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  • 08/12/2022 12:53

L'importanza del Porto della Formica nella nostra storia

Qui di seguito riporto un articolo dal sito del FAI  (https://fondoambiente.it/luoghi/antico-porto-fluviale-di-lucca-a-sconcordio?ldc&fbclid=IwAR1h-AWVqeP-72kA5lFZlafXn4JaFx75xFX8ividOtm-pPHKXcSzVILIf3g) in cui viene portata alla conoscenza di tutti i lucchesi l'importanza che questo porto, e tutta la via d'acqua che portava a Livorno, per la crescita economica, sociale e culturale della nostra terra. 

""Il Porto di S.Concordio, o Porto della Formica, Porto Fiumicello, Porto dei Navicelli, situato in prossimità delle Mura delle città di Lucca, a circa 300 metri a sud della Porta S.Pietro, costituisce il tratto terminale del Fosso Formica, un canale navigabile fin da tempi antichissimi, di origini presumibilmente romane, rimasto in funzione fino al 1860. L'esistenza di una organizzazione di trasporti per portare via fluviale i prodotti dalla costa Tirrenica a Lucca, il cui Porto era collegato al mare tramite il Formica, l 'Ozzeri-Rogio, il lago di Bientina e l'Arno, è documentata dal sec. VIII, ed è stata di importanza strategica per creare la ricchezza commerciale della città di Lucca nel medioevo. Le sete grezze arrivavano dall'oriente sulla costa Tirrenica, con le navi che approdavano ai porti di Pisa e Livorno, e trasbordate sui barchini o navicelli, attraverso i canali interni arrivavano al Porto della Formica, subito fuori le Mura nei pressi di S.Pietro Maggiore; gli artigiani lucchesi le lavoravano e i mercanti, per la stessa via, le immettevano nelle piazze di tutta Europa. Dal Porto inoltre negli anni di scarso raccolto giungeva alla lucchesia il necessario approvvigionamento alimentare, nonchè il sale doganale per tutto il Ducato di Lucca, oltre a quello fuori tassa che serviva per l'Arcivescovado e i suoi domini. Il Porto è stato utilizzato intensamente anche per il trasporto di pietre, terra e materiale di costruzione per le Mura di Lucca. è documentato in particolare che, durante la costruzione dell'ultima cerchia delle Mura urbane, venivano portate per via fluviale le pietre dalle cave di Guamo. Le pietre venivano trasportate con barrocci fino ad un porticciolo sul canale Rogio a Verciano, e da lì venivano caricate su piccole imbarcazioni e attraverso l'Ozzeri e il canale Formica raggiungevano il porto di S.Concordio . L'importanza della funzione del Porto cessò presumibilmente con l'arrivo della vicina strada ferrata (anno 1848), anche se la navigazione commerciale sul Fosso Formica è documentata almeno fino al 1899, anno in cui furono fatti al canale dei lavori di ripristino a seguito di problemi di interramento. Nel 1854 le merci importate al Porto della Formica furono il veicolo per la trasmissione di una epidemia di colera che fece oltre 90 vittime solo a S.Concordio. Fino alla seconda Guerra Mondiale sul fosso della Formica hanno continuato a transitare i barchini, condotti per lo più dai verdurai delle corti che fiancheggiavano il canale, e vi sono ancora, a S.Concordio, alcuni anziani che si ricordano di essere saliti su quelle piccole imbarcazioni che risalivano il fosso Formica fino alla città. Il canale Formica, che ancora oggi scorre a cielo aperto nella parte a sud dell'Autostrada Firenze-mare, è stato intubato tra gli anni '60 e gli anni '80 del '900 nella parte che attraversa il quartiere di S.Concordio. Oggi il porticciolo non è visibile perchè il bacino è stato riempito di terra; questo è accaduto presumibilmente negli ultimi decenni dell'800, quando iniziò la costruzione e lo scavo delle fondamenta dei grandi Gasometri, proprio accanto alla darsena del Porto stesso. è verosimile che la terra di risulta degli scavi sia stata utilizzata per il riempimento del bacino. A parte i piccoli prefabbricati collocati negli anni '80, il bacino del Porto è rimasto sostanzialmente immutato dal momento in cui è stato sepolto. La campagna di scavi archeologici condotta tra il 2009 e il 2010 dalla Soprintendenza Archeologica di Firenze ha consentito di riportare alla luce, all'interno dell'area Gesam, le strutture murarie della darsena, pressochè intatte, oltre a reperti romani, un insediamento etrusco del VI sec.A.C. e importanti reperti di archeologia industriale riferiti al Gasometro ottocentesco. Associazione dei residenti Contrada di S.Concordio- Lucca – www.sanconcordio.it""

La relazione e le foto che appaiono sul sito nazionale del FAI, che presenta il sito del Porto della Formica come un "luogo del cuore" fu compilata più di 10 anni fa, a seguito degli importanti reperti e strutture murarie portate alla luce nel 2009 e 2010, oggi sepolte sotto le strade di accesso alla Piazza Coperta. Nel maggio del 2022, senza che vi fosse alcuna sorveglianza archeologica e tantomeno rilievi , durante gli scavi per la bonifica sono stati asportati reperti, tra cui bitte per l'ormeggio identiche a quelle rinvenute nel 2009, a seguito del quale i cittadini e Italia Nostra hanno fatto segnalazioni alla Soprintendenza. Nel luglio 2022 sono emerse nel bacino del porto grandi strutture murarie che paiono riferirsi agli scali rappresentati nelle mappe del 1780. Nello stesso mese pare sia iniziata la sorveglianza archeologica. Nel novembre 2022 sono stati scaricati nell'area molti camion di terra e pietre. Il 6 dicembre enormi mucchi di terra e pietre sono stati spalmati a coprire i reperti portati alla luce nell' agosto. Gli stessi cittadini, il giorno prima che questo avvenisse, avevano avvertito la Soprintendenza di quello che sembrava un imminente ricopertura dei reperti e chiedevano se ne fosse stato fatto un rilievo archeologico. In tutto questo non si capisce il ruolo del Comune, cui negli anni i cittadini hanno inviato innumerevoli richieste di procedere con cautela sul sito del Porto, in via preventiva e non in emergenza quale la sorveglianza archeologica. 
La scheda Fai  l'ha compilata e spedita piu di 10 anni fa CLARA MEI, allora rappresentante la "associazione residenti contrada di San Concordio", erede del "laboratorio di urbanistica partecipata di s.concordio"

I commenti

Quanta ignoranza in poche righe.
Si ricordi che siamo in Italia, Uno dei pochi Paesi al mondo che rappresenta l'evoluzione culturale della civiltà umana, le tracce storiche sono tutto ciò che abbiamo insieme alle bellezze naturali.
Seppellire ciò che ci rappresenta di più vuol dire che non si ha contezza dei propri interessi culturali. Si vede che Lei è abituato a vivere nei palazzoni anni 60 del secolo scorso, magari lavorando affiancato ad un robot che presto la sostituirà e magari facendo il bullo con qualche immmigrato venuto alla ricerca di un lavoro umile.
Meglio una struttura anonima priva di ogni faScino che non si sà nemmeno a cosa sarà destinata con un ingombro mastodontico e una superficie utile irrisoria che non un parco archeologico e una riqualificazione del chiesone che tra l'altro è anche ben collegato con la ferrovia.

anonimo - 09/12/2022 16:14

Dato che la famiglia Ungaretti ha origini molto prossime al Porto si può ben dire che esso è un porto sepolto. Proprio perché è sepolto non vi è alcun obbligo di tirarlo fuori. In Italia ci sono milioni di cose sepolte e se le si tirasse fuori tutte per lasciarle poi scoperte il territorio diventerebbe un enorme parco archeologico. Non mi pare sia il caso.

Anonimo - 09/12/2022 01:09

Sono "rispunta". Ma non si può inoltrare una qualche forma di richiesta ad organi competenti? Voglio dire, realtà archeologiche di interesse sono tutelate legalmente... o sono scemo? Non ci credo che anche stavolta non interessi a nessuno.

anonimo - 08/12/2022 18:54

Ha ragione, certe battaglie andrebbero combattute fino alla fine.
Ma noi siamo solo un muro su cui la gente scrive  

Redazione - 08/12/2022 18:09

Rispunta dopo un anno di assenza dalla Voce di Lucca la questione del Porto della Formica. All'epoca non ricordo importasse a nessuno. Forse stavolta andrà diversamente.

anonimo - 08/12/2022 17:07

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