LA STORIA DELLE PENSIONI IN ITALIA E DELLE VARIE CONTRORIFORME FINO A QUELLA DELLA MELONI.
LA PRIMA E PIU’ IMPORTANTE RIFORMA PENSIONI ITALIANE, VENNE FATTA NEL 1969.
ESSA NACQUE IN UN CONTESTO DI LOTTE, DI OPERAI E STUDENTI, DOPO
UNO SCIOPERO GENERALE DI 8 ORE DOVE L’ITALIA ERA COMPLETAMENTE FERMA
... PERFINO I NEGOZI, I CINEMA, I TEATRI , LE MANIFESTAZIONI SPORTIVE
ERANO CHIUSE...
La vera riforma delle pensioni fu quindi fatta durante le lotte degli
studenti e degli operai del 68/69, dal Ministro Brodolini , per la
precisione il 30 aprile 1969 ed era fondata su tre pilastri .
ESSA PREVEDEVA :
- Il passaggio dal sistema a capitalizzazione contributiva a quello
retributivo, in base alla media delle retribuzioni degli ultimi 5 anni
di lavoro, con un incremento sostanziale delle pensioni (circa il 20%);
- La possibilità di andare in pensione di vecchiaia con 40 anni di
lavoro, indipendentemente dall’età, con circa l’80% del salario lordo
(98% netto) ;
oppure la pensione di anzianità con 35 anni di contributi con circa il 70% del salario lordo (circa l’88% netto);
oppure a 60 anni gli uomini e 55 anni le donne con almeno 20 anni di contributi versati;
- Inoltre la possibilità di avere una pensione sciale per i
lavoratori che hanno raggiunto i 65 anni senza avere 20 anni di
contributi.
MA LE SUCCESSIVE “ RIFORME” HANNO CANCELLATO QUASI TUTTI DIRITTI
DEI PENSIONATI E DIMINUITO IL VALORE REALE DELL’ENTITA’ DLLE E
PENSIONI CON QUESTI INTERVENTI:
- 1) Dalla “riforma” AMATO del 1992, inizia il periodo di contro-riforme con:
- la modifica del meccanismo di perequazione automatica delle
pensioni al costo della vita sganciandolo dalla variazioni dei salari,
legando le medesime all’inflazione;
- inoltre fu fatta la modifica di calcolo della pensione media retributiva, che è passata da 5 anni a 10 anni;
- sempre nel 1992, l'adeguamento al costo della vita , da semestrale diventa annuale;
- restano le pensioni di anzianità con 35 anni di contributi indipendentemente dall’età .
2) IL SALTO CONTRORIFORMATORE VIENE FATTO con la “riforma” Dini del
1995, che secondo i promotori aveva l'obiettivo della tenuta del
sistema pensionistico fino al 2040, che a loro parere era causa
dell’indebitamento pubblico dello Stato, in realtà la “riforma” ha
creato la divisione tra i giovani dagli anziani distruggendo l'unità del
mondo del lavoro ,con:
- calcolo contributivo anziché retributivo per chi entra al lavoro a
partire dal 1996 con un calo della pensione di circa il 40% rispetto al
sistema retributivo, mantenendo il sistema retributivo SOLO per coloro
che al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di contributi ;
- calcolo della pensione legato all'aspettativa di vita;
- la cancellazione delle pensioni di anzianità a 35 anni senza vincolo di età mettendo un vincolo anagrafico;
- la introduzione di “finestre” che obbligava ad attendere 3 mesi per aver diritto all'uscita pensionistica;
- riduzione delle pensioni per i superstiti.
Una cosa giusta fu l’abolizione delle pensioni Baby , che erano state
concepite come una concessione del governo a guida del democristiano
Rumor nel dicembre del 1973 e riguardava i dipendenti Statali,
Comunali, Provinciali.
La contesa politica di quegli anni stava nel fatto che il PCI
stava per superare alle elezioni la DC , e la DC senza che vi fosse
stata alcuna richiesta da parte delle OO.SS. elaborò le pensioni Baby
per il pubblico impego che considerava un proprio feudo.
ESSA PREVEDEVA : 14,6 anni per le donne sposate con figli
(dipendenti statali, comunali, provinciali), 20 anni per i dipendenti
statali, 25 anni per quelli comunali e provinciali. L’entità era tra il
40 e 50% dello stipendio media ultimi tre mesi.
3) l 1997 anche PRODI fa una “riformetta” per accelerare la
gradualità della riforma Dini, con l'introduzione della rivalutazione
annuale al 100% solo per le pensioni fino a due volte il minimo... dopo
la rivalutazione scende gradualmente al 90%, 75%, 30%.
4) nel 2003, la "riforma" BERLUSCONI/MARONI , INGLOBA INPDAI
, IL FONDO DEI DIRIGENTI DELLE INDUSTRIE CON L’INPS , FACENDO
UN’OPERAZIONE VERGOGNOSA CHE NON VIENE MAI RICORDATA DAI VARI
COMMENTATORI.
ECCO COSA ERA L’INPDAI:
- a) un fondo speciale CON CONNOTAZIONI CLASSISTE, dei dirigenti
delle aziende industriali, che era perennemente in perdita per questi
motivi :
- I contributi che versavano erano il 25% dei loro stipendi mentre quelli dei lavoratori erano e sono del 33% DELLO STIPENDIO;
- Percepivano pensioni d’oro (Tra i 5000 ed i 15.000 euro mensili)
con l’80% del salario lordo solo dopo 30 anni di lavoro, mentre i
lavoratori dipendenti dopo 40 anni:
- Questo portava ad un bilancio annuo in perdita di circa 4
miliardi annui , che così vennero accollati al fondo dei lavoratori
dipendenti INPS, quindi i dipendenti delle aziende private pagavano
anche per fare prendere le pensioni doro ai Dirigenti delle Industrie .
- La situazione resterà così (circa 10 anni) fino al 2012 , quando
anche per loro è cambiato il meccanismo da retributivo a contributivo
con un aumento dei contributi che varia dall’1% al 6%;
- 5) Nel 2004 ,Altra riforma BERLUSCONI/MARONI, prevedeva anche
che a partire dal 2008, le pensioni di anzianità con 35 anni di
contributi potranno essere recepite solo da coloro che hanno almeno 60
anni di età (61 autonomi) e dal 2010 61 anni di età (62 se
autonomi);inoltre le finestre passano da trimestrali a semestrali;
6) nel 2007, anche CESARE DAMIANO fa una “riformetta”
delle pensioni , reinserendo le 4 finestre per le pensioni di vecchiaia ,
ridefinendo i coefficienti di trasformazione del sistema contributivo;
7) nel 2009, di nuovo il governo BERLSCONI con Sacconi e Brunetta ,
fanno una “riformetta” dove stabiliscono in senso negativo, a partire
dal 2015, una diminuzione dell'indicizzazione dell'età pensionabile in
rapporto all'innalzamento dell'aspettativa di vita.
8) Nel 2010, altra “riforma” BERLUSCONI/TREMONTI CHE:
- inserisce una sola finestra mobile che manda i lavoratori in
pensione solo a partire da dopo un anno (prima erano 3 mesi dopo 6 mesi
ed infine 1 anno) per la maturazione dei requisiti per i lavoratori
dipendenti e 18 mesi per quelli autonomi ;
- inoltre aumenta innalzamento dell'età pensionabile in base
all'aspettativa di vita , ogni 3 anni anziché ogni 5; anche i
coefficienti di trasformazione verranno aggiornati ogni tre anni .
MA inizio 2011, FANNO UN’ALTRA AZIONE A DANNO DELL’INPS E DEI LAVORATORI DIPENDENTI: IL PASSAGGIO A PARTIRE DAL 2011. DELL’IMPDP, “FONDO DEI DIPENDENTI DEL PUBBLICO IMPIEGO” ALL’INPS , CON DANNI SUL FONDO INPS,
COME VEDREMO PIU’ AVANTI... SU QUESTO PUNTO CI TORNERO’ IN SEGUITO.
10) Nel dicembre 2011 la “RIFORMA FORNERO” con inizio gennaio 2012 che:
- fa saltare il diritto ad andare in pensione con 40 anni di contributi assicurativi;
- innalza l'età pensionabile oltre i 67 anni; ora 67 e 6 mesi,
stabilisce il sistema contributivo per tutti coloro che vanno in
pensione dal gennaio 2012,(ad eccezione di quelli che avevano 18 anni di
contributi al 31/12/95, ma verrà cancellata successivamente ) ;
- crea il dramma di coloro che sono anziani e non hanno più un
lavoro e nemmeno il diritto di andare in pensione dovendo aspettare i 67
anni (esodati) ;
- inoltre blocca l'indicizzazione al costo della vita per le
pensioni superiori di due volte il minimo ( è stato alcolato che il
bocco delle indicizzazioni su una pensione di 1500 euro mensili abbia
causato una penalità di circa 100 euro mensili) .
- Inoltre nel 2015 , a seguito del giudizio incostituzionale da
parte della Consulta in merito al blocco delle indicizzazione stabilite
dalla Fornero sulle pensioni superiori a 1400 , ha restituito tra il 5% e
10% del maltolto.
- 11) nel 2016, il RIFORMA GOVERNO RENZI CON:
- cerca di migliorare marginalmente la riforma Fornero con la
definizione dell’APE, con la possibilità di andare in pensione con 20
anni di contributi e 63 anni di età, ma attraverso un prestito bancario molto oneroso da restituire alla banca in 20 anni;
- da la possibilità di mandare in pensione con 41 anni di
contributi i “precoci” cioè tutti coloro che sono entrati al lavoro
prima dei 19 anni di età;
- definisce la possibilità di andare in pensione a 61,7 mesi di età
e 35 anni di contributi i seguenti lavoro usuranti : lavoratori delle
cave e gallerie, conce, lavoro notturno, gruisti, conduttori treni e
camion, infermieri, lavoratori addetti alla catena di montaggio,
cantieristica navale;
- la concessione della 14° per le pensioni minime (da 500 a 650 euro l’anno ai pensionati al minimo) .
- 12) il 28 gennaio del 2019, il primo GOVERNO CONTE , introduce
- la possibilità di andare in pensione con 38 anni di contributi e
62 anni di età (quota 100) , per tre anni dal 2019 al 31 dicembre del
2021;
nella finanziaria di DRAGHI, era prevista la possibilità
di andare in pensione con quota 102, 64 di età 38 i contributi, per il
2022 , dopo tornerà in vigore la “riforma” Fornero , quindi i lavoratori
potranno andare in pensione o con 67 e mezzo di età, e con 42,10 di
contribuiti se uomini o 41,10 mesi se donne (stato attuale);
13) INFINE IL GOVERNO MELONI: La riforma delle pensioni del
governo di estrema destra Meloni , fatta nel novembre del 2023 prevede:
- Il taglio delle rivalutazioni delle pensioni medie e basse nel
biennio 2023, 2024 di 950 euro per le pensioni di 1.500 euro al mese ed
un taglio, un taglio di 3.500 per una pensione di 2.500 euro mensile.
Questo comporta un risparmio per lo Stato di 10 miliardi, che il governo
ha destinato alla riduzione delle tasse ai ricchi autonomi fino a
85.000 euro attraverso la flat tax ed ha sostituito le tasse prima
annunciate e dopo annullate, sugli extraprofitti delle banche ;
- Viene reinserito il meccanismo della legge Fornero , che era
stato abolito nel 2019, riguardante l’innalzamento dell’età pensionabile
e la svalutazione delle pensioni in base alla aspettativa di vita;
- Dal 2025 per andare in pensione non basteranno più 42 anni e 10
mesi di lavoro e contributi, ma aumenteranno a secondo del dato Istat
sull’aspettativa di vita ben al di sopra dei 43 anni di contributi,
mentre in campagna elettorale avevano promesso di mandare in pensione
tutti con41 anni di contributi;
- Chi potrà andare in pensione con quota 103, avrà la pensione
ridotta di circa il 30% in quanto verrà applicato a tutti il sistema
contributivo annullando i periodo maturati con il sistema retributivo;
- Vengono peggiorate anche le condizioni dei lavori gravosi, delle
categorie deboli e fragili con l’allungamento dell’età pensionabile di 5
mesi;
- L’opzione donna viene annullata e sostituita con l’opzione” mamma”, per cui una donna senza figli dovrà lavorare 3 anni in più.
- Un’altra forte penalizzazione è prevista per i lavoratori della
sanità pubblica e degli enti Locali peggiorando di molto con un taglio
di circa 1.000 euro l’anno , la “Legge Fornero”
PERCHE’ E’ AVVENUTO QUESTO ?
Il fine è stato quello di fare sparire il diritto sancito
dell’articolo 38 della Costituzione : : chiudere il ciclo lavorativo
della propria vita con dignità e serenità.
BUGIE : Da molto tempo, un “fronte” conservatore composto da
politici di centrodestra e centrosinistra, Confindustria, economisti ben
pagati , giornalisti al soldo degli editori, Unione Europea, ecc... si sono inventate bugie clamorose sul presunto costo pensionistico che in Italia sarebbe stato il più alto d'Europa...
con statistiche mistificanti, falsi buchi di bilancio dell'Inps, fondi
i privati e pubblici aperti o chiusi... false illusioni sulla bontà
delle pensioni integrative sostenute da chi detiene il potere
economico/finanziario e mediatico, ecc...
HANNO DETTO
PRIMO:
che le varie operazione contro-riformatrici, sono state effettate
per dare la possibilità alle future generazioni di avere una pensione
dignitosa ..., in realtà le future generazioni con il sistema
contributivo prenderanno una pensione ridotta del 40% rispetto a quella
con il sistema retributivo;
-, inoltre i giovani sono quasi tutti assunti con contratti precari e
difficilmente fanno un anno pieno di lavoro, per cui la loro pensione
sarà decurtata di oltre il 50%, rispetto a quella dei genitori e nonni;
- La cosa più curiosa , E’ SENTIRE COMMENTATORI AL SOLDO DEL GOVERNO E
DI CNFINDUSTRIA , DIRE CHE SE I VECCHI VANNO IN PENSIONE PRIMA DEI 70
ANNI FANNO LAVORI IN NERO E RUBANO IL LAVORO AI GIOVANI... MENTRE E’
ESATTAMENTE IL CONTRARIO... OPPURE ASCOLTARE TESI DI alcuni
Onorevoli, presunti economisti e giornalisti allineati, SULLA
NECESSITA’ del ritorno alla Fornero, per garantire una pensione
dignitosa ai giovani, aggiungendo che bisognerebbe anche tagliare tutte
le pensioni a coloro che sono andati in pensione con il sistema
retributivo, rifacendo i nuovi calcoli con il contributivo abbassando le
pensioni… salvo dirsi contrari al taglio della loro pensione d’oro.
SECONDO HANNO DETTO :
- che il taglio delle pensioni è necessario perché l’INPS altrimenti fallirebbe . Anche questo è falso :
- Hanno inventato anche un buco all’INPS , senza mai dire che il buco
si è creato SIA NEL 2003 DA BERLUSCONI QUANDO E’ STATO ACCORPATO IL
FONDO INPDAI DEI DIRIGENTI INDUSTRIALI CON L’INPS (gia’ ricordato) , SIA E SOPRATTUTTO nel 2011
quando ANCORA il governo Berlusconi/Tremonti di allora, decisero di
fare confluire ANCHE le pensioni del settore Pubblico ed amministrativo
INPDAP DI CUI HO ACCENNATO PRIMA, , con quello dei lavoratori privati
INPS;
- Ma nessuno dei vari commentatori (o pochi) dicono che l’INPS nel
2012 con l’accorpamento con l’INPDAP Aveva assorbito ANCHE il suo debito
creando un buco di 12 miliardi , che successivamente sono diventati
circa 50 miliardi (prima l’Inps era in attivo di 7 miliardi) .
TERZO :
- Nessuno dice che con l’accorpamento INPDAP/INPS , il deficit
Inps dipende soprattutto dal fatto che le aziende pubbliche e le
amministrazioni dello Stato , non pagavano e non pagano
regolarmente i contributi assicurativi dei propri lavoratori
dipendenti facendoli gravare sui contributi versati dai lavoratori
privati dell’Inps . Contributi assicurativi che invece dovrebbe pagare in toto lo Stato , o ripianare i debiti delle aziende pubbliche;
COSA AVVIENDE NELLE AZIENDE PRIVATE ?
CONTROLLI SPETTORATO: PAGHI O FALLISCI.. NEL PUBBLICO NON PUO’ AVVENIRE .
QUARTO:
- Infine insistono nel lamentare Il deficit dell’Inps, ma non
dicono che esso non dipende dal costo delle pensioni , ma che il fondo
INPS dei lavoratori privati sarebbe più che in attivo se non facessero pesare sull’INPS, ma sullo Stato l’assistenza sociale (come avviene negli altri Paesi Europei) mentre lo Stato Italiano
anziché provvedere direttamente, fa gravare sulle casse Inps , la
cassa integrazione, la mobilità, la liquidazione e le 3 ultime
mensilità ai lavoratori delle imprese fallite e la indennità di
malattia... Con una spesa complessiva molto alta per l’ Assistenza, mentre dovrebbe gravare sulle casse dello Stato ...
ORA, NONOSTANTE TUTTO, LA REALTA’ DI BILANCIO' INPS CONSULTIVO DEL 2021 (ULTIMO BILACIO PUBBLICO) ERA QUESTA :
- Entrate complessive sono state di Euro 472 miliardi di
entrate e uscite di 479 miliardi , con un disavanzo di 7.152 milioni.
Occorre evidenziare quanto segue:
- la crisi pandemica ha fatto ha ridotto il gettito contributivo di oltre 11 miliardi di euro;
- Sono aumentate le uscite per prestazioni sociali , che dovrebbero
gravare sullo stato e non sull’Inps , di 4 miliardi e 605 milioni di
euro ;
- Il sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti ed autonomi dovuti alla pandemia , ha pesato per 12 miliardi e 442 milioni ;
- 65 miliardi sono stati ripianati da parte dello Stato a copertura
delle aziende ed amministrazione pubbliche ex Inpdap, che non hanno
pagato i contributi. ai dipendenti, mentre nel 2017 erano stati 107
miliardi;
ALLORA NON C’E’ DUBBIO CHE LA SCELTA DI FARE APPARIRE L’INPS
DEFICITARIO E’ SOLO UNA SCELTA POLITICA , L’INPS COME BANCOMAT DI MOLTI
GOVERNI TRA CUI QUELLO MELONI, PER FAVORIRE LE CLASSI RICCHE E
PENALIZZARE SIA I PENSIONATI CHE PER I GIOVANI, FUTURI PENSIONATI.
Umberto Franchi 20 novembre 2023 Ex Dirigente sindacale CGIL