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  • 22/05/2023 22:14

Alluvione in Romagna, la responsabilità della politica

Alluvione in Romagna, la responsabilità Romagna di Gloria Callarelli Il disastro ambientale dell’Emilia Romagna impone delle riflessioni. In una società in cui si ciancia tanto di ambiente, ambientalismo, transizione ecologica, transizione digitale, madre natura e divinità varie, arriva come un fulmine la realtà, a riportarci con i piedi per terra. I disastri che puntualmente avvengono in Italia hanno certamente delle concause. Se, come sappiamo, il clima può essere ballerino, sappiamo altresì che l’uomo può adoperarsi per evitare le tragedie. Dai terremoti alle alluvioni, le amministrazioni comunali e regionali (e ovviamente i governi) devono e possono intervenire per pensare a rendere sicuro il loro territorio, piuttosto che patrocinare situazioni e tematiche che hanno come obiettivo la mera propaganda ideologica. Così, se davvero personaggi come Elly Schlein, già vicepresidente-assessore a contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica e alla montagna e aree interne dell’Emilia Romagna, volessero veramente fare qualcosa per il popolo (o avessero creduto alle insinuazioni radical-progressiste che fanno del cambiamento climatico la propria bandiera) forse oggi le cose sarebbero diverse. E invece no. Evidentemente da una parte sono impegnati in altre cose (stendiamo un velo pietoso) e dall’altra, contestualmente, sanno anche loro che quello che vanno ciarlando da mesi e da anni su clima, ambiente e transizioni varie è solo un’operazione di propaganda volta a imporre certe logiche economico-sociali. Per combattere i disastri meteo, in realtà, basterebbe intanto cominciare con pochi e semplici passaggi. Forse costosi, ma certamente funzionali a contenere i problemi. Ce lo dice Gianmario Invernizzi, noto imprenditore del settore primario, una vita in politica, oggi consigliere acclamato a Lodi con la lista Sara Casanova sindaco: “Se davvero anche la Schlein aveva la possibilità di intervenire e non l’ha fatto, questo dimostra una gestione pessima da parte sua e dei suoi colleghi in Regione. Noi in Lombardia eravamo una zona ad alto rischio alluvioni: vedi l’Adda che esondava regolarmente. A livello amministrativo, però, abbiamo fatto una cosa molto semplice per risolvere il tutto: abbiamo deciso di investire sulla messa in sicurezza degli argini, che sono stati rinforzati, e non abbiamo più avuto nessun problema. Un investimento importante, certo, milioni di euro. Ma quello ha fatto la differenza”. Altra cosa che tiene a sottolineare Invernizzi è l’importante funzione della tradizione agricola che vorrebbe essere spazzata via da multinazionali e transizioni digitali nei fatti distruttive: “Se si disintegra il settore dell’agricoltura – afferma – questi sono i risultati. La prima funzione dell’agricoltore, infatti, era ed è quella di pulire fossi e canali da materiale ostruente, erbe e piante infestanti. Dalla montagna alla pianura non c’è più questa figura e viene a mancare questa importante funzione primaria di sorveglianza del terreno. I risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Il giudizio nei confronti della politica progressista e dell’ambientalismo a chiacchiere per Invernizzi non può che essere uno solo: “L’Emilia Romagna di Bonaccini così tanto decantata e considerata assai “efficiente” per me è senza ombra di dubbio bocciata. Così come i personaggi alla Schlein che vanno in giro mettendosi un fazzoletto rosso al collo, dimenticandosi però di quello che devono e possono fare oggi”. da | Mag 19, 2023 | Attualità, Emilia Romagna | 2 commenti di Gloria Callarelli Il disastro ambientale dell’Emilia Romagna impone delle riflessioni. In una società in cui si ciancia tanto di ambiente, ambientalismo, transizione ecologica, transizione digitale, madre natura e divinità varie, arriva come un fulmine la realtà, a riportarci con i piedi per terra. I disastri che puntualmente avvengono in Italia hanno certamente delle concause. Se, come sappiamo, il clima può essere ballerino, sappiamo altresì che l’uomo può adoperarsi per evitare le tragedie. Dai terremoti alle alluvioni, le amministrazioni comunali e regionali (e ovviamente i governi) devono e possono intervenire per pensare a rendere sicuro il loro territorio, piuttosto che patrocinare situazioni e tematiche che hanno come obiettivo la mera propaganda ideologica. Così, se davvero personaggi come Elly Schlein, già vicepresidente-assessore a contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica e alla montagna e aree interne dell’Emilia Romagna, volessero veramente fare qualcosa per il popolo (o avessero creduto alle insinuazioni radical-progressiste che fanno del cambiamento climatico la propria bandiera) forse oggi le cose sarebbero diverse. E invece no. Evidentemente da una parte sono impegnati in altre cose (stendiamo un velo pietoso) e dall’altra, contestualmente, sanno anche loro che quello che vanno ciarlando da mesi e da anni su clima, ambiente e transizioni varie è solo un’operazione di propaganda volta a imporre certe logiche economico-sociali. Per combattere i disastri meteo, in realtà, basterebbe intanto cominciare con pochi e semplici passaggi. Forse costosi, ma certamente funzionali a contenere i problemi. Ce lo dice Gianmario Invernizzi, noto imprenditore del settore primario, una vita in politica, oggi consigliere acclamato a Lodi con la lista Sara Casanova sindaco: “Se davvero anche la Schlein aveva la possibilità di intervenire e non l’ha fatto, questo dimostra una gestione pessima da parte sua e dei suoi colleghi in Regione. Noi in Lombardia eravamo una zona ad alto rischio alluvioni: vedi l’Adda che esondava regolarmente. A livello amministrativo, però, abbiamo fatto una cosa molto semplice per risolvere il tutto: abbiamo deciso di investire sulla messa in sicurezza degli argini, che sono stati rinforzati, e non abbiamo più avuto nessun problema. Un investimento importante, certo, milioni di euro. Ma quello ha fatto la differenza”. Altra cosa che tiene a sottolineare Invernizzi è l’importante funzione della tradizione agricola che vorrebbe essere spazzata via da multinazionali e transizioni digitali nei fatti distruttive: “Se si disintegra il settore dell’agricoltura – afferma – questi sono i risultati. La prima funzione dell’agricoltore, infatti, era ed è quella di pulire fossi e canali da materiale ostruente, erbe e piante infestanti. Dalla montagna alla pianura non c’è più questa figura e viene a mancare questa importante funzione primaria di sorveglianza del terreno. I risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Il giudizio nei confronti della politica progressista e dell’ambientalismo a chiacchiere per Invernizzi non può che essere uno solo: “L’Emilia Romagna di Bonaccini così tanto decantata e considerata assai “efficiente” per me è senza ombra di dubbio bocciata. Così come i personaggi alla Schlein che vanno in giro mettendosi un fazzoletto rosso al collo, dimenticandosi però di quello che devono e possono fare oggi”. https://fahrenheit2022.it/2023/05/19/alluvione-in-romagna-la-responsabilita-della-politica/

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