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  • 24/06/2023 21:26

La rivolta della Wagner: “L'esercito russo sta implodendo”

Prigozhin: "Abbiamo conquistato Rostov senza sparare, con l'appoggio della popolazione. "Perché il Paese ci sostiene? Perché marciamo per la giustizia Allarme rosso in Russia dopo la rivolta dei mercenari della Brigata Wagner contro Putin. Secondo i media ucraini, che citano fonti dell’intelligence nazionale, "Mosca si prepara all'assedio. La città è praticamente blindata e isolata dalle forze militari e di polizia, con check-point in quasi ogni incrocio". Per affrontare questo inatteso golpe, da parte di quello che una volta era considerato il braccio armato non ufficiale del Cremlino, il presidente russo "sta richiamando tutto l'equipaggiamento militare che finora era rimasto nelle riserve e nelle zone di confine". Putin ha parlato di "gravi azioni di tradimento" e ha assicurato che i responsabili "pagheranno per questo". Ma chi sono i combattenti del Gruppo Wagner e perché hanno deciso di ribellarsi a Putin, di attraversare la frontiera e di far scoppiare una guerra civile in Russia? Golpe in Russia: tutte le notizie in diretta La storia del Gruppo Wagner: chi sono La Brigata Wagner è una milizia di mercenari al soldo del Cremlino che da decenni combatte le guerre di Mosca nelle zone "calde" del pianeta. È un corpo paramilitare di 25.000 uomini, composto perlopiù da ex detenuti. Un esercito che in questa guerra contro l’Ucraina più volte si è reso protagonista di battaglie feroci. Negli anni le compagnie militari private, come il gruppo Wagner, sono diventate una componente chiave della strategia di "guerra ibrida" di Mosca. Il loro primo utilizzo fu sperimentato nel conflitto del 2014 in Ucraina, per poi prendere sempre più piede. Nei primissimi giorni dell’invasione dell’Ucraina, il Gruppo Wagner è stato assoldato da Putin per assassinare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: almeno tre i tentativi, tutti falliti. Poi le battaglie sul campo e infine la ribellione. La rivolta della Wagner: “L'esercito russo sta implodendo” Le prime tensioni tra Mosca e il fondatore del Gruppo Wagner sono avvenute a circa un anno dall'invasione dell'Ucraina, dopo che il capo del gruppo di mercenari, Yevgeny Prigozhin, aveva iniziato ad attaccare il titolare della Difesa russo, Sergey Shoigu, e i capi delle forze armate per il modo con il quale veniva condotta la cosiddetta "operazione militare speciale". Dopo pochi mesi qualcosa sembra essersi definitivamente spezzato e così l’oligarca fondatore della Brigata Wagner e amico personale del presidente russo Vladimir Putin, spinto dal dissenso nei confronti dei vertici militari russi, ha dichiarato guerra alla Russia. Il gruppo di mercenari, con alla guida il leader, ha lasciato l'Ucraina, ha attraversato il confine per prendere il quartier generale dell'esercito russo a Rostov. La conquista, secondo Prigozhin, sarebbe avvenuta senza sparare, con l'appoggio della popolazione. "Perché il Paese ci sostiene? Perché marciamo per la giustizia", ha detto il capo dei miliziani in un messaggio audio su Telegram. "Siamo entrati a Rostov e, senza sparare un solo colpo, abbiamo preso l'edificio del quartier generale". Prigozhin ha accusato i vertici militari di Mosca di "ingannare" il popolo russo, spiegando che sarebbe stato possibile negoziare con Volodymyr Zelensky ed evitare il conflitto. Ma ciò non è stato fatto perché la guerra era necessaria per "il clan che ora di fatto gestisce la Russia", ossia per gli interessi degli oligarchi russi. La Presse

I commenti

Putin "ora è più forte", Toni Capuozzo lascia di stucco Porro: "Ma cosa dici?"



Una giornata ad altissima tensione quella vista in Russia, con il leader di Wagner, Yevgeny Prigozhin, che ha fermato la marcia su Mosca dopo un accordo mediato dal leader bielorusso Aleksandr Lukashenko che ha scongiurato una guerra civile. Secondo molti osservatori la vicenda ha fatto emergere la debolezza di Vladimir Putin il cui potere fino a ieri sembrava inscalfibile. "Non vendiamo la pelle dell'orso prima di averlo catturato" afferma Toni Capuozzo, veterano inviato di guerra intervenuto nel corso della puntata speciale di Quarta Repubblica, condotta su Rete 4 da Nicola Porro. Il giornalista non è d'accordo con le letture di cui sopra: "Putin ha giocato molto bene, ha messo Prigozhin nelle condizioni di non nuocere. Ora probabilmente lo vedremo alla guida della Wagner in Africa, quella impegnata in Ucraina tornerà sotto il comando russo. Vedremo se al ministero della Difesa ci sarà ancora Shouigu", afferma Capuozzo secondo cui la rimozione ai vertici militari dei suoi nemici sarebbe "un premio a Prigozhin" da parte di Putin.



Capuozzo poi offre un'interpretazione dei fatti che lascia di stucco il conduttore: "Se una cosa non ti uccide ti rafforza, Putin nel bene o nel male è più forte di 24 ore fa". "Ma come è più forte?", sbotta Porro visibilmente sorpreso dall'uscita del suo ospite. "Voglio capire, perché lo dici? Non è una polemica. Secondo me Putin ora è più debole...", afferma il conduttore. "Quella russa non una democrazia dove contano i sondaggi", argomenta Capuozzo, "vince chi è più forte, e chi lo ha dimostrato oggi?".




La domanda retorica non convince Porro: "C'è un signore che con 25mila uomini si è permesso di arrivare a 200 chilometri da Mosca". "Putin ha giocato un colpo da maestro nell'evitare un confronto armato e vincendo quello diplomatico, con un uso della forza saggio - insiste Capuozzo - Ora c'è delusione a Kiev, a Roma, a Bruxelles. C'è chi sperava che la controffensiva ucraina fosse la marcia di Progozhin", è l'ultima stoccata che sembra destinata a provocare polemiche nei giorni a venire.

xanter - 25/06/2023 22:40

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