Giornata contro la violenza sulle donne, : “Una piaga sociale da fermare quanto prima'.
Giornata contro la violenz ...
“L’urbanistica
a Lucca, dopo pochi mesi di nuova amministrazione, è divenuta una
delega Cenerentola”. A dirlo è la consigliera comunale del Partito
Democratico, Serena Mammini che prosegue: “Smembrata tra sindaco, alcuni
assessori e un consigliere con delega al Piano operativo, pare davvero
soffrire avendo perso identità, animo e carattere. Proprio riguardo al
Piano operativo, ad oggi, è possibile infatti esprimersi soltanto sul
metodo e non certo sui contenuti. Sulla materia è pervenuto qualche
articolo a stampa e una generica e superficiale bocciatura di tutto il
Piano adottato durante una breve, e un po’ confusa, comunicazione fatta
in Consiglio comunale dal delegato Cecchini”.
“Viene da
chiedersi - continua - come sia possibile che sia tutto da buttare e con
quale lente sia stato letto e approfondito; quali siano i veri
interlocutori e soprattutto a chi deve essere data risposta se non a
tutta la città, visto che dopo oltre 100 giorni l’argomento non è stato
ancora portato in commissione.
Anzi, a domanda specifica, durante la
recente commissione urbanistica congiunta con quella al bilancio, la
risposta del consigliere delegato al Piano, presente non come componente
dell’urbanistica, ma in qualità di presidente della commissione
bilancio, è stata un breve, incomprensibile e timido balbettio”.
“Proprio
così, perché il consigliere Cecchini non ha la delega all’urbanistica,
ma alla “verifica e attuazione del piano operativo”. Non solo, ma il
libero professionista titolare di uno studio di architettura e
consigliere con delega al piano operativo non fa nemmeno parte della
commissione urbanistica che del Piano operativo si dovrebbe occupare.
Altra anomalia. La commissione sarà chiamata a setacciare le
osservazioni e le controdeduzioni in vista di approdare in consiglio per
la definitiva approvazione del Piano. Sarà un lavoro che richiederà
tempo e molte sedute, pazienza e fatica. Il consigliere con delega sarà
presente? Lascerà che siano gli uffici a veicolare le informazioni, le
decisioni, le scelte politiche? Il tutto alla faccia della centralità
del consiglio? Inoltre, pochi mesi fa, il libero professionista
consigliere con delega al piano operativo, senza che nessuno glielo
chiedesse, si è sentito in dovere di fare alcune precisazioni relative a
suoi presunti clienti. Precisazioni rivelatisi subito dopo non in linea
con la realtà dei fatti. Non proprio un bel passaggio. Perché?
Auguriamo all’omonimo studio di architettura tutto il successo che
merita, ma far seguire la “verifica del piano operativo” a un architetto
titolare di uno studio con sede proprio a Lucca ci riporta in un attimo
indietro a diversi anni fa, ad altre atmosfere, a periodi che speravamo
superati. Tra l’altro il risultato del lavoro di allora riverbera
ancora adesso: molti nodi di mal funzionamento dell’ingranaggio
città-quartieri-frazioni-paesi deriva anche da uno strumento urbanistico
che aveva perso il controllo di se stesso, ma che, evidentemente, ha
permesso a molti di “fare cose”. Poi se la qualità degli interventi era
quella che era, se la viabilità di accesso alle lottizzazioni non c’era o
se improvvisamente finiva nel nulla, lasciando un territorio in gran
parte edificato, ma senza servizi e infrastrutture per viverci bene,
quello che importa. L’importante: fare cassa per accontentare e non
decidere mai sui temi fondamentali per non scontentare. Nel momento in
cui la città ha un Piano adottato, veramente coraggioso, che finalmente
decide e mette a sistema tutti i temi della città in discussione da anni
si torna a parlare di generiche “linee e di indirizzo per riorganizzare
la città”, di inesistenti “uffici di co-pianificazione” (forse
l’esperto architetto intendeva la conferenza paesaggistica
Regione-Soprintendenza presieduta dalla stessa Regione?) e soprattutto
di un vago, misterioso e preoccupante “gruppo di esperti”, tanto che
viene da chiedersi se il Piano strutturale prima e il Piano operativo
adottato poi fossero stati materialmente elaborati da un gruppo di
scappati di casa. Certo che il Piano, come più volte detto e scritto, ha
necessità di completare l’iter, di vedere snelliti alcuni punti della
normativa, di chiarire meglio o modificare alcuni passaggi nelle
cosiddette “schede norma” grazie all’accoglimento di alcune
osservazioni, ma come è naturale che sia per un lavoro titanico di
conoscenza e proposta su un territorio vasto e complesso che rischia
invece di rimanere a galleggiare per lunghi mesi. Le osservazioni sono
richieste ed elaborate proprio per andare a migliorare in alcuni punti
uno strumento adottato dopo avere avuto modo e tempo di decantare. E di
tempo ce n’è stato assai! Il sindaco Pardini verifichi con i suoi uffici
e constati di persona che anche molte delle sue promesse annunciate in
campagna elettorale sono già soluzioni prospettate all’interno degli
strumenti che ha ereditato, che sono patrimonio di tutta la città. Che
sono frutto della serietà di un lavoro che ha richiesto tempo, coraggio,
determinazione, conoscenza e amore per tutto il territorio. Non è più
il tempo della propaganda e nemmeno di pericolosi ritorni a modalità del
passato”.
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