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La Presidente Gulino sui tanti casi di coma etilici
che hanno visto protagonisti gli adolescenti toscani durante i festeggiamenti
di Halloween
Firenze, 2 novembre 2022 – “Prevenire, purtroppo,
interessa a pochi. L’attenzione solitamente ricade sull’effetto dei
comportamenti, che in realtà sono la fase conclusiva di un processo di disagio
già in atto da tempo. Intervenire sulle emergenze può essere troppo tardi,
bisogna lavorare sulla prevenzione, soprattutto quando si tratta di giovani”.
A dirlo è Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, in relazione ai tanti casi di giovani toscani soccorsi per strada, durante la serata di Halloween, ubriachi e alcuni in coma etilico.
“Il disagio giovanile salta agli occhi quando è conclamato - sottolinea Gulino - quando si parla di emergenza alcol tra i ragazzi durante i fine settimana e in occasione di feste come quella di Halloween. Ma siamo sicuri di aver osservato, letto e ben decodificato i messaggi di aiuto antecedenti? Spesso un giovane nel segnalarli alza la posta, eccede affinché ciò che non viene visto dei suoi malesseri possa scuotere ed essere visto prepotentemente con un comportamento a rischio”.
“È fondamentale intervenire su genitori, famiglie, scuola e insegnanti - continua la presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana - per dotare gli adulti di strumenti idonei a leggere questi messaggi preliminari del comportamento adolescenziale e per intervenire prima che accadano episodi del genere, per trovare i modi di decodificare e imparare a percepire i bisogni psicologici. Altrimenti questi messaggi rischiano di diventare solo segnali di fumo e possono trasformarsi in disagio psichico grave o cronico. Se riusciamo a leggere e decodificare i comportamenti di un figlio, di uno studente, il giovane si sente considerato e si sente meno solo ad affrontare il percorso tortuoso della sua crescita. Intervenire per prevenire, questa è la strada”.
“La fascia d’età che in Toscana ha subito maggiormente l’influsso negativo della pandemia - ricorda Gulino - è quella degli adolescenti. Sintomi ansiosi, problemi relazionali, sintomi depressivi, autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare. Tra i giovani le richieste di aiuto sono aumentate dell’81%. Il turbamento psicologico prodotto dalla pandemia ha senza dubbio incrementato i comportamenti a rischio, come testimonia il 60% degli psicologi. Il ricorso a droghe e gioco d’azzardo, così come quello all’alcool e al fumo, si rivela pericolosamente in crescita”.
Ma siccome nessuno sembra prendere in considerazione questo angolo, ve lo propongo io. Dite che l'alcool è qualcosa a cui ci si dedica per noia o per fuggire da se stessi. E se fosse l'esatto contrario? Un modo per abbassare il condizionamento sociale e scoprire chi siamo davvero? Provate a pensare alla similitudine tra il sabato sera moderno e gli antichi riti sciamanici: gruppi di corpi appiccicati, musica ritmata ed assordante, nudità e sesso, stati alterati di coscienza, balli frenetici e grida. A me sembra un bisogno ancestrale che ha cambiato forma negli ultimi ventimila anni ma che è sempre il solito. Se avessi ragione io, avrebbe una radice del tutto diversa da una semplice irresponsabilità/dipendenza e allora col cavolo che lo si sradica.
Anonimo - 03/11/2022 12:31Lascio ad altri più competenti di me gli aspetti psicologici che vanno sicuramente affrontati.
Secondo me però bisogna pensare anche a cose concrete per evitare queste tragedie. La prima cosa che mi viene in mente è l'assenza di discoteche a Lucca. Ne avevamo 4 o 5 e sono tutte chiuse.
Non sono un simpatizzante delle discoteche, ma sicuramente una discoteca a Lucca forse avrebbe evitato qualche tragedia. I ragazzi sono costretti ad andare lontano e pertanto devono affrontare viaggi in Garfagnana o Versilia che a volte possono trasformarsi in tragedie come abbiamo visto sulla Ludovica. Chi non va lontano resta in città e la noia della nostra città sicuramente può favorire l'incremento dell'utilizzo di alcol e altre sostanze.
Prendersi una bella stoppa è una comoda scorciatoia per non affrontare se stessi. Il problema è che qui tutti fanno di tutto per non affrontare se stessi.
Anonimo - 03/11/2022 01:25Ovvero il cosiddetto "smartphone" andrebbe proibito prima dei 16 anni. In verità il proibirlo è anche sbagliato. Basterebbe limitarne l'uso a tre ore al giorno. Pare però evidente che le famiglie sono totalmente incapaci a far rispettare una limitazione del genere. Visto questo il post bambino (definizione che ho inventato io e che definisce il bambino che, dagli otto anni in poi ha mano libera sul telefonino) si droga di un qualcosa che nega il contatto fisico diretto con altri esseri umani ed entra già stracotto nel delicatissimo periodo dell'adolescenza, che per le ragazzine comincia a 11 anni e per i ragazzini verso i 13. Da quel punto in poi l'ubriachezza è appunto solo uno dei tanti effetti.
Anonimo - 03/11/2022 01:24Alcolismo: è giusto che se ne parli. Purtroppo ne parla soltanto l'ordine degli psicologi. La società, nel suo complesso, è ben contenta di ignorare il problema. Ora, io non dico che si debba immaginare uno "Stato etico", ma sarebbe bello se qualcuno cominciasse a preoccuparsi. È la società, nel suo complesso, giovani e meno giovani, ad essere "ubriaca". Le conseguenze le vediamo anche nel modo in cui si trasformano le nostre città. Non sarà un caso se Lucca si è trasformata in un bevitoio. Non sarà un caso se ci siamo assuefatti a notizie del tipo: "ucciso da auto fuori controllo: il conducente era ubriaco". Se l'espressione "stragi del sabato sera" ha assunto una sua autonoma definizione, anche statistica, ci sarà un motivo? Finché continueremo a derubricare questo problema alle categorie: "che vuoi che sia, sono giovani che si divertono", "che vuoi che sia, sono giovani che socializzano", "che vuoi che sia, è un bicchierino" non ne verremo fuori. Siamo allevando una generazione malata e stiamo gettando le radici di una futura società malata
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