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  • 05/04/2023 15:42

DA ANCE TOSCANA NORD: Nuovo Codice degli Appalti, il rinvio a giudizio non è una sentenza

Fra i molti aspetti che il nuovo Codice degli appalti disciplina, e su cui il dibattito è aperto a tutti gli attori del mondo dell'edilizia, uno in particolare desta preoccupazione negli imprenditori iscritti ad Ance Toscana Nord.

Ne parla la presidente Daria Orlandi: "Il Codice prevede che per alcuni tipo di reato la mera richiesta di rinvio a giudizio - o l'applicazione di misure cautelari -  siano elemento sufficiente per attribuire alle stazioni appaltanti la facoltà di escludere l'impresa da una gara. Quindi, se da un lato dal momento del rinvio a giudizio il legale dell'imprenditore  procederà all’esercizio delle più opportune difese dell'imputato (e quindi esiste al momento un semplice "fumus" di reato, tutto da dimostrare), dall'altra la stazione appaltante risulta già investita di competenze penalistiche, e può adottare provvedimento in pregiudizio dell'imputato. Sinceramente un sovvertimento di poteri nella materia più delicata del diritto, quella relativa alla libertà personale e di impresa della persona. Siamo molto, molto preoccupati di questo approccio, che non esitiamo a definire approssimativo e pericolose per le imprese e per il sistema".

"E' evidente che il testo del Codice degli appalti, in questo articolo, confligge con i più elementari principi costituzionali - afferma il vicepresidente pistoiese di Ance Toscana Nord, Giacomo Salvi- ed è evidente che le imprese che saranno colpite da questo provvedimento dovranno ricorrere proprio a quella magistratura le cui prerogative sono ben scolpite nel nostro sistema giuridico;  prevedibile una pioggia di ricorsi e controricorsi avverso quelle stazioni appaltanti che escluderanno dalla procedura un concorrente senza nemmeno attendere il primo grado di giudizio".

Infine,  il commento in merito  alla novità normativa di Oliviero Del Debbio, vicepresidente Ance Toscana Nord per Lucca: "Si rischia di paralizzare il sistema, in questo momento in cui la realizzazione di opere deve essere accelerata e non certo gravata da atti di legittima tutela dell'imprenditore che ricorresse contro l'espulsione da una procedura, gara, affidamento o negoziazione con la pubblica amministrazione in virtù di una norma palesemente incongruente con il  sistema  italiano di garanzie dell'imputato".

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