini è espressa dal suo ruolo di soggetto pubblico di coesione sociale, inserito in un sistema sinergico di attori istituzionali e intermediari con i quali esso deve sempre più interagire e coordinarsi, in una rete di welfare territoriale ed in un’ottica di sussidiarietà/prossimità che si rivelano indispensabili nel rendere effettive ed efficaci le misure rivolte ai bisogni delle persone e che, oggi, risulta ancora più rafforzato dall’attribuzione da parte del legislatore (legge 20 maggio 2022, n. 51) di ulteriori nuove finalità: l’attività di ricerca e la formazione.
In questa prospettiva, nel momento in cui l’Istituto sarà sempre più in grado di garantire in maniera proattiva o automatica alcune prestazioni più semplici con l’ausilio di una sempre più sviluppata IA, il ruolo dei Patronati e degli intermediari accreditati si rivelerà ancora più importante, in particolare nelle attività rivolte direttamente a cittadini e imprese ed alla presa in carico delle loro istanze.
Il patrimonio informativo dell’Istituto, nonché la sua stessa struttura, imperniata sul costante dialogo fra le sue risorse tecnico/burocratiche e gli organi collegiali interni di partecipazione (Comitati), consentono da un lato di monitorare ed analizzare le politiche, misurando e valutando produttività interna, qualità ed efficacia nell’attuazione delle molteplici prestazioni attribuite dalle leggi all’Inps, e dall’altro di recepirne contestualmente il feedback dai territori e dalle loro rappresentanze, abbandonando la logica dell’autoreferenzialità.
Con l’impegno dell’INPS nell’attuazione del PNRR, con gli oltre 130 progetti e 180 milioni di euro, ha preso avvio una profonda trasformazione organizzativa e tecnologica orientata a conseguire una nuova cultura del lavoro. Questo cambiamento culturale in corso è generato dalla convinzione che servizi di maggior valore possano essere resi ai cittadini e alle imprese solo se partecipati, disegnati insieme e coprodotti con tutti gli attori.
Per ultimo, all’Istituto oggi si pone la nuova sfida/opportunità dell’incrocio fra domanda e offerta di lavoro, grazie alla nuova Piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’inclusione Sociale e Lavorativa) che consente all’utente di trovare, in un unico luogo, virtualmente riuniti, tutti i soggetti pubblici e privati che attualmente guidano il percorso di attivazione lavorativa: Regioni, centri per l’impiego, Enti formatori e Agenzie per il lavoro accreditate, Servizi sociali, e Inps medesimo. Gli interventi di ciascuno di questi Enti oggi sono finalmente integrati e coordinati per le esigenze specifiche del singolo utente in una simmetria informativa che può aumentare in modo esponenziale le chances concrete di inserimento lavorativo.
Il futuro davanti a noi è ancora tutto da scrivere: le nuove tecnologie, la cui diffusione ha subito una forte accelerazione negli ultimi anni, favoriscono la nascita di forme innovative di produzione e organizzazione del lavoro. Queste innovazioni possono portare significativi miglioramenti al benessere collettivo ma, per realizzarne appieno i benefici, è essenziale che ci siano istituzioni che permettano di trasferire ai cittadini il valore prodotto dalle nuove tecnologie. In questo contesto, l’Istituto consoliderà la posizione di leadership nel perseguire l’obiettivo di un’amministrazione pubblica che, in adesione agli artt. 97 e 98 della Costituzione, fonda sul servizio al cittadino la sua stessa ragione di esistere.
L’innovazione organizzativa e tecnologica sarà un fattore culturale distintivo che consentirà di porsi all’avanguardia e assolvere alla missione anche in contesti mutevoli.
Si affermerà sempre più il ruolo dell’Inps quale funzione di cerniera tra le politiche attive del lavoro e politiche di sostegno al reddito delle famiglie prive di mezzi di sostentamento, tra il Servizio Sanitario Nazionale e il mondo della disabilità.
Il sistema di protezione sociale guarderà di più ai bisogni diversificati, alla sostenibilità, al contrasto alla povertà. Si assisterà ad un’evoluzione del concetto di prossimità all’utenza, non più in termini geografici, bensì di cura complessiva ed universale dei bisogni, fondata sull’ascolto e su un approccio personalizzato, multicanale per garantire linearità, semplicità dell’interazione, coinvolgimento sempre più ampio, ivi compreso il neonato progetto Smart TV per entrare nelle case di tutti, riducendo il digital divide.
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