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  • 09/05/2023 08:53

ACEA, socio “costoso” e scomodo

In vista della imminente scadenza (31 dicembre 2025) della concessione tra Comune di Lucca e GEAL, si apre un altro tema, ossia la posizione di ACEA, socio privato che tra l’altro non era stato neanche scelto in fase di negoziazione di gara all’inizio degli anni ’90. La gara per l’assegnazione del 48% di GEAL s.p.a fu vinta dalla CREA s.p.a. che, a seguito di accordi extragiudiziali, entrò nell’azionariato di GEAL insieme alla Compagnia General des Eaux (poi Vivendì). Acea è entrata in GEAL e in altre società che in Toscana gestiscono il servizio idrico integrato, come Publiacqua, Acque e altre solo successivamente al 1995, a Lucca lo ha fatto tramite acquisizioni azionarie ultimate nel 2012. Il motivo della volontà di entrare in GEAL è sicuramente dovuto alla appetibilità finanziaria ed economica della società lucchese. Il partner romano ogni anno riceve infatti ingenti dividendi e o aumenti di valore della partecipazione azionaria, frutto dei pagamenti delle bollette da parte dei lucchesi, che, anziché reinvestire a Lucca, trasferisce nella cassaforte dei suoi soci pubblici e privati, (Comune di Roma ed altri). Acea ha acquistato nel 2012 il diritto ad essere socio di GEAL fino al 31 dicembre 2025. Importante non consentirle di andare oltre questa scadenza, anche se il Comune di Lucca dovesse chiedere ed ottenere una proroga della concessione Geal oltre quella scadenza (durata della concessione e composizione azionaria sono cose distinte e diverse, come dimostrato dallo stesso ingresso di ACEA nel 2012, senza che la concessione e le condizioni ne risentissero).



Ad esempio, va evidenziato che dopo la pandemia e la conseguente crisi economica che ha colpito moltissime famiglie italiane e anche lucchesi, quasi tutte le società che gestiscono il servizio idrico in Italia hanno cercato di rinviare gli aumenti o spalmarli in più anni, Invece GEAL (pur ricordando che continua ad avere la tariffa più bassa in Toscana) ha incrementato in un quadriennio le tariffe di oltre il 27% complessivo (circa 6,2% annuo composto) a partire dal 2020. Una strategia del socio privato che, se non rapidamente fermata, potrebbe portare progressivamente al triste primato per Lucca di diventare uno tra i Comuni con le tariffe più alte.

Altro casus belli: in un nostro precedente intervento abbiamo ricordato che GEAL nel 2022 ha avuto un premio a livello nazionale da ARERA per qualità del servizio offerto, consistente in ben 3 milioni di euro; Anche questa cifra, assolutamente rilevante, non ha impedito però di proseguire nell’aumento delle tariffe nello stesso anno 2022 e nel 2023.

Ricordiamo che il referendum 12 giugno 2011 con maggioranza favorevole del 95,80% chiese di abrogare il servizio idrico come business finanziario e che il diritto all’acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici” - come sancito dalla risoluzione delle Nazioni Unite del 26 luglio 2010 - è “un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”). Crediamo siano volontà e pensieri comune quindi alla gran parte dei cittadini, compresi consiglieri comunali, assessori e Sindaco del Comune di Lucca.

Visto che l’acqua è universalmente riconosciuto “un bene comune” e considerato che quel premio consisteva in euro che lo Stato aveva restituito alla Comunità dei lucchesi, si sarebbe potuti intervenire con alcuni “virtuosi” utilizzi di quei 3 milioni di euro, di interesse generale

alcuni dei quali ci permettiamo di elencare:

a) restituzione ai cittadini lucchesi, proporzionalmente all'acqua consumata in quegli anni e abbassamento ponderale delle tariffe per le prossime bollette;
b) fare nuovi investimenti per il prolungamento delle reti di acquedotto e fognatura in zone dove le tubazioni sono assenti, o migliorando ancora il depuratore di Pontetetto, senza gravare sulle prossime bollette dei lucchesi;.
c) finalità di aiuti al mondo dell'indigenza, aumentando la quota del fondo sociale del “bonus acqua”;

Ne scongiuravamo, con forza, solo uno, che invece sarà l’epilogo inevitabile (vista l’inefficacia di azioni di parte pubblica), ossia che queste entrate straordinarie, frutto dei sacrifici dei lucchesi, saranno per il 48% appannaggio del socio privato Acea di Roma e per il 52% del bilancio del Comune di Lucca.

E’ palese, attraverso quanto si legge negli organi di stampa, che molti Comuni toscani hanno già assunto deliberazioni consiliari per liberarsi dal socio privato ACEA attraverso le varie azioni previste per legge ( scadenza delle concessioni, riacquisto delle quote societarie, ecc.). Altri stanno valutando analoghe iniziative. Infatti non è la presenza di ACEA a garantire buona qualità del servizio o tariffe basse, visto che in altre società non sussistono queste virtù anche se ACEA è parimenti presente come in GEAL, I motivi possono essere vari, ma di sicuro al socio privato non interessa ridurre le tariffe che pagano i cittadini locati, né individuare soluzioni che possono ridurle, ma preferisce anzi aumentarle progressivamente per maggiorare i dividendi azionari a vantaggio del Comune di Roma e degli altri suoi soci.

Davanti a questa realtà oggettiva auspichiamo che anche il Comune di Lucca faccia le valutazione del caso in tempi rapidi per non consentire un ulteriore indebito arricchimento ad ACEA oltre il 31 dicembre 2025, a danno dei lucchesi.



Quelli che l’acqua unisce

I commenti

I beni comuni sono molto appetitosi, ciò che rimane confuso nei molti interventi che appaiono, è la propensione di molte società private, interessate al profitto, di estendere le loro influenze in ambiti economici locali. Negli ultimi documenti, relativi alla Toscana, tra i 10 gestori del servizio idrico Geal era l'azienda più efficiente e conveniente per gli utenti; il sospetto è che l'accorpamento in società private, via via più grandi porti all'uniformità al rialzo delle tariffe, con conseguente grande svantaggio dell'utenza.
Il Bene Comune continua a rimanere Bene ma solo per pochi investitori.

ALBERTO MICARELLI - 10/05/2023 10:49

Vi rendete conto del fatto che queste aziende comunali saranno presto tutte assorbite dal mega baraccone regionale? Le decisioni si prenderanno a Firenze e a Pisa. Lucca non è più proprietaria della sua acqua, né della distribuzione del gaz, né dell'igiene del territorio. Le sedi direttive saranno altrove e le assunzioni si faranno altrove. Storia finita. Inutile accaldarsi. Non sono più argomenti lucchesi. Si chiama regionalismo. E a Lucca regionalismo è sinonimo di esproprio. I soldi li maneggeranno altrove a noi non resterà che vedere il crollo degli immobili sanitari. Quel che è peggio è che saremo anche contenti. Lo ripeto sempre...la solita città di m....

anonimo - 09/05/2023 19:17

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