Visita al museo della carta+visita guidata alla pieve di Castelvecchio (sabato 26 aprile)
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Un pomeriggio di confronto fra i diversi tipi di teatro popolare cantato quello di domenica 20 agosto quando, a partire dalle ore 16.00 presso il Prato Grande a Varliano, andranno in scena il Bruscello I Nobili, secondo il testo adottato dai Bruscellanti di Casalino (AR), interpretato da I Bruscellanti del Casentino, e il Maggio Ginevra di Scozia, nella nuova edizione a cura di Piergiorgio Lenzi, per le voci de I Cantori dell’antico Maggio della Garfagnana. L’evento si inserisce all’interno del Canto del Maggio Festival: un percorso nella scuola, nella cultura, nella tradizione, ideato da l’Associazione La Giubba con il Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico e la Compagnia Il Giunco, con il contributo del Consiglio Regionale della Toscana, Comune di Barga, Comune di Castelnuovo di Garfagnana, GraalCultFest, Fondazione CRL e I.C. Piazza al Serchio.
Il Bruscello è un’antica forma di teatro popolare in ottava rima, che si differenzia dal canto “a contrasto” per essere una vera e propria commedia, con una trama, solitamente amorosa e goliardica, dei personaggi e degli interpreti. Un tempo spettacolo carnevalesco itinerante, questa tradizione nella sua forma casentinese ha rischiato più volte di scomparire: l’ultimo paese dove la tradizione è sopravvissuta è stato Casalino, nella vallata del Casentino, dove veniva rappresentato in estate in concomitanza con festività paesane. Dal 2018 la tradizione è ripresa grazie al gruppo I Bruscellanti del Casentino, che quest’anno propongono I Nobili, Bruscello composto nel 1947 da Prisco Brilli.
Per il Maggio, teatro popolare cantato all’aperto con poche concessioni alla scenografia e ai costumi, che riprende i contenuti e la forma dalla chanson de geste e dai poemi cavallereschi, I Cantori dell’antico Maggio della Garfagnana propongono Ginevra di Scozia. L'autore, ignoto, è stato chiaramente ispirato dalla vicenda presente nelle ottave dei capitoli V e Vl del grande poema cavalleresco di Ludovico Ariosto. La presente edizione, a cura di Piergiorgio Lenzi, ha richiesto numerosi interventi di riduzione e rifacimento operati sul libretto pubblicato nel 1982 dal Centro Tradizioni Popolari della Provincia di Lucca, non essendo stato possibile rintracciare il testo originale, stampato nel 1869.
Una bella tradizione da coinvolgere anche i giovani sarebbe opportuno che le istituzioni dessero un maggior impulso per mantenere queste vecchie tradizioni.
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