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CASTAGNE: COLDIRETTI LUCCA, RACCOLTA IN RECUPERO (+20%) SPINGE PRODUZIONE DI FARINA NECCIO DOP E SAGRE D’AUTUNNO NEI BORGHI GARFAGNANA
Un’annata castanicola positiva in provincia di Lucca rilancia le presenze turistiche nei borghi che in queste settimane ospitano tante feste, sagre ed eventi. Molto buone le prospettive anche per la pregiata farina di neccio della Garfagnana DOP, uno dei sei straordinari prodotti a denominazione della nostra regione che fanno della Toscana la regina indiscusso dell’autunno. A livello nazionale sono infatti 15 le denominazioni legate alla castagna. Sei sono appunto toscane.
A dirlo sono Coldiretti Lucca e Associazione Città del Castagno che stimano un incremento della produzione intorno al 20%, anche e non in maniera omogenea, insieme ad una raccolta partita in anticipo, già a fine settembre, in molte zone della regione. “Le castagne sono belle e sane. Stiamo tornando, dopo anni altalenanti, ad un livello di produzione importante anche se il comparto, che riteniamo fondamentale dal punto di vista ambientale, economico e turistico per i territori montani e per la filiera agroalimentare, ha ancora notevoli margini di crescita e sviluppo. – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – I temi che dobbiamo affrontare concretamente sono l’abbandono di centinaia e centinaia di ettari di castagneti da frutto quando hanno rappresentato in passato una fonte indispensabile di sostentamento e quello dell’aggregazione. Il 90% delle aziende castanicole sono a conduzione famigliare e sono attività al limite della sostenibilità economica. La filiera della castagna è una filiera che può essere molto interessante per i giovani e può garantire occupazione e prospettive sia per la vendita del prodotto fresco sia per il prodotto trasformato per la ristorazione e la distribuzione organizzata. Ci sono ancora ampi margini, per esempio, sulla certificazione della farina che ha un grandissimo appeal sul mercato e garantisce un valore aggiunto importante in termini economici. Per recuperare i castagneti, rimetterli in produzione e salvaguardare i nostri boschi, serve creare le condizioni perché diventi un’attività in grado di garantire reddito. Dobbiamo invertire la rotta”.
A determinare una stagione molto positiva, superiore alle aspettative, è stata un’ottima fioritura primaverile. Nonostante il prolungarsi della siccità estiva e delle alte temperature i castagni hanno infatti resistito bene. – spiega l’Associazione Città del Castagno – Agosto è stato il mese della svolta. Le piogge, anche se non abbondanti e non omogenee, sono state molto utili ai castagni. Nel giro di un paio di settimane i rami dei castagni hanno cominciato a incurvarsi, segno che i frutti cominciavano a crescere dentro i ricci. Il caldo ha inoltre limitato la nascita di cidie e balanini, i lepidotteri e coleotteri che distruggono le castagne, così come irrilevante è la presenza di marciume gessoso “Gnomoniopsis castanea”. Si può parlare quindi di annata castanicola molto buona con ottime produzioni, salvo alcune località con terreni più sassosi e poco profondi, dove la pezzatura è risulta più piccola.
Tra gli elementi di criticità da segnalare c’è il marcato crollo del prezzo del fresco secondo una analisi dell’Associazione Città del Castagno, sia per le castagne che per i più pregiati marroni ed il rincaro dei prodotti energetici che stanno scoraggiando molti produttori artigianali a trasformare il fresco. Nonostante una buona produzione dal punto di vista qualitativo e quantitativo resta alto il rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Turchia, Portogallo, Grecia e dalla Spagna. Da qui la rinnovata richiesta di Coldiretti Lucca di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori.
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