“Lottiamo insieme” in lotta con Poste Italiane
Poste
Italiane è il principale datore di lavoro del Paese con oltre 120
mila dipendenti e una delle società più solide dell’economia
italiana, facendo registrare nel 2022 un fatturato di circa 12
miliardi di euro. Ma la “crisi dei valori” degli ultimi decenni
non risparmia nemmeno le grandi aziende, ne sanno qualcosa i
lavoratori precari del colosso gialloblù che da alcuni mesi si sono
autorganizzati nel movimento di protesta “Lottiamo
insieme” per rivendicare il diritto alla
stabilizzazione e ad un lavoro dignitoso. Allo scopo di informare e
sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema di grande attualità
come l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, Lottiamo
insieme, attraverso i canali social e la pubblicazione di articoli,
sta portando alla ribalta le dure storie di lavoratori invisibili di
Poste Italiane, precari e non solo, donne e uomini. Queste
testimonianze sono la cartina al tornasole di un malessere diffuso
che l’azienda e le parti sociali non vedono o non vogliono vedere.
Ed è in quest’ottica che ci preme divulgare la lettera che segue,
rinnovando la piena solidarietà all’anonima persona.
“Buongiorno
colleghi,
dal post
che segue capirete il motivo del mio anonimato.
Ho deciso
di dimettermi, nonostante al di fuori di quest’azienda non avessi
un’offerta economicamente superiore. Ho scelto, infatti, di
lavorare di più, guadagnando lo stesso stipendio e lasciando la mia
città. Purtroppo, c’è una cosa che Poste Italiane mi stava
togliendo e che non vale nessun premio di produzione o qualche “ad
personam”: la mia salute mentale. Ho scelto, perciò, il mio
benessere psicofisico alla certezza dello stipendio o alle
prospettive di carriera.
Sono
stat* vittim* di episodi ai limiti del mobbing, fra minacce,
ritorsioni, offese e vessazioni. Sono stati mesi tremendi: non
riuscivo più a dormire e mi recavo a lavoro con l’ansia e la
paura.
Purtroppo,
in quest’azienda ormai conta solo vendere, anche senza etica, i
sindacati fanno i propri interessi e quelli dei padroni e chi ne paga
le conseguenze sono sempre gli operatori mandati al fronte senza la
giusta preparazione.
Me ne
vado con l’amaro in bocca, è stata una decisione sofferta, ma non
mi pento assolutamente di questa scelta, anzi la rivendico. Mi auguro
che queste parole possano giungere magari ai vertici, affinché
vengano presi seri provvedimenti: basta rappresaglie per gli
operatori del “Mercato Privati”. Siamo operatori etici e onesti,
non venditori di pentole o di creme che, se un giorno non vendono,
vengono linciati.
Di questa
esperienza mi porterò dietro il grande insegnamento di vita e
l’affetto di tanti colleghi, entrati a far parte della mia vita.
A quei
superiori spietati e senza scrupoli, invece, non auguro alcun male
perché non è nel mio stile e nella mia etica, ma auguro di subire
le stesse torture psicologiche ricevute.
Vi
abbraccio forte e vi auguro ogni bene.
Ricordate:
Poste Italiane è una grande azienda, fatta di grandi uomini (e
grandi donne, ndr.) e grandi lavoratori. Peccato per quelle pecore
nere che contaminano il gregge!
Ad
Maiora, colleghi”
18 ottobre
2023
Carmine
Pascale
Mov.
Lottiamo Insieme